CONCERTO PER PIANOFORTE dall'Europa al Giappone pianista Rebecca Guerra

 

Il “piccolo teatro Tordinona“ è al centro di Roma, in una meravigliosa piazzetta, incastonato tra antichi e sontuosi palazzi. Non vi ero mai entrata, ma sono rimasta meravigliata dell'alcova quale è.

Inoltre è del tutto soddisfacente la sua posizione, la sua struttura ed in particolare la perfetta acustica del luogo. Questo piccolo teatro costruito nel XVII secolo era conosciuto come teatro Apollo Tordinona ed in passato anche Sala Pirandello.

Grazioso ed accogliente, con questa sua ottima acustica è ben frequentato e conosciuto per i corsi di teatro, di scuola, per eventi e spettacoli.

Il 6 marzo si è svolto un interessante concerto per pianoforte eseguito dalla giovane pianista promettente Rebecca Guerra di Pietrasanta, Lucca, dal titolo “dall’Europa al Giappone “. Alcuni brani di musicisti giapponesi si sono alternati a brani classici di grandi Europei. Si è passati da J. Hisaichi con il brano Ashitaka e San da “la Principessa Mononoke” a L.V. Beethoven, con la sonata “opera 109”, primo tempo, a F. Chopin con il meraviglioso Notturno in Do minore, ancora G. Kurtàg.

Ifa presente la Nostra come questi compositori giapponesi si ispirino invero alla nostra tradizione classica, rivisitandola, con i loro brani accostati per similitudine o per forti contrasti sonori, creando di fatto una opera d'arte nuova. Ecco lo spettacolo di Rebecca.

Anche l’idea di cambiare il costume in base al brano musicale ha destato meraviglia e piacere nello stesso tempo per la sua originalità: vestita da principessa Mononoke, Rebecca dà inizio al concerto, accompagnata dal suo maestro mascherato, che con mani sottili e lunghe gira i suoi spartiti silenzioso ed invisibile.

Terminato il programma la nostra Pianista ha offerto a tutti due bis, di cui l’ultimo a richiesta di alcuni giovani studenti di pianoforte.

E' stata una serata divertente, piacevole, speciale in un luogo incantato, grazie al talento di questa giovane e brillante musicista.

Questa giovane coppia di artisti ha incantato la platea nella sala del teatro, comunque ricolma di persone e di giovani che ascoltavano ogni brano con grande piacere e partecipazione tanto da unirsi in un afflato unico al termine di ogni brano musicale. Rebecca cambiava stile ogni qualvolta lo necessitava, passando da costumi di stile rurale a costumi romantici di fata incantata, con un abito lungo bianco ed ornata da capelli lunghi rosa.

Infine per un brano molto originale Rebecca veste una tuta argentea, quasi fosse un essere alieno, impersonando il personaggio che aveva ispirato il brano musicale e ne recita alcune parole: il corpo del protagonista che ispira il brano musicale si confonde con il mondo esterno e non percepisce più la sua identità umana tanto appunto da sembrare questo il corpo di un alieno.

Quindi in questa mescolanza di teatro e musica la serata si arricchisce di sensazioni sia prodotto della agilità musicale di Rebecca che fa volare le sue mani sul bellissimo pianoforte a coda situato al centro del palcoscenico.

Inoltre la luce offuscata e colorata rende interessante e avvolgente l’atmosfera.

Quindi teatro, musica e platea diventano un tutt’uno in questa alcova dai tappeti rossi che contraddistingue questo piccolissimo ma bellissimo teatro, definito piccolo teatro Tordinona al centro di Roma.

