25-01-2020

 

                                                      Michela Sunquest's interview about Zimbabwe to Emanuela Scarponi
                                            (Intervista a Michela Sunquest, console onorario del turismo dello Zimbabwe in Italia).

SCARPONI. Good morning, Michela. What is the situation in Zimbabwe? Is it possible to visit it?
(Buongiorno, Michela. Qual è l’attuale situazione dello Zimbabwe? E’ possibile visitarlo?)

Michelina Gabriè Sunquest, Honorary Consul of Tourism of Zimbabwe in Italy. Good morning, my name is Michelina Gabrié Sanquest. Recently, there have been reports in the news regarding the political transformation of Zimbabwe. President Mugabe was peacefully dismissed. Contrarly to the reports in the European and American media, there was no coup d'etat. The country now has a new president who also served as vice president previously. The situation is normal and there were no problems of a political nature. No one died and no one got injured. The country is proud to share it's rich history and heritage with Italy.
There are many archaeological sites in Zimbabwe. We have Victoria Falls which are counted among the Unesco world heritage sites for a good reason and are known the world over. In Masvingo we have the Great Zimbabwe archaeological site where you will also find rock paintings.
Furthermore, we have many parks which are second to none and rival the very best in Kenya,Tanzania and South Africa.I would go so far as to say that the Great Zimbabwe is a great medieval palace.The biggest park in Zimbabwe is the Hwange National Park which is adjacent to the Victoria Falls.In this park you will find the Big Five,s something which is rare indeed. We also have Masvingo where you will find the Great Zimbabwe,the origin of the word Zimbabwe.We have the famous Victoria Falls.Excuse me for repeating this but I feel it is important to focus on these attractions.We have the famous Kariba Dam which straddles the border with Zambia.This dam was constructed by the famous Italian company Salini Empregilo. Among it's many works Salini is currently involved in a Dam construction project in Ethiopia.The activities in Victoria Falls.The Victoria Falls are not the only tourist attraction in the area. They have made a name for themselves as a centre of adventure.The nature and animals are uncontaminated.If you stop to gaze at the many Baobabs,you will be amazed to see a pride of lions fight and tug their prey in the morning.You may also find yourself still with fear as you face the big herds of elephants and buffalos that mingle in total freedom.The mystic atmosphere of the western plateaus.There is nothing more beautiful than waking up early in the morning to watch the sun slowly rise above the mountain crests,marking the dawn of a new day.The mythical Kariba Dam and the 111 km long mighty Zambezi where one can enjoy activities such as ferry rides while watching birds,animals and the sunset.I therefore urge you not to miss this opportunity to visit Zimbabwe.This a unique chance to do so.Thank you.

(Buongiorno, mi chiamo Michelina Gabrié Sanquest. Recentemente, ci sono state notizie nelle notizie riguardanti la trasformazione politica dello Zimbabwe.
Il presidente Mugabe è stato pacificamente licenziato. Contrariamente a quanto riferito dai media europei e americani, non c'è stato alcun colpo di stato. Il paese ora ha un nuovo presidente che in precedenza era anche vicepresidente. .La situazione è normale e non ci sono stati problemi di natura politica. Nessuno è morto e nessuno è rimasto ferito. Il paese è orgoglioso di condividere la sua ricca storia e il suo patrimonio con l'Italia. Ci sono molti siti archeologici in Zimbabwe. Abbiamo le Cascate Vittoria che sono annoverate tra i siti del patrimonio mondiale dell'Unesco per una buona ragione e sono conosciute in tutto il mondo. A Masvingo abbiamo il sito archeologico del Grande Zimbabwe dove troverai anche pitture rupestri.
Inoltre, abbiamo molti parchi che non sono secondi a nessuno e rivaleggiano con i migliori in Kenya, Tanzania e Sud Africa. Direi che il Grande Zimbabwe è un grande palazzo medievale. Il parco più grande dello Zimbabwe è l'Hwange Parco Nazionale che è adiacente alle Cascate Vittoria. In questo parco troverai i Big Five, qualcosa di davvero raro. Abbiamo anche Masvingo dove troverai il Grande Zimbabwe, l'origine della parola Zimbabwe. Abbiamo le famose Cascate Vittoria. Scusa se lo ripeto, ma ritengo sia importante concentrarsi su queste attrazioni. Abbiamo la famosa diga di Kariba che a cavallo del confine con lo Zambia.Questa diga è stata costruita dalla famosa azienda italiana Salini Empregilo. Tra i tanti lavori Salini è attualmente impegnato in un progetto di costruzione di una diga in Etiopia. Le attività alle Cascate Vittoria. Le Cascate Vittoria non sono l'unica attrazione turistica della zona. Si sono fatti un nome come centro di avventura. La natura e gli animali sono incontaminati. Se ti fermi a guardare i tanti Baobab, rimarrai stupito di vedere un branco di leoni combattere e strattonare la loro preda al mattino. potresti anche ritrovarti ancora con la paura mentre affronti le grandi mandrie di elefanti e bufali che si mescolano in totale libertà. L'atmosfera mistica degli altopiani occidentali. Non c'è niente di più bello che svegliarsi presto la mattina per vedere il sole sorgere lentamente sopra le creste delle montagne, che segnano l'alba di un nuovo giorno. La mitica diga di Kariba e il possente Zambesi lungo 111 km dove si possono praticare attività come le gite in traghetto mentre si osservano uccelli, animali e il tramonto. Vi esorto quindi a non perdere questa opportunità per visitare lo Zimbabwe. Questa è un'occasione unica per farlo. Grazie).

SCARPONI. What is the current political situation in Zimbabwe?
(Qual è l’attuale situazione politica nello Zimbabwe?)

Michelina Gabriè Sunquest, Honorary Consul of Tourism of Zimbabwe in Italy. Well, foreign investors can go and freely invest in any sector they want without fear.I am personally launching a tour operator business in Victoria Falls.I will naturally have to partner with a local business person as is prescribed by the law.The equity is split 52% to 48% between the foreign and local partners respectively.

(Bene, gli investitori stranieri possono andare e investire liberamente in qualsiasi settore che vogliono senza paura. Sto lanciando personalmente un'attività di tour operator a Victoria Falls. Dovrò naturalmente collaborare con un imprenditore locale come prescritto dalla legge. Il capitale è ripartire dal 52% al 48% rispettivamente tra i partner stranieri e locali).

SCARPONI. So the legend of Livingstone endures...?
(E la leggenda di Livingstone?).

Michelina Gabriè Sunquest, Honorary Consul of Tourism of Zimbabwe in Italy. Yes the legend is unique.
(Si).

SCARPONI: The beautiful Victoria Falls?
(Le belle cascate Vittoria?)

Michelina Gabriè Sunquest, Honorary Consul of Tourism of Zimbabwe in Italy. Yes these beautiful falls.I will say it again, there is a reason why they are one of the Unesco world heritage sites.
(Si. Lo ripeto: ci sarà una ragione per cui sono state dichiarate patrimonio dell’Unesco).

SCARPONI. Regarding the soldiers...?
(ed i soldati?)


Michelina Gabriè Sunquest, Honorary Consul of Tourism of Zimbabwe in Italy. I'm of the opinion that, by the way this is shared by many, all this is just a big fabrication on the part of the American and European media.There was no coup d'etat .It was just a transition from President Mugabe, who by the way was 93, to a new one, Emmerson Dambudzo Mnangagwa born in 1942, is a Zimbabwean politician who has served as President of Zimbabwe since 24 November 2017. A member of ZANU–PF and a longtime ally of former President Robert Mugabe,and was Mugabe's Vice President until November 2017, when he was dismissed before coming to power. He secured his first full term as president in the disputed 2018 general election.
(Sono dell'opinione che, dal modo in cui questo è condiviso da molti, tutto questo è solo una grande invenzione da parte dei media americani ed europei. Non c'è stato nessun colpo di stato. È stata solo una transizione dal presidente Mugabe, che tra l'altro aveva 93 anni ,a uno nuovo. Emmerson Dambudzo Mnangagwa, nato nel 1942, è un politico dello Zimbabwe, e presidente dello Zimbabwe dal 24 novembre 2017. Membro dello ZANU–PF e alleato di lunga data dell'ex presidente Robert Mugabe, è stato vicepresidente di Mugabe fino a novembre 2017, quando fu destituito prima di salire al potere. Si è assicurato il suo primo mandato completo come presidente nelle contestate elezioni generali del 2018).

