sabato 14 maggio 2022 ore 17
CASA AFRICA
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE

 
Corsi di lingua italiana: alfabetizzazione, livello principianti e intermedi, A e B, A1-A2-B1-B2 del Quadro comune europeo di riferimento di conoscenza linguistica (QCER).
I corsi sono giornalieri dal lunedì al venerdì, per 20 ore settimanali e si svolgono nella sede di Via degli Artisti 32.

Attività di stimolo per l’affermazione di una cultura di Pace e per le pari dignità:
Casa Africa promuove e interviene a convegni, dibattiti, conferenze in cui si trattano temi legati alle migrazioni, allo sviluppo dell’Africa, alle sofferenze del suo popolo e alle tematiche legate alle difficoltà dell’integrazione, e al danno dell’emigrazione dall’Africa che priva quel continente dei suoi giovani. La presidente Gemma Vecchio interviene in molti dibattici pubblici sui temi citati.
Di recente la Presidente Gemma Vecchio ha contribuito attivamente alla riunificazione delle chiese cristiane del Corno d’Africa.

Redazione di progetti culturali e di cooperazione internazionale

Redazione del progetto Ponte D'oro Italia-Africa: tale progetto prevede la creazione di compound per la formazione e la specializzazione di giovani africani in territori di diversi paesi, già individuati, su una superficie che va dai 70 ai 100 ettari, accessibili da diversi paesi dell’area sud sahariana.
Il progetto, che potrebbe essere finanziato e realizzato nel quadro di attività di cooperazione internazionale, prevede tra l’altro l’edificazione di strutture autosufficienti dotate di pannelli solari, compostaggio, raccolta di acqua piovana e campi irrigati con il sistema a gocce. Tale progetto mira alla qualificazione del capitale umano rappresentato dai giovani africani e al loro successivo impiego a supporto della crescita economica e sociale del proprio territorio.

Realizzazione di cortometraggio: Per dissuadere i giovani africani dall’emigrare attraverso la pericolosa traversata del deserto e del Mar Mediterraneo, Casa Africa ha promosso la realizzazione di un documentario, in varie lingue parlate in Africa, per mettere in guardia le popolazioni locali circa la pericolosità della traversata. Il filmato mette in evidenza, con immagini anche molto dure, tutti gli sforzi compiuti da quelle persone che hanno perso la vita durante il percorso e quanto sia dura la sopravvivenza per quelli che ce l'hanno fatta.


Attività di gemellaggi interculturali:

Progetto lezione a distanza ONE LINE in collaborazione con l’Università di Tor Vergata a cura del Prof. Giuseppe Bettoni, per la cooperazione tra varie scuole, Università Italiane ed Europee con quelle Africane e di vari paesi in via di sviluppo.


Attività di Mediazione Culturale e sensibilizzazione alla salute:

L’associazione mediante i propri membri e i sempre più numerosi volontari svolge quotidianamente dalla sua nascita a tutt'oggi e con grande impegno le seguenti attività di natura culturale a sostegno dei più deboli:

• I turbanti:
Per dare sostegno e cura alle persone affette da cancro, Gemma realizza personalmente, con i gioiosi tessuti africani, bellissimi turbanti per donne, uomini e bambini che, sottoposti alle cure della chemio, hanno perso i capelli. Tali turbanti sono stati distribuiti all'Ospedale San Filippo Neri, San Andrea e Gemelli. Viene inoltre insegnato alle pazienti e non solo, come con un semplice pezzo di stoffa oppure foulard, si possa creare un bel turbante che renda la malattia meno opprimente.
In occasione della celebre corsa e passeggiata di solidarietà organizzata dalla Susan G. Komen: “Race for the cure”, Casa Africa e' stata presente con uno stand e ha distribuito oltre ai turbanti, altri doni di varia natura non dimenticando, inoltre, di distribuire consigli, incoraggiamenti, amore.

• Contro la violenza sulle donne, sostegno psicologico e legale;
• Informazione e prevenzione su: HIV, alcool, droghe, fumo e dipendenze in genere;
• Accompagnamento nelle strutture sanitarie delle persone meno abbienti che hanno problemi anche di comprensione e dialogo con il personale ospedaliero, non parlando la lingua italiana;
• Accompagnamento di donne gestanti seguite al parto e continua assistenza durante la crescita del neonato, nonché ricerca del lavoro, nei mesi successivi.
• Sensibilizzazione e sottrazione dei bambini al triste destino di “bambini -soldato” e al mercato del commercio di organi.