Maria Paola Santopinto

IL PIANO MATTEI: UN PO’ DI STORIA
di Alessandra Di Giovambattista

La recente approvazione del DL n. 161 del 15 novembre 2023 in tema di partenariato tra Italia ed alcuni paesi dell’Africa, ha riportato alla memoria la figura di Enrico Mattei, con riferimento ai principi ispiratori delle sue politiche industriale ed economico-sociale estera nell’ambito del mercato degli idrocarburi.
La figura storica di Enrico Mattei è stata dibattuta; chi lo ha considerato un geniale economista, che ha svolto la sua attività anche in un’ottica di giustizia sociale, chi invece lo ha ritenuto un incapace, imbroglione e truffatore da strapazzo (come lo definì Indro Montanelli sul Corriere della Sera), il simbolo negativo della politica italiana e del capitalismo di Stato. Anche di recente, alcuni politici italiani hanno espresso pareri negativi sul suo operato, guidati più da un atteggiamento a favore delle privatizzazioni e a tutela dei propri interessi che da una reale analisi delle capacità manageriali e dei risultati positivi raggiunti da Mattei e dalle sue strategie politico-economiche.
Ed invece è opportuno recuperare l’immagine di Mattei quale imprenditore italiano che ha saputo contrastare le pressioni interne ed estere in nome di un patriottismo che guardava all’Italia come una Nazione che doveva e poteva risorgere dalle ceneri della seconda guerra mondiale. Di fatto il primo presidente dell’Ente Nazionale Idrocarburi (ENI), da lui fondato nel 1953, è sempre stato un personaggio scomodo; pieno di intuizioni, di iniziative volte a valorizzare lo sfruttamento, il trasporto, l’impiego estensivo del metano che le grandi compagnie petrolifere preferivano bruciare in aria o abbandonare sui terreni perché troppo costoso da gestire con ingenti danni anche dal punto di vista ambientale. Il ruolo di ENI e della Società Nazionale Metanodotti (Snam) sul mercato del metano ha consentito all’Italia, nel 1960, di ridurre notevolmente le importazioni di gas naturale liquefatto dalla Russia rafforzando la capacità di rigassificazione. Ciò ha sottolineato la valenza strategica delle società sotto il controllo pubblico a fronte di chi ne voleva la privatizzazione nell’ottica di una non ben mai chiarita e verificata concorrenza di mercato, di cui oggi noi tutti paghiamo le conseguenze con bollette che sembra non si arrestino nella corsa al rincaro. La sua azione fu meritoria anche nella strategia politica e industriale verso i paesi produttori di idrocarburi in cui operava ENI e le sue controllate; la strategia era quella di garantire un pieno diritto allo sfruttamento delle risorse prelevate nei propri territori destinando parte dei proventi alla crescita interna dei paesi africani. L’approccio di Mattei era quello dell’avvio di un processo di affrancamento dalle potenze coloniali e dalle grandi compagnie petrolifere essenzialmente franco-anglo-americane che ne rappresentavano la longa manus.
Enrico Mattei, dopo un’iniziale militanza nel partito fascista, divenne, durante la seconda guerra mondiale, un comandante partigiano e fu insignito anche della medaglia d’oro; può essere considerato un protagonista fondamentale del boom economico nonché artefice della politica estera italiana, nel periodo post bellico, grazie al rilievo che l’ENI guadagnò in ambito internazionale.
Ma andiamo con ordine: dopo la fine della seconda guerra mondiale Enrico Mattei fu nominato commissario dell’Agenzia Generale Italiana Petroli (AGIP), una struttura fascista (costituita nel maggio del 1926) e non più operativa, con il compito specifico di liquidare l’AGIP, vendendo gli immobili e tutte le attività al primo offerente per alleggerire lo Stato da un peso considerato inutile. Mattei dopo aver accettato l’incarico di liquidatore si convinse che era necessario per l’Italia recuperare un piano energetico per la ricostruzione e lo sviluppo del Paese; così, aiutato dai dipendenti ripristinò i vecchi impianti, riportò al lavoro molti operai, in totale disaccordo con le direttive impartite dal Governo. Dopo pochi anni furono scoperti dei giacimenti di metano nella provincia di Lodi e di lì a poco Mattei iniziò un’azione di modernizzazione dello Stato con cui attraverso una rete capillare di metanodotti si rifornivano le case e le industrie con un combustibile a basso prezzo. L’Agip iniziò anche a produrre liquigas per le cucine domestiche e si dotò di camioncini per raggiungere anche i piccoli comuni di montagna; creò le stazioni di servizio, i motel Agip, i bar. Nel 1953 Enrico Mattei costituì l’ENI e fu eletto primo presidente; in breve l’Ente si sarebbe trasformato in un colosso internazionale grazie alla sua politica industriale innovativa. Egli guardò con interesse l’Africa, in particolare l’Algeria tra la metà degli anni 50 e l’inizio degli anni 60, dove sostenne anche la causa dell’indipendenza algerina dal governo di Parigi. Ma c’è di più; Enrico Mattei volle trasformare l’ENI in una realtà con valenza mondiale nel settore degli idrocarburi per contrastare la politica oligopolistica delle c.d. “sette sorelle”, cioè le multinazionali petrolifere essenzialmente anglo-americane: Exxson, Mobil, Shell, Chevron, Gulf, Texaco, BP. Questo cartello trattava con i Governi dei paesi produttori di materie prime con un atteggiamento ancorato al colonialismo; Mattei invece trovò un modo innovativo di coinvolgere i Paesi nell’attività estrattiva creando società miste tra ENI e governi locali; in tal modo contribuiva a migliorare le condizioni di vita dei popoli africani e ne incrementava l’occupazione. La formula Mattei poteva quindi essere riassunta come “Africa per l’Africa” dove predominava la collaborazione rispetto al bieco sfruttamento. L’obiettivo di Mattei era estrarre ed utilizzare le materie prime dei paesi produttori e nel contempo svilupparne la commercializzazione affinché il continente africano crescesse e prosperasse grazie all’uso delle proprie risorse; in particolare l’accesso all’energia avrebbe contribuito a portare sviluppo e stabilità. Nacque così anche la formula di distribuzione degli utili dove ai paesi produttori si riconosceva il 75% degli utili, mentre il 25% andava ad ENI e ciò restituiva il giusto compenso ai paesi africani e medio orientali in un’ottica di una graduale e ordinata crescita di territori con culture e tradizioni proprie. Mattei con questa nuova formula aveva ottenuto concessioni in Somalia, Egitto, Marocco, Libia, Sudan, Tunisia ed Iran. Inoltre, nel 1960 sottoscrisse un accordo con la Russia per un’ingente fornitura di greggio a prezzi molto bassi e ciò segnò l’inizio di una collaborazione commerciale proficua tra ENI e Russia che prevedeva anche l’esportazione di tubi della Findesit, macchine Fiat, cavi Pirelli, tubi e fertilizzanti azotati. In pochi anni l’Agip e l’ENI divennero dei colossi economici e rivestirono un ruolo fondamentale nella ricostruzione, nella crescita e nello sviluppo economico dell’Italia.
Tutto ciò si poteva ricondurre al pensiero illuminato di Enrico Mattei, che seppur ambizioso, vantava mire non personali ma volte allo sviluppo ed al benessere collettivo per sostenere l’Italia nella ricostruzione post bellica. Mattei insieme ad altri esponenti interni al partito della Democrazia Cristiana (DC) propendevano per una sorta di pacifismo cristiano che doveva contrastare i retaggi colonialisti e la forte presenza statunitense che intendeva permeare tutto il modo con le sue logiche spiccatamente capitaliste e il suo predominio nell’Alleanza Atlantica (NATO). Nel corso della cerimonia per il conferimento della laurea honoris causa in economia e commercio ad Urbino (nel 1959), Enrico Mattei sottolineò il ruolo strategico dell’impresa pubblica, nell’ottica dell’interventismo statale di stampo Keynesiano visto come motore dell’economia in periodi di recessione, con ciò contestando il puro liberismo di importazione angloamericana; in quell’occasione fu emblematica la sua frase in cui sottolineò che non avrebbe voluto vivere da ricco in un paese povero!
Mattei si mosse nell’ambito del modello di sviluppo economico misto, basato sull’intervento pubblico nell’economia, così come in precedenza era successo per la creazione dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI nel 1933) - che si fece carico del sostegno e della rinascita del sistema industriale italiano - dell’Istituto Mobiliare Italiano (IMI nel 1936) – che operò nel credito mobiliare, applicando la separazione tra credito bancario a breve e a lungo termine, a ridosso della crisi delle banche italiane che avevano finanziato le imprese industriali oltre i limiti consentiti dalla natura dei fondi da esse raccolti - e degli altri enti a partecipazione statale che divennero imprenditori seguendo le regole di mercato. Mattei con la sua impronta fece dell’ENI più di un’industria: un luogo dove al fianco delle attività produttive in campo petrolifero si svolgeva anche una vera e propria politica estera. Naturalmente come per qualunque situazione si possono intravedere anche zone d’ombra: per Mattei tutto contribuiva al raggiungimento dei sui scopi, anche la costituzione di fondi neri per il pagamento dei politici, gli affari con il mondo arabo e con l’Unione Sovietica in piena guerra fredda. ENI fu un’azienda pubblica anomala ed in alcuni casi spregiudicata, ma forse questo approccio era necessario in quel momento in cui venivano a delinearsi i potenti attori del mondo, che ancora oggi dominano, in alcuni casi anche in modo arrogante.
Il modello conosciuto come la “terza via” si basava su un’armoniosa sintesi tra privato e pubblico, dove le direttive di politica economica, essendo in mano al Governo - composto allora da politici che sentivano la responsabilità sociale in un modo abbastanza diverso da quelli di oggi - contrastavano i desideri e gli interessi del mercato e delle parti private che detenevano il potere finanziario. In una parola si cercava di mantenere i pilastri dello Stato sociale a tutela dei più deboli; tuttavia nel tempo è prevalsa la spinta alle privatizzazioni che si sono concretizzate in tagli alla sanità, alla pubblica istruzione, ed agli altri servizi sociali che di fatto non hanno contribuito a diminuire il livello delle spese pubbliche ma al contrario hanno foraggiato clientele e interessi personali e creato malcontento nella società. Secondo la visione di Mattei l’ENI doveva essere il braccio operativo dell’Italia per garantire la sicurezza energetica ed il bene comune della Nazione e questo si dimostrò fondamentale durante il boom economico. Mattei vedeva, nelle materie prime e in particolare nell’energia, il vero motore dell’economia e delle relazioni internazionali; il tutto ben distante da ogni pseudo ideale di pace, libertà e democrazia portato avanti dai paesi come Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti D’America ed oggi possiamo aggiungere anche Cina ed India. A questo si unì la chiara volontà di emergere come Paese industrializzato al pari degli altri paesi occidentali, non soggiogato dalla sconfitta della seconda guerra mondiale. Mattei sostenne che la posizione italiana, dopo il trattato di pace, fosse analoga a quella dei paesi del terzo mondo dove i paesi occidentali ne possono depredare le risorse senza favorirne lo sviluppo socio-economico. Quindi Mattei scelse la via del partenariato escludendo atteggiamenti colonialisti tipici delle grandi potenze che sfruttano territori e persone senza offrire possibilità di sviluppo, acuendo anzi i problemi di convivenza tra culture, religioni e tradizioni sostanzialmente molto diverse; ne vediamo oggi le tristi conseguenze. Fondamentalmente il pensiero storico economico di Mattei si può così riassumere: alla necessità di materie prime per uno Stato deve farsi fronte con una politica di partenariato, di accordi da sottoscrivere con i paesi detentori di tali risorse, offrendo loro, così, la possibilità di un equilibrato sviluppo.