SCARPONI. Is he not of the same political order as the previous president?
(Non è della stessa corrente del vecchio presidente?)


Michelina Gabriè Sunquest, Honorary Consul of Tourism of Zimbabwe in Italy: He shares certain views with the former president but he is more flexible when it comes to matters of the economy.
(Condivide alcuni punti di vista con il precedente presidente, ma è più flessibile in materia economica).

SCARPONI. OK, he is more flexible and younger as well. Is he of the same ethnicity as well?
(Ho capito. È più flessibile e più giovane. E della stessa etnia?)


Michelina Gabriè Sunquest, Honorary Consul of Tourism of Zimbabwe in Italy. Yes he is Shona. In Zimbabwe there are four ethnicities.The Shona are from the Capital.The Ndebele are from Bulawayo.You also have the Zulu and the Tonga.The Tonga are from the area which straddles the border between Zimbabwe and Zambia.
(Si. E uno shona. Ci sono 4 etnie nel Paese. Gli Shonavivono nella Capitale. Poi ci sono gli Ndebele, a Bulawayo; gli Zulu, ed i Tonga, che vivono nell’area al confine tra Zimbabwe e Zambia.
.

SCARPONI. Is the Great Zimbabwe opened to tourists?
(Great Zimbabwe è aperto ai turisti?)


Michelina Gabriè Sunquest, Honorary Consul of Tourism of Zimbabwe in Italy. Yes the Great Zimbabwe is opened to tourists. It is in Masvingo which has some very beautiful lodges and it feels like the real Africa.I do not mean to take anything away from the other countries in Africa but I am in love with Zimbabwe.
(Si. Si trova a Masvingo, dove si puo stare in bellissimi lodge che ti fanno sentire nella vera Africa. Non voglio togliere niente agli altri Paesi, ma io amo lo Zimbabwe).

SCARPONI. Thank you very much. .Goodbye.
(Grazie tante. Arrivederci).
Emanuela Scarponi

 


13-01-2020

                                                                                          Fake news e negazionisti


        Compito dei giornalisti è di raccontare scientificamente e con linguaggi onesti il presente con un occhio a ciò che è stato e a ciò che vivremo, tutti quanti per il bene comune, senza chiuderci negli interessi specifici e nei particolarismi. Il ruolo di una istituzione culturale è, infatti, quello di continuare a garantire un approfondimento culturale ed un dibattito pubblico il più laico e plurale possibile. Per sconfiggere questa epidemia e andare oltre la crisi, occorre, infatti tanta cultura e conoscenza. Compito essenziale è capire cosa è cambiato dall’inizio dell’emergenza, e qual è stata la reazione della gente davanti alle epidemie nel corso dei secoli.
        Il sociologo Keith Kahn-Harris ha scritto uno dei testi più affascinanti sul negazionismo. Nel libro “Denial: the unspeakable truth, uscito nel Regno Unito nel 2018“ l'autore distingue il concetto di negazione e negazionismo.
       Mentre la negazione è un processo individuale che rimanda al rifiuto psicologico di accettare come vero un fatto assodato come una specie di processo di rimozione che ricorda il tentativo di ignorare una verità scomoda il più a lungo possibile, il negazionismo, invece, non si limita a rimuovere la realtà ma ne costruisce una alternativa. In questo senso è un processo più complicato, che chiama in causa le diseguaglianze e le strutture di potere della nostra società. Esistono molti esempi di negazionismo: da quello che minimizza o respinge i rischi del riscaldamento globale a quello che mette in discussione l’Olocausto, fino al negazionismo dell’hiv.
        Preso atto di questa distinzione sociologica, il mio scritto vuol essere uno spunto di riflessione per spiegare e raccontare l’emergenza Coronavirus, da più punti di vista grazie a scienziati, giornalisti, istituzioni, testimoni e comunicatori, spiegando con l'aiuto di Denial cosa è l’internazionale negazionista. Il negazionismo rivela infatti la volontà di confutare fatti empiricamente accertati per costruire una società alternativa, a partire spesso da un desiderio inconfessabile. Negli ultimi mesi il concetto di negazionismo è stato evocato in tutti i Paesi colpiti dall’epidemia di covid-19.
      Raccontando l’aumento dei contagi in Africa, per esempio, la Bbc ha parlato di negazione per descrivere la reazione della popolazione di alcuni Paesi. In Nigeria, dove il lockdown è stato introdotto ancora prima che il virus si diffondesse per evitare il collasso del sistema sanitario, queste misure sono state accolte con diffidenza dall’opinione pubblica. Molti, infatti hanno una sorta di rifiuto psicologico nell’accettare la pandemia come un problema reale. Ebbene, ci siamo preparati in questi mesi ad affrontare questa eventualità. Ed ora ci siamo. Continueremo il nostro impegno intellettuale e chiederemo al pubblico di continuare a seguirci on line per avere contezza di quanto accade realmente. Tale gravissima situazione può, infatti, rappresentare una grande sfida ed una grande opportunità per diminuire i divari digitali, oggi condizione indispensabile per poter affrontare, senza paure, il nostro incerto presente. Per questo compito che ci spetta, sento di dover esprimere un enorme ringraziamento verso i tecnici e tutta la squadra degli organizzatori del “Convegno di storia”, Giovanna Canzano innanzitutto, il cui senso di responsabilità e di attaccamento ai valori della cultura potrà consentire la prosecuzione nella massima sicurezza e garantire il nostro personale impegno per la società.
      Purtroppo l'informazione, in generale, ed i mass media tradizionali non approfondiscono molti fatti. Ed ecco perché nascono nuove fonti di informazione, come internet, o iniziative editoriali specifiche. La tv, internet, il computer, i mobile phones sono mezzi e strumenti di connessione totale, sempre più veloci e precisi a tal punto da arrivare prima di chiunque altro all'obiettivo preposto. Ciò accade nel mondo virtuale nel quale siamo ormai confinati, specie da quando la pandemia ha avuto inizio. Ed ecco che l'informazione si sposta e ci raggiunge in casa, mentre cerchiamo di avere informazioni dalla tv o dai nostri potentissimi iPhone.
       Però, il mondo di internet porta con sé notizie vere e false. E nessuno può al momento contrastarle. Anche il confronto politico si è spostato su questi mezzi di comunicazione tanto che noi riceviamo continuamente informazioni e controinformazioni dalla rete web. Per l’esattezza, ne siamo bombardati. Se, da un lato, Internet permette la piena libertà di informazione, dall'altro può creare false realtà virtuali. E così, a ben vedere, la confusione è l'unica cosa che regna nel migliore dei casi. Purtroppo, però, la demagogia politica incide nel raccontare le cose differentemente dalla realtà. Faccio l'esempio della didattica a distanza, tematica che ho seguito da vicino.
Non si sa l’origine del covid 19, ma certamente la seconda ondata di autunno è stata sicuramente sottovalutata ed è più grave della prima ondata a mio modesto parere. Mentre, infatti, a marzo il covid 19 era circoscritto all'area di Bergamo, ora è ovunque. In questo frattempo il covid sta prendendo il Lazio, la mia regione, con un aumento vertiginoso di casi e solo adesso comincia a toccarci da vicino colpendo i nostri cari, e le vittime non sono solo anziani, come si diceva inizialmente. Tra l'altro, sembra che il covid lasci tracce sul sistema nervoso umano.
  A tale proposito, merita un adeguato approfondimento la polemica della d.a.d. - didattica a distanza - e della crisi in cui versa la scuola italiana nelle sue componenti in questo momento storico. Chiudere le strutture scolastiche non significa, infatti, smettere di studiare o insegnare. Insegnare ed apprendere con l'ausilio dei moderni mezzi informatici significa cogliere l'occasione e sfidare la nostra intelligenza per imparare a vivere in un mondo nuovo, dove lo spostamento fisico delle persone non è più indispensabile. Tale atteggiamento generalizzato a tutti, oltretutto, comporta una grande riduzione dell'inquinamento atmosferico.
Infatti, mentre le persone, durante la pandemia, sono costrette alla prigionia ed all'isolamento sociale, abbiamo assistito ad un miglioramento netto del livello di inquinamento atmosferico ed alla colonizzazione graduale delle nostre città da parte di fauna e flora, prima relegate alle zone boscose. Addirittura, abbiamo assistito al riapparire dei delfini nelle acque delle coste laziali. Ebbene, opposizione e forze governative continuano a combattere la loro guerra nella stanza dei bottoni mentre i poveri continuano a morire, ignari della verità.
    A tale proposito, il tema guida e spunto di riflessione di questo anno è l'approfondimento di tematiche legate alla crescente diffusione delle "fake news” nei media, da cui si auspica una riflessione sui media, sulla scienza e sull'informazione attendibile, nell'era dei negazionismi. L’informazione è indispensabile perché i cittadini possano avere contezza di quello che succede. Professionisti del settore giornalistico ed audiovisivo devono quindi assolutamente prendere posizione rispetto a questo fenomeno.
   Le fake news" e, più' in generale, le informazioni imprecise o fuorvianti su argomenti scientifici sono di particolare impatto sui cittadini (dai "no-vax" al negazionismo del cambiamento climatico e così via).
   La pericolosità sociale di questo fenomeno è emersa, in particolare, nel corso dell'attuale pandemia, obbligandoci a porci, ora più' che mai, l'interrogativo sulla responsabilità che devono avere i media, in primis quelli di servizio pubblico, in materia di divulgazione di questioni di rilievo scientifico. Bisogna quindi innanzitutto prendere in considerazione l’approccio “scientifico” adottato nel trattamento dell’attuale crisi sanitaria e sulle nuove sfide dell’informazione scientifica, emerse in relazione alla pandemia. La necessità di una programmazione coinvolgente in quest’ambito, in grado di interessare anche le fasce di pubblico giovanili, al di là dell’audience tradizionale, è divenuta ormai una priorità per tutto il settore radiotelevisivo, in Europa e nel resto del mondo. Bisogna porre in evidenza, in particolare, le difficoltà e le opportunità sorte con il Covid19 nel lavoro del comunicatore scientifico nella lotta contro la pseudoscienza e nella diffusione di fake news. Tra le migliori soluzioni, vi è la necessaria interazione tra media nuovi e tradizionali e l’adozione delle buone pratiche esistenti in questo ambito.
Emanuela Scarponi