Attività a sostegno di immigrati, rifugiati, migranti e delle loro famiglie:
• Iscrizione dei rifugiati presso istituti professionali quali: Istituto Professionale Sisto V e Cattaneo per il corso professionale di meccanico, idraulico, elettricista, saldatore, etc.
• Ricerca di lavoro periodico ad immigrati presso City Service Roma che si occupa dell' organizzazione di eventi per Vip e ospiti internazionali;
• Corsi per collaboratrici domestiche, pulizie di casa e conoscenza di prodotti da usare;
• Corsi di cucito;
• Servizio di iscrivere i bimbi a scuola ed al nido;
• Babysitteraggio e accompagnamento dei bimbi a scuola e asilo per mamme in difficoltà,
• Insegnamento alle mamme e giovani immigrati della lingua italiana;
• Insegnamento ai figli minori degli immigrati e/o adottati della lingua madre, alfabeto, storia, geografia del paese di provenienza, con l’ausilio di insegnanti di madrelingua.


Servizio di Banco alimentare e distribuzione:
Casa Africa è impegnata nella raccolta di cibo presso le mense, alberghi, fornai, ristoranti e pizzerie e successiva distribuzione ai migranti ed alle persone bisognose che dimorano presso i vari centri di accoglienza, per strada e in vari luoghi di fortuna.
Casa Africa fa parte del “Forum cibo per la strada”: tra immigrati e italiani, portiamo cibo a chi non ne ha. Gemma martedì a Via Marsala aiuta i Diaconi e i Cavalieri di Malta a servire la cena.
Molti dei rifugiati fanno a loro volta volontariato presso i magazzini del Banco Alimentare.
Casa Africa fa anche Raccolta di coperte, materassi, mobili, indumenti, giocattoli.

Attività sportive e ricreative:
Casa Africa ha formato due squadre di calcio: ​ CASA AFRICA ​e ​AFRICA UNITED​, che hanno giocato e giocano con altre squadre amatoriali, quali: Calcio Sociale, Scampia, Tanghero.

Sostentamento delle proprie attività

Casa Africa vive della generosità dei suoi soci e volontari, nonché di donazioni delle tante persone che conoscono la nostra Associazione e ne condividono gli obiettivi e i principi ispiratori.
Casa Africa raccoglie anche il 5 x Mille dei cittadini donatori.

Al Mercatino Solidale di Artigianato presso l’Hotel Residenza Farnese, Casa Africa esporrà prodotti confezionati da volontari e allieve del Corso di Cucito quali cuscini, foulard per divani, borse, turbanti e altri oggetti di pregio ricevuti da famiglie donatrici (collezioni di quadri), ecc.

 