Nell’ambito della rassegna “Paesi e genti d’Africa” a cura della giornalista Emanuela Scarponi, la giornata di sabato 17 febbraio ultimo scorso è stata dedicata allo Zambia, alla presenza del counsole onorario, responsabile per la promozione del turismo per la repubblica dello Zambia, dott.ssa Michelina Gabriè Sunquest.



Nella splendida cornice della sala Roma dell’Unar, nel primo pomeriggio dello scorso sabato si è tenuto l’evento di presentazione del Paese dello Zambia.





La dott.ssa Michelina Gabriè Sunquest, responsabile per la diffusione turistica dello Zambia dà il benvenuto ai presenti e ringrazia la dott.ssa Emanuela Scarponi, titolare dell’Ong African People.

La Repubblica dello Zambia a seguito dell’indipendenza dal Regno Unito, è la ex Rhodesia del Nord, che ricomprendeva l’odierno Malawi e lo Zimbabwe, allora Rhodesia del Sud.

Lo Zambia, nella area del sud Africa è senza sbocco al mare e ha vivibilità ambientale.

Denominato il paese dell’acqua per la ricchezza di fiumi, laghi e si affaccia sulle cascate delle acque Victoria dall’omonimo lago, provenienti dal fiume Nilo. Incantevoli tramonti incorniciano il panorama,

La regione dello Zambia è in atmosfera tranquilla gli abitanti accoglienti con i visitatori, molto belli i parchi, e sul territorio vivono cinque specie di animali big five : leopardi, leoni, elefanti, rinoceronti e bufali.

Molte le attività di svago e sport: football, jumping, jumping, canoa e safari, a tutte le età.

Il Paese cura interessi ed iniziative, nello scorso anno il Presidente Mattarella si è recato in visita.

La dott.ssa M. G. Sunquest coadiuvata e attiva nel promuovere il turismo nel Paese, saluta e ringrazia la sig,ra Desireè responsabile dell’Ethiopia airlines, per i viaggi in Africa.