 

07-12-2019

                          Il limes africano della Roma antica e la cultura afro-romana rinvenibile nel Museo del Bardo

        Il predominio di Roma su quella che fu denominata «Africa proconsolare» si risolse, almeno agli inizi, in uno sforzo di contenimento militare delle pressioni provenienti dalla Numidia. Lo sviluppo economico dell'Africa romana divenne florido specialmente sotto gli imperatori Flavi e Severi, con la produzione di grano (attorno a Dougga e Ammaedara) e di olio (nei pressi di Hadrumetum), che favorirono la nascita di numerose città, porti e mercati. La stessa Cartagine divenne un porto tanto importante da trasformare la città nel secondo centro urbano dell'impero. Siamo nel corso del III sec. d. C.
      Si sviluppò allora una corrente artistica «afro-romana» - come ho scoperto nel corso del mio viaggio in Tunisia, visitando dapprima il Museo del Bardo di Tunisi, la cui collezione più importante è costituita da un'enorme quantità di mosaici romani del II-IV secolo, tutti di eccezionale fattura e conservazione, che di fatto sono il simbolo del museo stesso. A Tunisi è possibile visitare inoltre le Terme imperiali di Antonino che costituivano uno stabilimento balneare dove gli Afro-Romani coltivavano il gusto della pulizia fisica, dello sport salutare e degli scambi culturali. Tale cultura si affermò in particolare nelle composizioni decorative e nei mosaici che possiamo rinvenire ancora oggi nella maggior parte dei siti archeologici dei Paesi del Nord Africa. In questi luoghi si possono ancora ammirare i resti delle ville romane, adornate da bellissimi mosaici, ben conservati, in mezzo al deserto sabbioso fino al Grande Erg...
       Mano a mano che l'Africa cresceva in opulenza, i suoi predoni si moltiplicavano. E poiché i Berberi e gli altri abitanti dell'interno erano naturalmente attirati dalle città costruite nei deserti dai colonizzatori, fu necessario mandarvi guarnigioni sempre più numerose: ricalcando e allargando una pista punica e prolungandola gradualmente a Ovest fino a Tangeri (Tingi) e a Sud fino a Rabat, gli ingegneri romani gettarono dall'Atlantico al Nilo una strada costiera ininterrotta, lunga 2800 miglia o 4.480 chilometri; a Sud del limes africano c'era il deserto del Sahara, impenetrabile per il suo clima.
In lingua egizia si usava il termine “Desher” per identificare il deserto e analogamente si usava la parola “Desheret” per identificare il colore rosso, a rappresentare l'inospitalità del luogo; di qui il nome deserto.
In questo senso il deserto è stato sempre un ostacolo grande da superare, sin dall'epoca degli Antichi Romani, che non ritennero importante penetrarlo, considerandolo la fine del mondo. La più occidentale delle metropoli del Nord Africa era Volubilis, una città punico-romana - da me visitata - attualmente ricadente nell'odierno Marocco che continuò a svilupparsi nei secoli raggiungendo il suo apogeo sotto i Severi. Tra le altre si annovera Caesarea, oggi un povero villaggio di pescatori a cento miglia all'incirca a Ovest di Algeri.             Mi limito ad annoverare le città esistenti lungo il limes africano:Tingis,Tamouda,AquaeDacicae,Volubilis,Banasa,Tocolsida,Sufasar,Auzia,Zuccabar,CastraNova,Mina,Albulae,Regiae,Tasacora,Mascula,Theveste,Bogha,rHiberna,Tingurtia,Tagremaret,Altava,Pomaria,NumersSyrorum,Tucca,BullaRegia,Cirta,Sicca,Admedara,Sufes,Mactaris,Tipasa,Cuicul,Zoui,Lambaesis,Thelepte,Capsa,Gemellae,Thiges,Tabalati, Thalalati, Mesphe, Cidamus, Carthago, Acholla, HippoRegius, Caesarea, Saldae, Rusadir, Leptis Magna, Oea, Hadrumetum. Esse sono le metropoli allora fiorenti in Nord Africa e di cui ancora oggi è possibile visitare le rovine. Ciò dimostra la grande fioritura della cultura afro-romana, le cui tracce invero vanno via via perdendosi, lasciando al loro posto un pregiudizio stolto e pericoloso sulle genti d'Africa.
     Il limes africano dell'Impero romano si estese per i 4.000 chilometri dall'Oceano Atlantico al Mar Rosso e consistette in una strada militare romana affiancata da fortezze legionarie, forti e fortini, burgi, di cui oggi sono numerosi i resti antichi rinvenuti in varie località; tra questi nell'odierno Marocco è visibile l'avamposto militare romano posizionato più a Sud prima del deserto del Sahara, all'epoca Provincia della Mauretania. Si annoverano i fronti delle Mauretanie, della Fossa Regia, della Numidia, dell'Aurès, di Tripolitanus, della Cirenaica e quello egiziano, che è posizionato ad oltre 1000 chilometri a Sud del Cairo ed il suo percorso da qui fino all' Oceano Atlantico non era per nulla rettilineo.
     Il limes in questione era, a sua volta, composto da numerosi sub-settori, che partivano dalle province occidentali fino a quelle orientali, vedi la fossa regia, visitabile nella attuale Tunisia, risalente al 146 a.C.
     La fossa Regia fu il primo tratto di limes africanus. Rappresentò per almeno un quarantennio il confine meridionale della Provincia romana d'Africa, con fini più che altro amministrativi, piuttosto che militari. Essa fu costruita, al momento della dell'annessione di Scipione Emiliano (nel 146 a.C.), con un semplice fossato. Il limes Mauretania Caesariensis creato dall'imperatore Claudio nell'anno 42 con l'annessione della Provincia romana di Mauretania; il limes della Numidia creato al termine delle guerre giugurtine nel 105 a.C. con l'annessione dei territori della Numidia orientale a quelli della Provincia romana d'Africa.
    Il limes dell'Aures (o fossatum Africae come definito da Jean Baradez), a Sud dell'omonimo massiccio montuoso, si trovava tra quello poco sopra citato di Numidia ed il successivo Tripolitanus; il limes Tripolitanus della omonima regione si estendeva a Sud delle due Sirti; seguono il limes della Cirenaica, creato a partire dall'epoca repubblicana nel 74 a. C. , quando la regione fu annessa. Più tardi (nel 27 a.C.) essa fece parte insieme a Creta di un'unica Provincia; infine, il limes egiziano creato dall'imperatore Augusto nel 30 a.C.. con l'annessione della Provincia romana d'Egitto. Desta scalpore il silenzio di codeste testimonianze storiche ed artistiche, risalenti all'antica cultura afro-romana, le cui radici sono nella nostra stessa città e, a maggior ragione, debbono far parte del nostro retaggio culturale.
Emanuela Scarponi