Ponti tra Oriente e Occidente: Venezia 

“Via della seta” è una locuzione coniata nel 19° secolo per descrivere una rotta commerciale e culturale tra Oriente e Occidente: la sua meta finale era Xian, l’antica capitale dell’Impero Cinese.
Il percorso ideale va da Pechino a Venezia quale porta d’Europa affacciata sul levante. Venezia, una città che sembra fluttuare tra mare e cielo, un gruppo di isolotti, che deve la sua antica ricchezza e potenza ai commerci con l’Oriente; quasi un avamposto dell’Asia nel continente europeo.
E’ nel V secolo che Attila alla testa degli Unni provenienti dai confini cinesi spinge gli abitanti della pianura padana a trovare un luogo più sicuro nella laguna. Nel XIII secolo sono mercanti veneziani a descrivere e quindi a far scoprire la rotta verso la Cina, Vi si recano spinti soprattutto dal richiamo degli affari e dalla sete di avventura. E’ il 1271: un ragazzo di 17 anni, figlio di mercanti e nobile di Venezia, parte per un viaggio di 12000 km verso la Cina. 20 anni dopo vi ritorna, fatto prigioniero dai Genovesi, detta i ricordi della sua avventura lungo la via della seta. Nascerà il libro delle meraviglie, il Milione, un best seller della letteratura mondiale, che alimenterà fantasie sulle favolose ricchezze d’oriente ed ispirerà molti esploratori, sarà ad es. riferimento per lo stesso Cristoforo Colombo, servirà da base per il primo mappamondo di Fra Mauro (cartografo sempre a Venezia).
Il prodotto che seduce in modo particolare Marco Polo è la seta: prodotto inventato dai cinesi più di 4 mila anni fa arriva a Venezia nel Medioevo. Nel corso del 1300 la tecnica della tessitura di broccato, velluti e sete si espande a Venezia importata dall’ Oriente, da Costantinopoli, da Damasco (damascati) in Siria. Nella città lagunare la tecnica si raffina, saranno i Lucchesi ad avviare una fiorente produzione di tessuti; a tal punto che a Venezia saranno realizzati i caftani per i sultani ottomani. La via della seta funzionava comunque in entrambi i sensi.
Si racconta che Marco Polo abbia trafugato dei bachi da seta, o che abbia rubato la pasta, Sicuramente possiamo dire che i mercanti veneziani hanno imparato dai cinesi (vedi p. es uso della bussola o dell’astrolabio, della carta, e tristemente della polvere da sparo). Alcuni tra storici sono giunti a ritenere che abbia addirittura inventato il viaggio e che non sia mai stato in Cina (non facendo nel “Milione” per esempio alcun accenno alla muraglia cinese, e non parlando dell’uso del the). Tutte supposizioni smentite. Marco Polo ha le spalle larghe.
I pilastri della Cucina Veneziana sono profondamente segnati dall’influenza della Via della seta. Ne sono un esempio spezie di tutti i tipi, pensiamo poi al carciofo (piantato all’inizio nell’isola di Sant’Erasmo nel 1500 proveniente da una terra tra Arabia e Persia), all’albicocca dall’Armenia, allo zucchero dagli arabi, all’uvetta sultanina dalla cultura ebraica, (Qui ci sentiamo in dovere di sottolineare che a Venezia non cresceva niente, solo acqua). La via della seta è anche la via delle spezie: allora molto ricercate, a tal punto che i commercianti veneziani organizzavano trasporti e andavano ad acquistarle per primi in Asia, diventando gli unici fornitori per re imperatori europei, accumulando fortune.
Guardiamo le facciate dei palazzi e la toponomastica, a Venezia, raccontano il legame della città con l’oriente. Fra tutti gli edifici primeggia la basilica di san Marco: il simbolo di questa relazione con terre così lontane. Costruita per raccogliere le reliquie di San Marco che la leggenda vuole trafugate in Egitto. Sulla facciata domina il Leone, simbolo dell’evangelista ed emblema della città. La decorazione interna sottolinea il legame con Costantinopoli: quasi interamente ricoperta di mosaici a foglia d’oro che mostrano anche i popoli con cui Venezia commerciava: arabi, turchi, ebrei, frigi traci, asiatici, i popoli quindi della via della seta. Vediamo raffigurati personaggi con turbanti o vesta orientaleggianti che ricordano come un tempo i confini non fossero mai così netti. Significativa lastra di marmo del X secolo raffigurante simboli dell’occidente e dell’oriente: vi si trovano la croce cristiana, la stella di David, la croce uncinata degli indù, la ruota del Darma, il fiore di loto dei buddisti.
Prendiamo come spunto gli stupendi mosaici a foglia d’oro della Basilica. Dove nasce questa tecnica? In laguna la si apprende dai bizantini. A loro volta dai greci e dai romani, guardiamo a Pompei: uso di tessere di vetro per avere tutte le gamme cromatiche. Dimostrando così un andare e venire fra occidente e oriente: Nata a Pompei questa tecnica si sposta in Asia, nell’Impero Romano d’oriente, a Costantinopoli, per ritornare con i mercanti veneziani nella forma di mosaico in vetro con foglia d’Oro, quindi massima espressione di lusso e magnificenza – ma anche esempio di un risultato di scambio di informazioni -.
I Veneziani non erano solo marinai, molti si diressero a est attraversando montagne e deserti; e altri ancora arrivavano e si insediavano con le loro attività nella città lagunare: dimostrando l’apertura della Serenissima Repubblica di San Marco nell’accogliere e accettare l’altro e creare dei ponti di comunicazione e delle mescolanze p.es. negli stili architettonici dei vari edifici: esempio emblematico palazzo con raffigurato un cammello. Che ci fa un cammello a Campo dei Mori? Ai quattro angoli di questo particolare incrocio di calli e canale vi sono 4 personaggi dalle fattezze orientaleggiante con turbanti: Sono chiamati Mori perché dalla Morea, attuale Peloponneso, e danno il nome al campo. Sappiamo che erano commercianti di sete e spezie arricchitisi e ben inseriti nel contesto della città fin dalla metà del 1300. Le vite dei “mori” sono avvolte tra miti e leggende.
Altra espressione del rapporto con l’oriente: nome e fattezze di un palazzo sul Canal Grande: Fontego dei turchi. Risalente sempre al 1300. Fontego: la parola deriva dall’arabo fonduc per indicare magazzino insieme ad una sorta di albergo e luogo per svolgere attività di commercio: questo edificio era riservato ai mercanti provenienti dalla Turchia.
Per concludere con una espressione di saluto usata e diffusa in quasi tutto il mondo: “Ciao”. Il termine deriva dall’espressione di saluto, di reverenza, in uso tra i veneziani quando si incrociavano, da “schiavo suo”, ad indicare “sono a sua disposizione”. Con il tempo l’espressione si è ridotta, fino al nostro “Ciao”.