I collegamenti arei consentono di raggiungere agevolmente lo Zambia.

In attesa dell’arrivo dell’ambasciatrice Patricia Kondolo, prende la parola l’ingegnere Massimo Benedetti,

rappresentante di una società di ingegneria per le infrastrutture si è occupato di progetti per il Ghana e la Guinea equatoriale.

Recentemente è stata presentata un’offerta per una nuova progettazione ferroviaria dal nord dello Zambia allo stato dello Zimbabwe con un’azienda in Africa.

L’ingegnere ha visitato la capitale Lusaka. Il confine dello Zambia con lo Zimbabwe è raggiungibile in compagnia dei rangers per la presenza degli animali.

Molto particolari le aree rurali e i villaggi. Lo Zambia è un paese in crescita.

Livingstone è la seconda città dopo la capitale, interviene la dott.ssa Emanuela Scarponi per illustrare la vita di David Livingstone che dà il nome alla città.

Livingstone nasce in Scozia settimo figlio, da famiglia povera. Fin da giovanissimo venne mandato a lavorare, in modo tale da potersi mantenere agli studi. Studiò il latino e riuscì ad iscriversi alla facoltà di medicina.

Cristiano fervente, decise di fare il missionario, arrivo nell’attuale Sudafrica e tra i suoi obiettivi: scoprire le sorgenti del fiume Nilo.

Non trovò mai l’origine del Nilo e venne inviato dagli inglesi altre volte. Tra il 1852 e il 1856 viaggiando nell’entroterra africano, scopri lungo il corso del fiume Zambesi, le profondissime cascate Vittoria cui diede il nome della regina d’Inghilterra.

Nuove vie economico-commerciali vennero conosciute.

Circa centocinquantanni fa, in un villaggio dell’odierna Tanzania un giornalista H. Morton Stanley, inviato

dal New York Herald, sulla sponda del lago Tanganika nel 1871 ritrova Livingstone, di cui si erano perse le notizie.

Lo stato di salute dell’esploratore era precario. Nell’incontro tra i due uomini Stanley nel presentarsi pronuncia la famosa frase: “il dottor Livingstone suppongo”, David: “Sono felice di accogliervi”. L’immagine di Livingstone è la statua che è vicino le cascate Victoria.

Molti turisti, scattano foto ricordo sotto la statua.

David Livingstone muore di malaria infine nello Zambia.

Altri europei divennero esploratori delle terre d’Africa.

Emanuela Scarponi aggiunge un’importante connotazione sugli abitanti in origine dell’Africa Australe i San.

Popolavano le aree della Botsawana, la Namibia, il sudAfrica e lo Zambia.

Sono abitanti antichissimi come descrive Alberto Angela in un documentario.

Estremamente comunicativi si esprimono con la lingua clik, la lingua dei suoni.

Insiediati in una fitta rete di relazioni storico-geografico e contatti frequenti con il mondo occidentale, conservano il loro stato originario e le tradizioni. Sono in via di estinzione.

Raffigurarono scene di vita di fauna e di flora con le incisioni rupestri. Con circa 2.000 dipinti e graffiti nella roccia lasciano un’impronta di vita di 10.000 anni orsono.

Patricia Kondolo Ambasciatrice dello Zambia e il dottor Kissuta rappresentanti diplomatici raggiungono la sala dell’evento insieme alla dott.ssa Michelina G. Sunquest, promotrice per il Turismo ed investimenti nel Paese.

L’ambasciatrice d.ssa P. Kondolo ringrazia la dott.ssa Emanuela Scarponi per l’ospitalità nella sala Roma, per supportare il Turismo nello Zambia.

E ci dice che nel dialetto nel paese viene chiamata con lo stesso appellativo della moglie dell’attuale Presidente, segno di rispetto nella lingua locale.

Il Paese è stabile, retto dal settimo Presidente. Il governo ha interessi diffusi: in agricoltura, nelle infrastrutture, nell’industria e nella ricerca.

Rispetta molto la natura, l’eco sostenibilità ambientale, la conservazione dello stato dei luoghi e protegge la vita degli animali.

Il territorio del Paese ha molte risorse, ricco d’acqua per lo Zambesi, altri laghi, fiumi e le cascate Victoria, tutelate dall’Unesco, fonte attrattiva per lo sviluppo del Turismo.

Su territorio si parlano differenti dialetti e diverse sono le tradizioni.

Gli abitanti dello Zambia sono accoglienti in particolare con i turisti e non è necessario il visto di ingresso per essere nel Paese.

L’ambasciatrice infine richiama la conoscenza delle bellezze naturali, le iniziative sportive, si rivolge a tutti i presenti che saranno accolti benevolmente in un prossimo viaggio.

Michelina Gabriè Sunquest le chiede del cibo tradizionale.

La polenta con piccolissime parti di verdure, fagioli, pesce e carne sono i piatti principali.

Risponde l’Ambasciatrice.

Il dottor Kissuta illustra la promozione della cultura, l’arte della musica, della danza, del cinema e la lavorazione di oggetti in legno.

L’arte povera della lavorazione del legno, offre oggetti, ricordi e souvenirs di viaggio.

La musica al suono della marimba allieta le danze nell’habitat naturale.

La marimba è uno strumento musicale costruito con brevi assi di legno. Il suono è riprodotto dalla percussione delle bacchette sulla superficie del palissandro.

Patricia Kondolo ci parla di alcune risorse minerarie. In Zambia si possono trovare miniere di cobalto, manganese e zinco.

Un’altra relatrice aggiunge che il Paese è il secondo produttore al mondo di rame, dopo il Cile.

Per le cospicue risorse del sottosuolo il territorio assicura una crescita economica.

Altra importante risorsa è l’estrazione degli smeraldi iniziata a metà anni settanta.