 


03-01-2020

                                                      Sam Nujoma's Interview e la nascita dello Stato della Namibia

    Samuel Daniel Shafiishuna Nujoma nacque il 12 maggio 1929 a Ongandjera nel Nord dell'Africa del Sud Ovest (attuale Namibia), dell'etnia Ovambo. Ebbe un'infanzia abbastanza tranquilla, dedicata in gran parte alla cura del bestiame, ed ebbe modo di frequentare la scuola missionaria locale. Nel 1946, a 17 anni, abbandonò il villaggio natale per trasferirsi dalla zia a Walvis Bay e poco dopo decise di andare a vivere nella capitale Windhoek in cerca di fortuna. Qui trovò un ottimo impiego come operaio specializzato delle Ferrovie Sudafricane. E divenne il tutore di Petter Johannesen, allora bambino, attuale console onorario di Namibia in Italia. Per inquadrare e comprendere appieno il personaggio e ciò che ha significato per questa terra a noi lontana, bisogna pure intrecciare questo mio emozionante incontro nella sua villa residenziale sulle colline di Windhoeck con la storia del suo Paese. Sam Nujoma lottò - come tutti noi sappiamo - infatti per l'indipendenza della sua patria in nome della libertà sperata, grazie ad una perdurante lotta contro il Sudafrica che l'ha amministrata dal 1920 fino al 1989. La Namibia entra nell'epoca moderna nel 1884 quando la Germania imperiale di Bismarck prende possesso di questo territorio pacificamente ed essa diventa protettorato tedesco e coloniale, una colonia larvata in senso stretto, fino al 1915, quando le truppe sudafricane occupano il territorio dell'Africa del Sud-Ovest - così si chiamava secondo i Tedeschi - South West Africa, Africa sudoccidentale. Finita la I Guerra Mondiale, infatti la Namibia viene affidata inizialmente alla Gran Bretagna sotto forma di mandato della Società delle Nazioni. La Gran Bretagna a sua volta cede il territorio, sempre comandato, all'Unione sudafricana, al Sudafrica. Nel 1920 inizia il mandato sudafricano in Namibia di tipo C, secondo la Carta delle Società delle Nazioni. Il che significa che in questo caso i poteri del Sudafrica erano particolarmente forti. In sostanza la Namibia è stata amministrata dal Sudafrica in un modo diretto, come parte integrante del territorio sudafricano a differenza di quello che è successo per tutti gli altri mandati. Quindi, dal 1920 la presenza del Sudafrica in Namibia è durata tanti anni, molti decenni, aldilà anche della fine della II Guerra Mondiale. Eppure terminata la II Guerra mondiale, quando entra in vigore la Carta delle Nazioni Unite e quindi cominciano a funzionare le Nazioni Unite, la Namibia doveva essere trasformata in un sistema nuovo di amministrazione, fiduciaria, nella prospettiva della decolonizzazione e dell'indipendenza, ma il mandato di tipo C non prevedeva la decolonizzazione dell'Africa del Sud-Ovest.

       Dal canto suo, il Sudafrica si è opposto sistematicamente sin dall'inizio alla richiesta delle Nazioni Unite di trasformare il mandato in un'amministrazione fiduciaria. Il motivo è evidente: il Sudafrica non pensava minimamente di riconoscere l'indipendenza alla Namibia, di portare avanti un processo di emancipazione politica del territorio. Anzi pensava, anche dopo la II Guerra Mondiale, d'integrare la Namibia al Sudafrica. Dunque il Sudafrica mantiene la sua posizione dopo la II Guerra Mondiale. Si arriva così al 1966, una data importante, quando l'Assemblea nazionale della Nazioni Unite revoca in una risoluzione il mandato al Sudafrica e dichiara illegale la sua amministrazione in Namibia. Questa fu una risposta alla sentenza della Corte internazionale di giustizia dell'Aja nel 1966. Dunque, la Risoluzione dell'Assemblea Generale fu la risposta, una reazione a questa sentenza ma, com'è facile capire, il Sudafrica non si diede per vinto. Non diede alcun seguito a questa risoluzione. Continuò ad occupare il territorio con truppe consistenti. Ecco che, proprio in questi anni, si inserisce il Nostro che, in piena sintonia con il momento storico in essere, crea una organizzazione locale che si chiama South West African People, organizzazione del popolo dell'Africa del Sud-Ovest che comincia a battersi per l'indipendenza di questo territorio: stiamo parlando di colui che sarebbe diventato Presidente della Repubblica della Namibia, General Vilbrun Guillaume Sam, il nostro Sam. Negli anni '60 Nujoma diede inizio alla vera e propria lotta per l'indipendenza e nel 1961 data la crescente persecuzione nei suoi confronti da parte dell'amministrazione sudafricana, scelse l'esilio volontario in Tanzania, trasferendosi a Dar es Salam e stabilendo lì il quartier generale della SWAPO. Questo decennio è caratterizzato da un incessante impegno internazionale di Nujoma, che visita moltissimi Stati europei e americani in cerca di sostegni economici e militari. Questo gli diede modo di esercitare una pressione diplomatica diretta sul Governo sudafricano, che nel 1975 concesse lo svolgimento di una conferenza politica a Windhoek per discutere del futuro del Paese. Anche in questo caso il Sudafrica non si dà per vinto. Nel 1978 il Sudafrica invade parte del territorio angolano per attaccare le basi della SWAPO con un alto numero di vittime. Bisogna aspettare la fine della Guerra Fredda che indubbiamente ha contribuito in maniera decisiva a sbloccare la situazione.

 

Estratto dall'intervista:
Emanuela Scarponi. Good morning, Mr President Sam Nujoma. Our common friend Petter Johannesen organized this interview to the first President of Namibia and to the great political leader that guided to the freedom his people from South Africa in 1990, based on apartheid system. What is your relationship with Italy?
(Buongiorno, signor Presidente Sam Nujoma. Il nostro comune amico Petter Johannesen ha organizzato questa intervista al primo presidente della Namibia e al grande leader politico che guidò alla libertà il suo popolo nel 1990 dal Sudafrica, basato sul sistema dell'apartheid. Qual è il suo rapporto con l'Italia?)
Sam Nujoma: I have just come from a long trip from Havana, Cuba and Brazil.
So welcome to Namibia.
Namibia and Italy have been very friendly countries, especially during the struggle for the liberation of Namibia we received political, diplomatic, and the material support from Italy, especially from the Labour movement. Trade Union movement of Italy got material humanitarian support, particularly for medicine to national liberation movement.
Especially Italian Labour movement gave material to support the fight to Angola, Rwanda and Namibia and built prefabricated hospitals in Rwanda and Angola independent from Namibia in collaboration with the State governments.
So welcome to Namibia once again.
(Sono appena arrivato da un lungo viaggio dall'Avana, Cuba e Brasile. Quindi benvenuti in Namibia. La Namibia e l'Italia sono stati Paesi molto amichevoli: specialmente durante la lotta per la liberazione della Namibia abbiamo ricevuto il sostegno politico, diplomatico e materiale dall'Italia, in particolare dal movimento dei lavoratori. Il movimento sindacale italiano ha dato un sostegno umanitario materiale, in particolare in campo medico, al movimento di liberazione nazionale. Il movimento operaio italiano in particolare ha fornito materiale per sostenere la lotta in Angola, Rwanda e Namibia ed ha costruito ospedali prefabbricati in Rwanda e Angola, indipendenti dalla Namibia, in collaborazione con i governi statali.

Emanuela Scarponi. Thank you very much to invite me in your wonderful house. I am very happy my country helped you in this support to achieve independence.
I came to Namibia in 1995, 5 years after the independence.