 

 sala 2 

23 aprile ore 15,15: Cristina Pattaro: Venezia un ponte tra Oriente ed Occidente

 

24 aprile ore 13.00  Claudia Riviezzo Viaggio attraverso la flagranza del te. sapore d'oriente (Santopinto)

 

25 aprile:  mostra giornaliera delle foto di Rita Valenzuela, fotografa retratista e corrispondente per APN: fotografia e 

i miei occhi fotoreportage alla fotografia artistica 

 

intervento ore 17,00

 

ore 17,30: Piero Marsili: Van Gogh ed il pensiero orientale, il giallo, il rosso, il blu, il colore piatto e veloce senza ripensamenti.

 

25 aprile ore 18: Giovanna Canzano: le radici ebraiche nel pensiero di Frank Kafka (Cuschera) 

 

25 aprile ore 18,30: Katia Ranieri La donna nel Maghreb e le culture del Mediterraneo 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
Presentazione del libro Pensieri vaganti di Maria Teresa Muratore 
 
 Trust
 
Via Angelo Poliziano 78a 
 
venerdi 8 aprile ore 18. 
 
Roma 
 
 
recensione di Emanuela Scarponi 
 
Pensieri vaganti si legge tutto d’un fiato.  L’autrice affronta tematiche tra le più diversificate. 
 
Da biologa, descrive nel dettaglio il comportamento della natura concedendole parola, respiro, 
 
voce, coscienza ispirandosi all’area in cui vive, il viterbese. 
 
Ma in un contesto femminile, autentico, di veridicità della vita di una donna mamma, 
 
lavoratrice, moglie che cerca di far quadrare come tutti i comuni mortali la propria esistenza… 
 
con i propri traguardi, le proprie vittorie, fino giorno d’oggi…  e che racconta in modo vivace e 
 
diretto in queste pagine … 
 
 

Pensieri vaganti è la concretizzazione dei nostri pensieri mentre viviamo.

E Maria Teresa è capace di trascrivere i pensieri più reconditi della nostra mente che spesso 

restano sospesi tra pensiero e parola per poi sfuggire per sempre.

Maria Teresa approfondisce come con la lente di ingrandimento i suoi pensieri che diventano 

tutt’uno col mondo esterno, animale e vegetale, come in un unicum spaziale e temporale.

Sembra utilizzare il microscopio per mettere a fuoco, focalizzare sentimenti, emozioni, 

volontà, negli umani come negli animali e nei fiori, nelle piante e persino nelle foglie che 

cadono.

 E così Maria Teresa guarda dentro di sé e rivitalizza il mondo esterno che la circonda… 

Dandole la parola, così come al bue, alla pecora, agnello, provando pieta' per gli animali più 

sfortunati, meno apprezzati, più sacrificabili, meno belli… e pure belli ai suoi occhi tanto da 

renderli lei protagonisti del suo racconto, della sua creatività poetica...

                                                                                                                                                                                                      

 

 

 

 

 

 

 

 

 

23 aprile ore 11: Cristina Pattaro: Venezia un ponte tra Oriente ed Occidente 

24 aprile ore 13 Claudia Riviezzo Viaggio attraverso la flagranza del te. sapore d'oriente

25 aprile ore 17,30: Piero Marsili: Van Gogh ed il pensiero orientale, il giallo, il rosso, il blu, il colore piatto e veloce senza ripensamenti.  

25 aprile ore 18: Giovanna Canzano: le radici ebraiche nel pensiero di Frank Kafka