Questi smeraldi sono di una particolare lucentezza di un verde più scuro degli smeraldi colombiani e meno fragili.

La parte della visibilità stellare viene presentata dal dott.Piero Musilli

Consideriamo che il numero delle stelle è superiore a tutti i granelli di sabbia delle spiagge del pianeta.

L’emisfero australe è molto bello e forse di più di quello boreale.

La stella Aldebaran che raggiunge la luminosità fino a 440 mila volte è nell’emisfero boreale.

L’astronomia nasce con l’homo herectus che volgendo lo sguardo al cielo si incuriosì ed inizio a studiare le stelle.

La astronomia era inizialmente fino 1609 studiata ad occhio nudo.

I telescopi nascono con G.Galileo.

Padre Angelo Secchi, astronomo, studiò e distinse le stelle per le componenti fisiche.

Per ammirare nel cielo, la via lattea nell’emisfero australe si parte da gennaio a novembre.

Nell’emisfero australe possiamo ammirare le tre stelle lucenti.

La costellazione della Croce del Sud è una delle più luminose del notturno dell’emisfero australe. La sua stella principale è: Acrux la tredicesima stella, splendore del cielo.

Andrea Corsali astronomo del 1500 definì Acrux, tanto leggiadra e bella che nessun astro vi si può paragonare. All’osservazione del telescopio ha una parte bluastra e l’altra giallo-mimosa.

Guida del viaggiatore solitario.

Le altre due costellazioni caratteristiche del cielo australe sono: Centauro Alpha Centauri A e Alpha Centauri B coppia binaria, della Costellazione del centauro, il proximo Alpha centauri è la stella più vicina al Sole.

In Africa la popolazione dei Dogon del Mali ha conoscenze astronomiche incredibili tramandate oralmente da secoli e fin dall’antico Egitto lo studio delle stelle ha rivestito un’importanza tale, per fissare date, feste religiose e le ore della notte.

In conclusione una parte del cielo australe ha una maggiore riserva di buio per minore inquinamento.

 

Articolo di presentazione dell’evento per la promozione turistica dello Stato della Repubblica dello Zambia.

A cura di Claudia Polveroni Apn publisher

Sabato 17 febbraio si è svolto a Roma, presso la sede della organizzazione non governativa African People Publisher, nell’ambito della review sui Paesi e le popolazioni dell’Africa da essa promossa, un incontro dedicato alla Repubblica dello Zambia. Ospite di eccezione è stata l’ambasciatrice dello Zambia in Italia, dr.ssa Patricia Chanda Chisanga Kondolo, che ha evidenziato alcune caratteristiche del Paese che lo rendono unico.

In particolare, la dottoressa Kondolo ha ricordato come lo Zambia sia un Paese pacifico e stabile, non solo rispetto alla regione sudafricana, ma anche all’Africa in generale. La gestione politica del Paese ha infatti un buon andamento, giacché nella sua breve storia, che dura da soli 60 anni, ha avuto sette Presidenti e sempre transizioni pacifiche da una amministrazione all’altra. Questo, ha sottolineato l’Ambasciatrice, è di vitale importanza per generare un ambiente inclusivo e una crescita stabile nel settore del turismo, perché rende ogni eventuale investimento nel turismo zambiano una scelta sicura. La dottoressa Kondolo ha inoltre reso noto che il Governo della Repubblica dello Zambia offre incentivi a persone di nazionalità straniera nel settore del turismo, quali ad esempio vacanze esentasse.

L’ambasciatrice Kondolo ha poi evidenziato come lo Zambia sia unico dal punto di vista della bellezza naturalistica. Questo Paese non solo vanta uno dei più spettacolari siti del Mondo, le cascate Victoria, che sono una delle sette meraviglie naturali del Mondo e parte del patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO, ma è anche ricco di parchi naturali nazionali e riserve, come il Kafue National Park, il Lower Zambezi National Park e il South Luangwa National Park, solo per menzionarne alcuni. Qui, i turisti possono avventurarsi in indimenticabili safari e incontrare i Big Five (il leone, il leopardo, il rinoceronte, l’elefante africano e il bufalo africano) nel loro habitat naturale.

Quello dello Zambia, ha ricordato la dottoressa Kondolo, è peraltro un turismo sostenibile. Lo Zambia riconosce l’importanza di preservare le proprie risorse naturali per le generazioni future. A tal fine, sua eccellenza il dottor Hakainde Hichilema, presidente della Repubblica dello Zambia, dopo essersi insediato nel 2021, ha creato il Ministero della green economy e dell’ambiente, a sostegno dell’intenzione dello Zambia di avanzare proseguendo su un percorso di crescita ecosostenibile. La visione del Ministero, che lavora mano nella mano con il Ministero del turismo, è di promuovere una green economy intelligente. Un impegno molto importante, se si pensa che lo Zambia ospita molti fiumi e laghi e possiede le più ampie risorse di acqua dolce nel sud dell’Africa: ben il 40 per cento dell’acqua interna dell’Africa del sud è nello Zambia.

L’Ambasciatrice ha quindi richiamato l’attenzione sulla popolazione zambiana e la sua cultura. Vi sono annualmente molteplici cerimonie tradizionali, che attraggono i media internazionali, turisti locali e stranieri. Sono cerimonie significative per la preservazione della cultura, che contribuiscono al settore turistico offrendo uno spaccato delle diversificate tradizioni e della varietà di costumi che rendono lo Zambia realmente unico.