(Grazie mille per averci invitato nella sua meravigliosa casa. Sono molto felice che il mio Paese vi abbia aiutato in questo supporto per raggiungere l'indipendenza.
Sono arrivata in Namibia nel 1995, 5 anni dopo l'indipendenza.

Sam Nujoma. 5 years after independence? Really?
(Davvero?)



Emanuela Scarponi. Yes! That is why I know very well your country. As European tourist, I decided to visit Namibia and South Africa after the end of apartheid. All western world could not accept apartheid regime surviving in South Africa.
In 2009 I wrote a book in Italian language about ethnical population I met during my lonely journey and about San painting and rock carvings I could admire in Twyfelfontein.
I dedicated my book to the President of Namibia, Sam Nujoma.
This is a present for you! That is why I am here. I am going to translate it into English language and I will send it to you.

(Sì! Ecco perché conosco molto bene il vostro Paese. Come turista europea, decisi di visitare la Namibia ed il Sudafrica dopo la fine dell'apartheid. Tutto il mondo occidentale non poteva accettare che il regime dell'apartheid sopravvivesse in Sud Africa.
Nel 2009 ho scritto un libro in lingua italiana sulla popolazione etnica che ho incontrato durante il mio viaggio solitario e sulla pittura dei San e le loro incisioni rupestri che ho potuto ammirare a Twyfelfontein. Ho dedicato il mio libro al presidente della Namibia, Sam Nujoma.
Questo è un regalo per lei! Ecco perché sono qui. Lo traduco in inglese e glielo lo spedisco).
Sam Nujoma. I see… 5 years after independence. You arrived to Epupa falls. You went in North Western area in Himba area.

(Vedo... 5 anni dopo l'indipendenza. Sei arrivata alle cascate di Epupa. Sei andata nella zona Nord-occidentale nella zona degli Himba).

Emanuela Scarponi. Yes, exactly. I also made a documentary about Namibia journey, rich of very beautiful pictures of the country as it was in 1995.
And with this cultural material I was able to organize a multimedia exhibition in the Institute of African and oriental studies and in the Ministry of foreign affairs in Rome, capital of Italy.
Based on my research, we organized a conference about Namibia in the Ministry of foreign affairs. Among the others, ambassadors Ferraris, Baistrocchi, Prof. Gianluigi Rossi, President of Isiao, senatrice Carettoni, expert in Herero history, honorary president of ISIAO and doctor Roberto Tresoldi, director of Namib air, and honorary Consul of Namibia in Italy, Petter Johannesen, your dear friend, partecipated at the important event.

(Si, esattamente. Ho anche realizzato un documentario sul viaggio in Namibia, ricco di immagini molto belle del Paese, com'era nel 1995.
E con questo materiale culturale ho potuto organizzare una mostra multimediale all'Istituto di Studi Africani e Orientali e al Ministero degli Affari Esteri a Roma, Capitale d'Italia.
Sulla base della mia ricerca, abbiamo organizzato una conferenza sulla Namibia presso il Ministero degli affari esteri. Tra gli altri, gli ambasciatori Ferraris, Baistrocchi, il prof. Gianluigi Rossi, presidente dell'Isiao, la senatrice Carettoni, esperta di storia degli Herero, presidente onorario dell'ISIAO e il dottor Roberto Tresoldi, direttore di Namib air, e il console onorario della Namibia in Italia, Petter Johannesen , il suo caro amico, ha partecipato all'importante evento).

Sam Nujoma. Yes. I know him, from Milan.
(Si. lo conosco. Vive a Milano).

Emanuela Scarponi. ...I arrived to Epupa falls, Angola boards on those days and I came back here nowadays. Namibia is well known in my country and my city, Rome, thanks to this cultural initiative.
(Sono arrivata alle Epupa Falls, al confine con l’Angola, in quei giorni e sono tornata qui oggi. La Namibia è molto conosciuta nel mio Paese e nella mia città, Roma, grazie a questa iniziativa culturale).


Emanuela Scarponi. I would like you tell us about your life. Was it difficult for you to make an entire country - Namibia -independent?
(Vorrei che ci parlasse della sua vita. È stato difficile per lei rendere indipendente un intero Paese, la Namibia?).

Sam Nujoma. We had a common purpose: the liberation of our countries, the independence of our countries, so that was the aim objective of the Swapo party. That's why everyone came: everyone wanted to be free; we fought for the common purpose: the freedom. So everyone has the same purpose. And we all are free now.

(Avevamo uno scopo comune: la liberazione dei nostri Paesi, l'indipendenza dei nostri Paesi, quindi questo era l'obiettivo del partito Swapo. Per questo sono venuti tutti: tutti volevano essere liberi; abbiamo combattuto per lo scopo comune: la libertà. Ed ora siamo tutti liberi).

Emanuela Scarponi. But you founded Swapo party, South West African people' s organization, don't you?

(Ma lei ha fondato il partito della Swapo, Organizzazione dei popoli dell’Africa Sudc occidentale?)

Sam Nujoma. Yes, I founded Swapo party. I was elected the leader of Swapo in april 1960, while I was already in exile.

(Si. Sono stato eletto leader della Swapo nell’aprile del 1960, mentre ero già in esilio).

Emanuela Scarponi. You lived in Dar er Salaam, didn't you? (Viveva a Dar er Salam in Tanzania?)

Sam Nujoma. Yes. First I lived in Dar er Salam - Tanzania - then in Lusaka - Zambia, then in Rwanda and Angola before we scored the final victory on the minority white South African apartheid, colonial regime which occupied our country and oppressed our people. The aim and objective of Swapo was first of all to liberate Namibia from colonial oppression and to introduce the democratic system and democratic society, where every citizen would have freedom of movement, freedom of participating, in elections to practice during my election. That was the main aim of Swapo.
Now we are independent. It was difficult.

(Sì. Prima ho vissuto a Dar er Salam - Tanzania - poi a Lusaka - Zambia, poi in Rwanda e in Angola prima di ottenere la vittoria finale sull'apartheid sudafricano di minoranza bianca, regime coloniale che ha occupato il nostro Paese ed ha oppresso il nostro popolo. Lo scopo e l'obiettivo della Swapo era prima di tutto quello di liberare la Namibia dall'oppressione coloniale e di introdurre il sistema democratico e la società democratica, dove ogni cittadino fosse libero di muoversi, di partecipazione alle elezioni durante la mia elezione. Questo era l'obiettivo principale di Swapo.
Ora siamo indipendenti. Fu difficile).
Nel 1989 infatti il Sudafrica accetta il Piano delle Nazione Unite per la Namibia e che avvengano libere elezioni che si svolgono sotto la supervisione delle organizzazione delle Nazioni Unite e l'indipendenza sarà poi proclamata ufficialmente il 21 marzo 1990 con Sam Nujoma eletto Presidente della Repubblica della Namibia restando in carica fino al 2005. Nujoma governò la Namibia per 15 anni esatti, dal 21 marzo 1990 al 21 marzo 2005. Il suo ruolo di "padre della patria" consentì al suo governo di essere solido, duraturo e decisionista. In politica interna, Nujoma cercò una maggiore indipendenza economica, superando la tradizionale sudditanza nei confronti del Sudafrica. Incentivò le già relativamente prospere attività agricole ed industriali, consentendo alla Namibia di diventare uno dei Paesi africani più avanzati e ricchi. Altro elemento importante della politica interna di Nujoma fu la diplomazia e l'equilibrio con cui seppe conciliare le esigenze delle diverse etnie del Paese. Non da ultima la riforma agraria.

Emanuela Scarponi. Which is the aim of the government now?

(Quel è l’obiettivo del Governo oggi?)


Sam Nujoma. Now we are in the second phase.
Now the difficult struggle is for economic independence it is equally difficult.
But we have chosen how to eradicate poverty, disease and ignorance;
these are the three aims we have now:
so our enemy is ignorance. So the first objective is to educate Namibian people and train people.
Namibia is rich country in terms of minerals, diamonds, uranium, copper, zinc, and lead and fish products. Diamonds are exploited as rough diamonds.
Now we are educating and training our people, mostly our young people. First of all we have to establish University of Namibia, with polytecnical institute.
We have a discreet professional training program in order to ensure every Namibian children an education so that when they grow up they will be able to become medical doctors to ensure people's health; engineers, biologists, geologists and many other technical trade people in order to ensure that we eradicate poverty and provide the needs of every Namibian citizen.
So we have to fight poverty, disease and ignorance now in order to eradicate poorness and to provide happiness to everyone in Namibia, to make Namibia a good place to live an happy life.

(Ora siamo nella seconda fase. Ora la difficile lotta per l'indipendenza economica è altrettanto difficile.
Ma abbiamo scelto come sradicare la povertà, la malattia e l'ignoranza; questi sono i tre obiettivi che abbiamo ora: quindi il nostro nemico è l'ignoranza. Quindi il primo obiettivo è educare i namibiani e formare le persone.
La Namibia è un paese ricco in termini di minerali, diamanti, uranio, rame, zinco, piombo e prodotti ittici. I diamanti sono sfruttati come diamanti grezzi.
Ora stiamo educando e formando la nostra gente, soprattutto i nostri giovani. Prima di tutto dobbiamo fondare l'Università della Namibia, con un istituto politecnico.
Abbiamo un discreto programma di formazione professionale per garantire a tutti i bambini namibiani un'istruzione in modo che da grandi possano diventare medici per garantire la salute delle persone; ingegneri, biologi, geologi e molti altri professionisti del settore tecnico al fine di garantire l'eliminazione della povertà e soddisfare i bisogni di ogni cittadino namibiano.
Quindi dobbiamo combattere la povertà, le malattie e l'ignoranza ora per sradicare la povertà e fornire felicità a tutti in Namibia, per rendere la Namibia un buon posto dove vivere una vita felice).

Emanuela Scarponi. What do you think to do to help Himba people?

(Cosa pensate di fare per aiutare il popolo Himba?)

Sam Nujoma. You came here in 1995, 5 years after independence.
If you go to visit them now, you will see they have hospitals, tar roads, and schools for them too of course.
(Sei arrivata in Namibia 5 anni dopo l’indipendenza. Se vai oggi a fare una visita agli Himba, troverai ospedali, strade asfaltate, e scuole ancheper loro naturalmente).

Emanuela Scarponi. When I arrived to Windhoeck in 1995 there was no a black man in town and it looked very strange to me. It did not look like Africa. The first black people I met were Himba at Epupa falls, a long-way on the journey, after passing a crossway in the middle of savanna signed of forbidden crossing the gate: Malarial area.
We passed and we entered the Africa we dreamt and look for.
I asked children about school: they attended school but they did not know for how many years on those days...
But now everything is different. It is very clear.
I am very happy to see this changement.
There are black people in town. I think African people must own their land as everyone.
What you are saying is very important.
I saw great groups of schoolmates along the way now ...and there are more buildings. Windhoek is much bigger.
(Quando sono arrivata a Windhoeck nel 1995 non c'era un uomo di colore in città e mi è sembrato molto strano. Non sembrava l'Africa. I primi neri che ho incontrato sono stati Himba alle cascate Epupa, una lunga strada nel viaggio, dopo aver superato un incrocio, in mezzo alla savana, dove un cartello vietava di oltrepassare il cancello a causa della malaria. Siamo passati e siamo entrati nell'Africa che sognavamo e cercavamo.
Ho chiesto a dei bambini se frequentassero la scuola ma, ad una prima risposta positiva, non seppero indicarmi quanti anni la scuola durasse per loro...
Ma ora è tutto diverso. È molto chiaro.
Sono molto felice di vedere questo cambiamento.
Ci sono persone di colore in città. Penso che gli africani debbano possedere la loro terra come tutti.
Quello che sta dicendo è molto importante.
Ho visto gruppi di compagni di scuola lungo la strada ... e ci sono più edifici. Windhoek è molto più grande).

Sam Nujoma. ... in uniform now....
(in uniforme ora)

Sam Nujoma. 5 years after independence to nowadays 25 years passed away. There has been improvement.
After independence, we concentrated to infrastructures, we built tar roads to Botswana, to Zimbabwe, to Zambia and to Angola. And the extension of the railway-line from North-centre of Namibia to the Angola borders to meet the Angola railways system in order to improve commercial trading among Sad-ac countries. At that time we wanted to head tar roads and railway-line linking from Namibia to South Africa. Now they are all liberal countries. It is very important for us to to trade with them.

(5 anni dall'indipendenza ad oggi sono 25 anni. C'è stato un miglioramento.
Dopo l'indipendenza, ci siamo concentrati sulle infrastrutture, abbiamo costruito strade asfaltate per il Botswana, lo Zimbabwe, lo Zambia e l'Angola. E l'estensione della linea ferroviaria dal Centro-Nord della Namibia ai confini con l'Angola per unirci al sistema ferroviario dell'Angola al fine di migliorare gli scambi commerciali tra i Paesi Sad-ac. A quel tempo l’obiettivo erano le strade asfaltate e le linee ferroviarie che collegassero la Namibia al Sud Africa. Ora sono tutti Paesi liberi. È molto importante per noi commerciare con loro.


Emanuela Scarponi. What about diamonds? I am an Italian woman and I am very interested in diamonds!

(E cosa mi dite dei vostri diamanti? Sono una donna italiana e ne sono molto interessata.).

Sam Nujoma. Yes, of course! We are now exploiting this resource, Namibian Government with De beers, the old mine owner together, are exploiting gems diamonds, but some of the gem diamonds very popular in the world are going to finish, but some particular gem diamonds are still available.

(Sì, naturalmente! Stiamo sfruttando questa risorsa, il governo namibiano con De Beers, il vecchio proprietario della miniera insieme, stanno sfruttando i diamanti, ma alcuni stanno per finire).

Emanuela Scarponi. What about San future? They told me they cannot anymore move from a place to another one because of the land privatization of lands.

(Cosa ne sarà dei San? Mi hanno detto che non possso più spostarsi da un luogo all’altro per via della privatizzazione delle terre).


Sam Nujoma. San people must attend lessons at schools, they have tar roads, hospitals, like everyone.
(I San devono frequentare la scuola, hanno strade asfaltate, opsedali, come tutti.).

Emanuela Scarponi. What about your political system?

(Come è il vostro sistema politico?)

Sam Nujoma. We are a democratic country with 8 parties. Anyhow everybody is democratically expressed.
Did you visit the Parliament?
(Siamo un Paese democratico, con 8 partiti), ognuno dei quali democraticamente espresso. Ha vissitato il Parlamento?)

Emanuela Scarponi. Yes. I visited Parliament, the first African Parliament I was able to visit. They were celebrating the women's day.
What is the condition of women in Namibia?

(Si. È il primo Parlamento africano visitato nel giorno della celebrazione della festa della donna).


Emanuela Scarponi. How many women are in Parliament?

(Quante donne conta il vostro Parlamento?)

Sam Nujoma. We have many now but now we are trying to mobilize more women.
(Vi sono parecchie donne parlamentari, ma ne vogliamo ancora).

How many women are in Italian Parliament?
(Quante donne ci sono nel Parlamento italiano?)

Emanuela Scarponi. Few: 50 on 315 at Senat house.
We have the same problem in Italy too.
(50 su 315. abbiamo lo stesso problema in Italia).

Sam Nujoma. It is a good number 50.
(50 sono un buon numero).

Sam Nujoma. Also students are attending Parliament sessions now. Swapo wants the participation of every citizen to Parliament activity. We instituted the Ministry of gender and quality affairs occupied now by a woman of Himba ethnic group.

(Anche gli studenti stanno frequentando le sessioni del Parlamento. La Swapo vuole la partecipazione di ogni cittadino all'attività del Parlamento. Abbiamo istituito il Ministero per gli affari di genere e di qualità occupato ora da una donna di etnia Himba).

Emanuela Scarponi. I studied Himba society where women are very important.
(Ho studiato la società himba, nella quale le donne rivestono un ruolo importante).

Sam Nujoma. Yes, of course.
(Naturalmente).

Emanuela Scarponi. Thank you very much for this interview that will be published on Silkstreetpress. You will listen about it in the future.
Dear Sam, You will be in my heart all my life.
Thank you very much, indeed and we hope to have a leader as you in Italy!