L’Ambasciatrice ha quindi evidenziato come lo Zambia, con il suo potenziale illimitato, con un ricco patrimonio culturale e una fauna selvatica diversificata, con la sua vasta bellezza e la sua popolazione amichevole e ospitale, dovrebbe essere la prima scelta nell’individuare una destinazione in Africa, esortando i presenti a lavorare tutti insieme per promuovere le attrazioni uniche del Paese e investire nelle strutture turistiche, in quanto a chiunque, che sia un agente di viaggio o un tour operator, qualcuno che sta cercando una partnership nello Zambia, o più semplicemente che sia un vacanziere, un avventuriero o un appassionato di cultura, lo Zambia ha qualcosa da offrire.

La dottoressa Kondolo è stata quindi intervistata dalla dottoressa Michelina Gabriè Sunquest, l’ambasciatrice del turismo dello Zambia, che le ha chiesto cosa consiglierebbe di andare a visitare ad un turista che decidesse di andare in vacanza in Zambia. Certamente consiglierebbe di visitare le Cascate Vittoria, che sono decisamente un “must”, e poi senz’altro le riserve, giacché a differenza di altri Paesi qui gli animali sono veramente nel loro habitat naturale, in quanto queste zone non sono state commercializzate. Infine, suggerirebbe di assistere alle cerimonie tradizionali che hanno luogo durante gran parte dell’anno. Nello Zambia vi sono 72 dialetti e differenti tradizioni culturali, quindi, indipendentemente dal periodo scelto per il viaggio, si potrà sicuramente trovare cerimonia cui assistere in una delle regioni del Paese.

Queste sono solo alcuni dei suggerimenti che l’Ambasciatrice darebbe perché, ha affermato, di esperienze da vivere in Zambia ce ne sono moltissime. E proprio questa varietà di opportunità, offerte da questo splendido e ancora poco conosciuto Paese, è emersa chiaramente nell’ambito dell’evento organizzato da African People ONG. Un evento ricco di spunti interessanti, che si è concluso con un intervento sul cielo e le stelle che si possono ammirare in Zambia. Un tema originale e inconsueto ma molto intricante, essendo il Paese collocato in un altro emisfero rispetto al nostro e presentando l’Africa, notoriamente, per assenza di inquinamento luminoso, una condizione molto favorevole per l’osservazione della volta celeste.









 

Sabato 17 febbraio si è svolto a Roma, presso la sede della organizzazione non governativa African People Publisher, nell’ambito della review sui Paesi e le popolazioni dell’Africa da essa promossa, un incontro dedicato alla Repubblica dello Zambia. Ospite di eccezione è stata l’ambasciatrice dello Zambia in Italia, dr.ssa Patricia Chanda Chisanga Kondolo, che ha evidenziato alcune caratteristiche del Paese che lo rendono unico.

In particolare, la dottoressa Kondolo ha ricordato come lo Zambia sia un Paese pacifico e stabile, non solo rispetto alla regione sudafricana, ma anche all’Africa in generale. La gestione politica del Paese ha infatti un buon andamento, giacché nella sua breve storia, che dura da soli 60 anni, ha avuto sette Presidenti e sempre transizioni pacifiche da una amministrazione all’altra. Questo, ha sottolineato l’Ambasciatrice, è di vitale importanza per generare un ambiente inclusivo e una crescita stabile nel settore del turismo, perché rende ogni eventuale investimento nel turismo zambiano una scelta sicura. La dottoressa Kondolo ha inoltre reso noto che il Governo della Repubblica dello Zambia offre incentivi a persone di nazionalità straniera nel settore del turismo, quali ad esempio vacanze esentasse.

L’ambasciatrice Kondolo ha poi evidenziato come lo Zambia sia unico dal punto di vista della bellezza naturalistica. Questo Paese non solo vanta uno dei più spettacolari siti del Mondo, le cascate Victoria, che sono una delle sette meraviglie naturali del Mondo e parte del patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO, ma è anche ricco di parchi naturali nazionali e riserve, come il Kafue National Park, il Lower Zambezi National Park e il South Luangwa National Park, solo per menzionarne alcuni. Qui, i turisti possono avventurarsi in indimenticabili safari e incontrare i Big Five (il leone, il leopardo, il rinoceronte, l’elefante africano e il bufalo africano) nel loro habitat naturale.

Quello dello Zambia, ha ricordato la dottoressa Kondolo, è peraltro un turismo sostenibile. Lo Zambia riconosce l’importanza di preservare le proprie risorse naturali per le generazioni future. A tal fine, sua eccellenza il dottor Hakainde Hichilema, presidente della Repubblica dello Zambia, dopo essersi insediato nel 2021, ha creato il Ministero della green economy e dell’ambiente, a sostegno dell’intenzione dello Zambia di avanzare proseguendo su un percorso di crescita ecosostenibile. La visione del Ministero, che lavora mano nella mano con il Ministero del turismo, è di promuovere una green economy intelligente. Un impegno molto importante, se si pensa che lo Zambia ospita molti fiumi e laghi e possiede le più ampie risorse di acqua dolce nel sud dell’Africa: ben il 40 per cento dell’acqua interna dell’Africa del sud è nello Zambia.

L’Ambasciatrice ha quindi richiamato l’attenzione sulla popolazione zambiana e la sua cultura. Vi sono annualmente molteplici cerimonie tradizionali, che attraggono i media internazionali, turisti locali e stranieri. Sono cerimonie significative per la preservazione della cultura, che contribuiscono al settore turistico offrendo uno spaccato delle diversificate tradizioni e della varietà di costumi che rendono lo Zambia realmente unico.

L’Ambasciatrice ha quindi evidenziato come lo Zambia, con il suo potenziale illimitato, con un ricco patrimonio culturale e una fauna selvatica diversificata, con la sua vasta bellezza e la sua popolazione amichevole e ospitale, dovrebbe essere la prima scelta nell’individuare una destinazione in Africa, esortando i presenti a lavorare tutti insieme per promuovere le attrazioni uniche del Paese e investire nelle strutture turistiche, in quanto a chiunque, che sia un agente di viaggio o un tour operator, qualcuno che sta cercando una partnership nello Zambia, o più semplicemente che sia un vacanziere, un avventuriero o un appassionato di cultura, lo Zambia ha qualcosa da offrire.

La dottoressa Kondolo è stata quindi intervistata dalla dottoressa Michelina Gabriè Sunquest, l’ambasciatrice del turismo dello Zambia, che le ha chiesto cosa consiglierebbe di andare a visitare ad un turista che decidesse di andare in vacanza in Zambia. Certamente consiglierebbe di visitare le Cascate Vittoria, che sono decisamente un “must”, e poi senz’altro le riserve, giacché a differenza di altri Paesi qui gli animali sono veramente nel loro habitat naturale, in quanto queste zone non sono state commercializzate. Infine, suggerirebbe di assistere alle cerimonie tradizionali che hanno luogo durante gran parte dell’anno. Nello Zambia vi sono 72 dialetti e differenti tradizioni culturali, quindi, indipendentemente dal periodo scelto per il viaggio, si potrà sicuramente trovare cerimonia cui assistere in una delle regioni del Paese.

Queste sono solo alcuni dei suggerimenti che l’Ambasciatrice darebbe perché, ha affermato, di esperienze da vivere in Zambia ce ne sono moltissime. E proprio questa varietà di opportunità, offerte da questo splendido e ancora poco conosciuto Paese, è emersa chiaramente nell’ambito dell’evento organizzato da African People ONG. Un evento ricco di spunti interessanti, che si è concluso con un intervento sul cielo e le stelle che si possono ammirare in Zambia. Un tema originale e inconsueto ma molto intricante, essendo il Paese collocato in un altro emisfero rispetto al nostro e presentando l’Africa, notoriamente, per assenza di inquinamento luminoso, una condizione molto favorevole per l’osservazione della volta celeste.









 

IL PARTENARIATO UE - EGITTO: PROSPETTIVE

di Alessandra Di Giovambattista

 

L’Egitto, un paese di grande tradizione e cultura; affascinante e generoso dispensatore di indimenticabili esperienze culturali che da anni i visitatori riportano a casa, nei loro cuori e nei loro occhi; caldi paesaggi naturalistici ed avvolgenti siti archeologici ricchi di mistero e di fascino, come in nessun altro Paese al mondo. Nella prima metà del 2023 sono stati circa 7 milioni i turisti che hanno visitato l’Egitto e, con in mente l’obiettivo di attirarne il doppio nell’anno 2024, il Governo ha investito molte risorse per la riapertura del Museo greco-romano ad Alessandria, il restauro della Grande Sala Ipostila del Tempio di Karnak e della Valle dei Re e l’inaugurazione del nuovo Grande Museo Egizio nei pressi del Cairo. Inoltre l’Egitto si è posto come obiettivo anche un turismo sostenibile attraverso le proposte di soggiorni in alloggi ecologici, come lungo la costa del Mar Rosso e a Sharm-El-Sheikh, e la riscoperta di siti dimenticati, come ad esempio l’isola di Bigeh.

Nel 2023 l’Egitto ha visto aumentare anche le vendite di gas naturale a causa della maggiore domanda da parte dei Paesi europei, dopo lo scoppio del conflitto Russo-Ucraino. Tuttavia tale settore, pur rappresentando un elemento portante per l’economia egiziana, sconta il fatto di essere carente di infrastrutture; tale circostanza sembra aver impedito la soddisfazione efficiente della domanda interna ed estera di gas.

Altro settore trainante per l’economia è il canale di Suez; esso rappresenta una fonte di entrate molto importante e negli ultimi 10 anni gli investimenti per il suo ampliamento sono stati notevoli e rapidi, ma anche molto costosi a causa delle ingenti commesse che il Governo ha dovuto pagare ad imprese estere esperte in costruzioni di grandi infrastrutture. Tuttavia nel periodo 2021-2022 le entrate fiscali egiziane sono aumentate di oltre il 20% grazie ad un progressivo aumento dei costi di transito del Canale che hanno fatto registrare incassi per circa 7 miliardi di dollari; nel primo trimestre del 2023 si è registrato un ulteriore incremento del 40% rispetto al 2022. Nel 2023 ci si attendeva, per gli anni a venire, un ulteriore aumento dei volumi di traffico per i nuovi lavori di allargamento e di messa in sicurezza della navigazione nel Canale, ma gli obiettivi, in seguito al recente conflitto tra gli Houthi e gli Stati Uniti d’America, non sembrano più così facilmente raggiungibili.

All’inizio di quest’anno, infatti, oltre alla grave crisi economica e politica che da diversi anni affligge il Paese, si è aggiunto anche il blocco del canale di Suez a causa del conflitto scoppiato tra i ribelli Houthi e gli Stati Uniti d’America e la Gran Bretagna. La guerra ha rappresentato la risposta all’attacco israeliano nella striscia di Gaza, in sostegno alle forze militari di Hamas; per gli Houthi le navi Israeliane e quelle dei suoi alleati sono un obiettivo di attacco legittimo. Così molte navi mercantili occidentali per evitare il passaggio nel Canale di Suez, prolungano il viaggio circumnavigando il continente africano; tale situazione però rischia di causare notevoli problemi in termini di aumento dei costi e di ritardo negli approvvigionamento di merci che viaggiano via mare, soprattutto per l’Europa.

Questa è, in breve e parzialmente, una panoramica della situazione attuale che ovviamente si riflette sulle già difficili e precarie condizioni socio economiche egiziane; attualmente di fatto tutti e tre i settori trainanti dell’economia: turismo, fonti energetiche e passaggi attraverso il canale di Suez, sono in ginocchio a causa delle condizioni geopolitiche esterne all’Egitto, ma anche a causa delle complicate condizioni interne.