(Grazie mille per questa intervista che sarà pubblicata su Silkstreetpress. Ne sentirà parlare in futuro.Caro Sam, sarai nel mio cuore per tutta la vita. Grazie mille, davvero e speriamo di avere un leader come te in Italia!
Emanuela Scarponi

 


02-12-2019


                                                                                                  CARTAGINE INCONTRA ROMA

           L'Africa deve tornare a crescere: queste le parole di Gilbert F. Houngbo, presidente dell'Ifad, che cita Scipione l'Africano e Cartago: si apre così il primo capitolo di un nuovo libro tutto da scrivere tra Italia ed Africa, in occasione dell'incontro istituzionale che si è tenuto per il secondo anno presso la Farnesina. Di grande rilevanza storico-politica, questo incontro segna le linee-guida del neonato Governo italiano in continuità in realtà con il recente passato, pur con problematiche nuove e diverse da affrontare.
            L’Africa è in continua evoluzione e le movimentazioni dei migranti ne sono la diretta conseguenza. Quindi il problema si deve affrontare superando le differenze culturali e cavalcando a ritroso le onde del Mare Mediterraneo per disegnare assieme ai Paesi che in particolare si affacciano sul Mar Mediterraneo i processi politici, culturali e di promozione allo sviluppo in corso, che vedono il nostro Paese attore di primo piano, soprattutto per la sua posizione geografica e geopolitica.
Nel corso degli interventi si è ovviamente affrontato il problema del traffico illecito di esseri umani che si consuma nel Mare Nostrum, e che avviene contro ogni rispetto per gli inviolabili diritti dell’uomo. Ed è là che bisogna intervenire per combattere questa piaga. Le modalità sono tutte da decidere ma dalla condivisione dei problemi - auspicata dal presidente del Consiglio, Conte, che lo ha ribadito più volte - si giungerà ad una soluzione. Sulle orme quindi della I conferenza Italia-Africa salutata da Mario Giro, la tradizione prosegue.
         Si riportano i fatti ed i passi avanti che l'Italia sta facendo in Africa e con l'Africa. A tal fine, e per amore di verità, la conferenza è stata trasmessa in diretta radiofonica.
        Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto i lavori di questa seconda "Conferenza ministeriale Italia-Africa" che vede riuniti a Roma le delegazioni (oltre 50) di Paesi africani, i vertici dell'Unione Africana e i rappresentanti delle principali organizzazioni internazionali. Egli ribadisce che i lavori di questa Conferenza si svilupperanno, dunque, nel segno della continuità del nostro impegno, intensificatosi in misura significativa in questi anni.
Seguono gli interventi del ministro degli affari esteri, Enzo Moavero Milanesi, il quale ribadisce l'importanza di cooperazione tra Italia e Africa, in linea con la politica estera italiana in Africa del Governo precedente. Sono presenti 46 Paesi africani ed anche i Capi africani parlano dell’opportunità di garantire un rapporto istituzionale tra Italia ed Africa al fine di promuovere lo sviluppo culturale, economico ed industriale grazie alla cooperazione allo sviluppo, anche per risolvere il problema della immigrazione clandestina.
Il ministro Moavero invece si propone di dare ampio spazio alla economia italiana nel continente, mettendo a disposizione le forze imprenditoriali e scientifiche del nostro Paese e dell'Europa. Parla anche dell'elemento culturale, come strumento indispensabile per parlare al cuore delle persone. La ricchezza culturale del continente africano è tale che la si può condividere con la ricchezza culturale italiana. Il suo auspicio è pertanto quello di conoscersi meglio. L'intervento di Emanuela Del Re, viceministro, deputato agli affari esteri e alla cooperazione della Repubblica italiana, ha espresso l'opportunità di "creare un rapporto di amicizia" tra i popoli italiano e africano, ricordando i molteplici scrittori africani quale tra gli altri il Premio Nobel Wole Soyinka e lo scrittore Chinua Achebe che hanno fatto grande l'Africa; per parlare poi dei Paesi che hanno raggiunto la libertà e l'indipendenza dal 1960 ad oggi.
        Si parla del Sud Africa e la fine dell'apartheid e l'avvento di Nelson Mandela a Presidente, ricordato più volte, di cui quest’anno si festeggia il centenario della nascita; parla ancora della Namibia che ha raggiunto la sua indipendenza dal Sud Africa nel 1990, con il grande Sam Nuyoma, dando così fine all'apartheid proprio in quegli anni. Ricorda infine il progetto Erasmus da effettuare in Italia per gli studenti africani, progetto da concretizzare entro il 2020.

di Emanuela Scarponi


26-12-2019


                                                                      Cenni di dialogo mediterranei attraverso la storia antica

       Moltissimi sono gli argomenti che costituiscono oggetto di studio della storia antica, medievale, moderna e contemporanea del Mediterraneo. Tra quelli di maggiore interesse oggi notoriamente trattati sono “Le mille vie della seta”, il Mediterraneo neoprotagonista nel continente euroasiaticoafricano, la belt and road Initiative, la tratta di esseri umani attraverso le rotte del Mediterraneo. Il mio interesse primario resta l'Africa e di conseguenza il rapporto che oggi esiste tra l'Italia, il mio Paese, e questo continente attraverso il Mare nostrum, da sempre ponte indissolubile tra i popoli che abitano le sponde opposte dello stesso mare, senza distinzione di razza.
       A dimostrazione di ciò, ho inteso ripercorrere brevemente la storia antica di Roma, ed il suo rapporto con l'Africa. Vale a questo punto fare un breve excursus sugli antichi rapporti storici che legano la nostra storia a quella del Nord Africa al tempo dei Romani e con i Paesi del Sud Sahara nel Medio Evo.
        La cultura afroromana risale all'814 a.C., anno della fondazione di Cartagine, con la fine dell’esplorazione del Maghreb orientale l’avvio della colonizzazione.
       La nascita della città punica, chiamata Qart Hadasht (ossia «città nuova») da cui poi il nome Cartagine, è tramandata anche da una leggenda, secondo la quale la principessa Didone, a causa delle discordie politiche maturate a Tiro in Fenicia, si allontanò dalla patria con parte della popolazione e, approdata al lago di Tunisi allora navigabile, vi fondò una nuova città. Quando, infine, riuscì a impadronirsi di Messina (270), si trovò a contatto diretto con Roma: l'incontro con la città laziale, già allora in piena espansione, si tradusse presto in un lungo conflitto armato che, nonostante le eroiche gesta prima di Amilcare e poi di Annibale, la vide alla fine soccombere per opera di Scipione l'Africano nel 146 a.C. Per la moderna Tunisia l'età cartaginese non fu solo l'affermarsi di una civiltà di mercanti sensibili al gusto ellenico, ma anche l'avvento di un'epoca cruciale grazie alla quale la regione dei Berberi fu definitivamente integrata nel mondo mediterraneo. Il predominio di Roma su quella che fu denominata «Africa proconsolare» si risolse, almeno agli inizi, in uno sforzo di contenimento militare delle pressioni provenienti dalla Numidia: la costruzione di una fossa regia tra le attuali Tabarka e Sfax ebbe lo scopo di proteggere la Sicilia. 
      Lo sviluppo economico dell'Africa romana divenne florido specialmente sotto gli imperatori Flavi e Severi, quando alcune regioni si caratterizzarono per la produzione di grano (attorno a Dougga e Ammaedara) e di olio (nei pressi di Hadrumetum), favorendo la nascita dì numerose città, porti e mercati. La stessa Cartagine ne subì un influsso benefico: già favorita nella rinascita da Caio Gracco, Cesare e Augusto, nel corso del III sec. d. C. divenne un porto tanto importante da trasformare la città nel secondo centro urbano dell'Impero. Si sviluppò allora una corrente artistica «afro-romana» che si affermò in particolare nelle composizioni decorative e nei mosaici che possiamo rinvenire ancora oggi nella maggior parte dei siti archeologici dei Paesi del Nord Africa. 
     Il Medioevo non fu affatto un periodo buio, ma al contrario fu un'epoca in cui i commerci, soprattutto marittimi, ebbero uno sviluppo eccezionale e non fu certo l'Islam a bloccare la continuità commerciale del Mediterraneo. Possiamo infatti considerare in parte errata la teoria di Henri Pirenne riguardo la stagnazione dei commerci tra le sponde del Mare Nostrum dopo l'affermazione dell'Islam nel suo massimo splendore. Importantissimi furono i contatti che ebbero le principali città marinare (Genova, Pisa, Venezia, Barcellona) con la costa dell'Africa settentrionale e con il Medio Oriente. I principali porti islamici (importanti per la loro posizione strategica per le rotte commerciali e per ricchezza di prodotti) erano Ceuta, Tunisi, Algeri, Bugìa e Alessandria. E dal Sudan Occidentale proveniva la maggior parte dell'oro che il vecchio continente importava grazie al controllo dei porti sulla costa magrebina. Le testimonianze riguardo a questo Impero Africano le abbiamo da un grande geografo musulmano del XI secolo El-Bekrì; ed è grazie a lui che si è potuti risalire alla derivazione del nome del regno: Ghana, o Kana nella lingua Malinke significa Capo. Il Geografo musulmano ci dice che la Capitale del regno, che prende il nome dello stato stesso, era abitata da musulmani convertiti abbastanza recentemente.
      La forza dell'Impero africano si basava quasi esclusivamente sull'estrazione di oro che veniva ridotto in polvere e trasportato attraverso tutto il deserto del Sahara fino ai porti della costa settentrionale africana per essere caricato in navi mercantili dirette verso i porti europei. Ma vendevano anche il sale, la frutta secca (aveva un valore altissimo nel Medioevo e addirittura veniva usata per scambiarla con l'oro), il corallo e le tinte per tingere i vestiti. Numerosissimi erano i mercanti che raggiungevano il Sudan Occidentale per trattare direttamente accordi per scambi commerciali e accaparrarsi i migliori prodotti da poter rivendere poi nei mercati europei. El-Bekrì ci dice anche che l'oro estratto dalle miniere dell'Impero del Ghana era il più puro che lui avesse mai visto. La maggior parte via carovaniera, detta anche via dell'oro, aveva come inizio appunto il Ghana e arrivava fino alla città di Sijilmassa (e poi a Fez e poi Tangeri o Ceuta) dove fu stabilita una zecca fatimide, coniando monete d'oro contro il potere abbaside.
La qualità della moneta era talmente alta e di ottima fattura che venne richiesta fino in Oriente; il successo dei dinar fatimidei di Sijilmassa persero la loro importanza quando la dinastia in Spagna degli Omeiade produssero una nuova moneta che soppiantò quella dei fatimidi.
El-Bekrì ci parla anche della società ghanese, e ci dice che la potenza economica dell'Impero veniva manifestata con splendidi edifici, in primis il palazzo reale costruito sul Niger, che sottolineavano la grandezza del sovrano e di tutto il regno.
     Un altro geografo musulmano sempre dell'XI secolo fu al-Idrìsì, che chiamò il territorio del Ghana il "paese dell'oro". Le descrizioni sul"paese dei Neri" e sull'Impero e sulla sua collocazione geografica (Sudan Occidentale), vennero a conoscenza del mondo cristiano grazie all'opera Kitab, di Al Idrisì, in cui si scopre che la popolazione del Ghana era dedita anche all'agricoltura e alla razzia.Dopo il 1077-1078, la capitale dell'Impero subì un saccheggio distruttivo da parte degli Almoravidi che portarono ad un declino del Regno inarrestabile, fino al punto che il regno del Mali lo soppiantò completamente. Bisogna aspettare il XII secolo per veder riprendere l'economia di tutta l'Europa, perché ritorna presente l'oro, e di conseguenza si sviluppano i commerci a lungo raggio che erano scomparsi dalla caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Ho voluto evidenziare questi due particolari fasi della storia antica che ci legano all'Africa per dimostrare come in realtà il legame del Mediterraneo è molto antico, molto di più del pensare comune che riduce tutto in termini di immigrazione clandestina e colonialismo, la cui analisi attenta e meticolosa lascio agli studiosi del settore.
Per guardare alla situazione attuale, vorrei ricordare la OUA, l'Organizzazione dell'Unione africana, le sue funzioni e la sua evoluzione, nel processo di autodeterminazione dei popoli dei Paesi del Nord Africa in evoluzione, che stanno realizzando il passaggio da regime totalitario a democratico. Auspico che questa Organizzazione oggi più che mai sia potenziata di contenuti e di autorità per accompagnare il processo di modernizzazione, in base ad autogoverno, democrazia, frutto del processo di globalizzazione dovuto ai nuovi mezzi di comunicazione di massa quali Internet ed all'avvicinamento sempre più massiccio degli Africani all'Europa.
      Auspico che l'Italia possa, posizionata come è al centro del Mediterraneo, condurre pertanto una funzione guida, tesa a promuovere la cooperazione e lo sviluppo di questi Paesi vicinissimi, capovolgendo il fenomeno di immigrazione clandestina e trasformandolo in un vantaggio per l'Italia, interrompendo questo processo - che sembra irreversibile - di migliaia e migliaia di disperati che rischiano la vita nell'attraversamento del mare con imbarcazioni disagiate, promuovendo in questi Paesi progetti di sviluppo del territorio che possano finalmente rendere vivibili le zone più aride, con l'apporto dei nostri tecnici e scienziati di ogni settore, su cui certamente si può contare.
Emanuela Scarponi

21-11-2019

                                                         Rassegna “cinema e libri” e l'Isola Tiberina


     L’Art Culture Festival Cinema&Libri, ideato da Giovanni Fabiano (editore) e Maria Castaldo (scrittrice e attrice), si inserisce nel quadro artistico dell'Isola del cinema, il cui direttore artistico è Giorgio Ginori. L’evento si svolge a Roma ogni estate da 25 anni nella location d’eccezione dell’Isola Tiberina nell'ambito dell'Estate Romana, celebre manifestazione culturale organizzata dal Comune di Roma in diversi luoghi monumentali della capitale a partire dal 1977, sotto la guida dell'architetto Renato Nicolini, all'epoca assessore alla cultura, fino ad oggi.
      Quasi a ricordare “l'isola che non c'è” di Edoardo Bennato, l'Isola Tiberina diviene punto di incontro di varie forme d'arte: visiva innanzitutto, ma anche letteraria e fotografica. Situata al centro della città, l'isola del fiume Tevere è raggiungibile a piedi dal Lungo Tevere alberato.
      Tra i progetti dell’ACF Cinema&Libri segnaliamo “Ce la siamo cercata”, rassegna dedicata al mondo femminile, curata da Maria Castaldo, e “Fuori dal buio, la mafia non è luce” una serie di incontri per discutere su quanto male fanno al nostro paese le mafie.
Nell’edizione autunnale, dell’ACF Cinema&Libri, che si svolge nel teatro del Trionfo di Cartoceto in provincia di Pesaro e Urbino, l’ospite d'onore è stata Maria Badalamenti, divenuta scrittrice pubblicando il libro: Sono nata Badalamenti. A presentarla due personaggi di spicco del mondo del giornalismo, Paolo Di Giannantonio del TG1 e Giommaria Monti, autore della trasmissione Carta Bianca su Rai3 e del libro Falcone e Borsellino: 10 anni di solitudine che raccoglie testimonianze importanti (tra le quali quelle di Ajala, la sorella di Falcone e la moglie di Borsellino) e un CD con le musiche del maestro Stefano Fonzi e brani letti da Luca Ward e Fabiana Sera. La prefazione del libro è a cura del giornalista Franco di Mare.
      L’ACF Cinema&Libri ha l’obiettivo di coniugare la letteratura con il mondo cinematografico. All’Isola si incontrano libri, cinema e foto.
     In questa occasione viene presentata la mostra multimediale“Kathmandu, la valle incantata”, di Maria Paola Santopinto, costituita da un réportage che interpreta, attraverso il resoconto di viaggio, le caratteristiche dei popoli e delle civiltà incontrate, e proiettato il documentario proiettato sull'austera Isola Tiberina, che dà una visione completa di questo Paese e dei costumi. È un modo diverso di interpretare il senso della conoscenza museale. Una mostra multimediale permette infatti di percepire maggiormente varie sfaccettature di una realtà, utilizzando tipologie diverse non solo tramite le parole scritte, ma anche con film e fotografie.
Il suono della campana tibetana chiude la serata, quasi a ripetere le tecniche di meditazione degli antichi popoli nepalesi e tibetani, che oggi vengono utilizzate in Occidente e si ispirano invero alle tradizioni ed alle culture buddhiste praticate quotidianamente da 2.000 anni, da queste persone, in modo molto semplice e naturale.

Emanuela Scarponi