L’Egitto oggi rappresenta, con l’Argentina, uno dei principali debitori a livello mondiale del fondo monetario internazionale (FMI). La situazione politico sociale in cui vive il Paese non lo aiuta a risollevarsi da una situazione di prostrazione e di scontento in cui la popolazione versa per le sue precarie condizioni economiche. In sintesi si può affermare che l’ostacolo maggiore, almeno a detta di molti osservatori, è rappresentato dal ruolo pervasivo che hanno le forze militari nella vita privata dei cittadini ed in tutti i settori economici; si tratta di un vero e proprio impero composto da migliaia di imprese di diverse dimensioni che godono di una rendita di posizione dovuta alla possibilità di accedere ad agevolazioni fiscali che invece vengono negate alle società private.

In tale clima, nel corso del 2024, l’UE, a seguito di un processo avviato nel 2022, predisporrà aiuti finanziari e l’invio di attrezzature nuove per un progetto che coadiuvi il Governo nella gestione del processo migratorio, progetto voluto dalle Nazioni Unite.

I finanziamenti - come si legge nella raccomandazione n. 1/2022 del Consiglio di associazione UE-Egitto del 19 giugno 2022 – nascono come conseguenza di un progetto di partenariato tra UE ed Egitto, che si incardina nel contesto di un piano molto più ampio per garantire la stabilità, la cooperazione e lo sviluppo sostenibile nel lungo termine su tutte le sponde del Mediterraneo, alla luce della politica europea di vicinato individuata nella nuova agenda dell’UE per il Mediterraneo, che si ispira all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, e nell’ambito degli obiettivi condivisi nell’Unione per il Mediterraneo (UpM di cui fanno parte 43 paesi di cui 27 europei e 16 del nord Africa, del Medio oriente e dell’Europa sud orientale). Le priorità devono contribuire a soddisfare le aspirazioni di tutti i cittadini garantendo lo sviluppo sostenibile, la giustizia sociale, il lavoro dignitoso, la prosperità economica e le condizioni di vita migliori, con particolare riferimento ai diritti umani ed alle libertà fondamentali, compresi i diritti sociali, del lavoro e dell’emancipazione femminile per conseguire la parità di genere e la tutela dei minori; il tutto anche per aiutare ad arginare e a gestire al meglio il costante flusso migratorio dall’Africa verso l’Europa.

In tale contesto gli obiettivi su cui preme l’UE, e che l’Egitto dovrebbe realizzare, sono rappresentati dal potenziamento della resilienza economico-sociale attraverso il rafforzamento della creazione di posti di lavoro dignitosi e produttivi, includendo in particolare i giovani e le donne. Per cogliere tali obiettivi si renderanno necessarie, tra le altre, delle riforme tributarie che riguardino le sovvenzioni e l’imposizione fiscale, per rafforzare il ruolo del settore privato, oggi fortemente penalizzato, ed il miglioramento della cultura imprenditoriale, finalizzato anche all’attrazione dei capitali esteri. Grazie ad una politica imprenditoriale più aperta e sostenibile, dovrebbe risultare possibile lo sviluppo delle piccole e medie imprese - che permetteranno anche l’inclusione degli attori economici locali – nonché l’ampliamento e la creazione di sistemi di trasporto efficienti, affidabili e rispettosi dell’ambiente, verso la transizione elettrica della mobilità, che garantiscano il diritto alla libertà di movimento sia all’interno che all’esterno del Paese. In tal modo l’UE sosterrà le iniziative egiziane finalizzate alla riforma della pubblica amministrazione ed al buon governo, misurate, a fini di verifica, attraverso statistiche dedicate che tengano conto della rivoluzione digitale e dei nuovi modelli imprenditoriali e societari che saranno sviluppati.

In tale ambito si rappresenta - con un’attenzione alla protezione economica e sociale delle persone più fragili presenti nel Paese, in particolare giovani, donne e bambini - che alla fine del 2019 l’Egitto ha varato il piano socio-economico “Haya Karima” volto a migliorare le condizioni di vita dei cittadini egiziani nel rispetto del diritto ad una vita dignitosa e per contrastare le diverse forme di povertà. Il programma si muove a 360 gradi in un quadro di integrazione e consolidamento degli sforzi tra istituzioni statali nazionali, settori privati ed i partner che supportano lo sviluppo egiziano, nell’ambito delle politiche sanitarie, sociali, agricole, lavorative, dell’istruzione e di miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. Altro piano varato del governo egiziano è il “Takaful” uno strumento assicurativo per aiutare famiglie ed individui a fronteggiare situazioni di difficoltà dovute ad incidenti, malattie, perdita del proprio reddito. Questa formula assicurativa, a ben vedere, si incardina nel contesto della c.d. finanza islamica basata su principi etici derivanti dal Corano, che si pongono in contrasto con i principi che regolano le formule assicurative occidentali; in particolare è previsto che si devolva una parte dei propri guadagni a sostegno della carità, che non si possano incassare interessi sui prestiti (con la finalità di contrastare l’usura), che gli investimenti debbano essere leciti e non rischiosi vietando la speculazione. Pertanto il Takaful fornisce la risposta alla copertura dai rischi di perdite economico-finanziarie mediandola con i principi coranici: si costituisce un fondo comune strettamente mutualistico dove gli aderenti sono solidali nei confronti di coloro che avranno bisogno di risorse finanziarie in futuro.

Le richieste della UE mirano a macro obiettivi con il focus sulla promozione delle riforme in ambito di giustizia sociale e di politica agro-alimentare ed idrica, coniugate alla rapida crescita demografica. Attenzione particolare sarà posta sul rafforzamento del ruolo della donna e della sua emancipazione sociale ed economica, nonché sul miglioramento del livello quali-quantitativo dell’istruzione, e del sistema sanitario.

Ma non finisce qui; il rapporto di partenariato tra Egitto e la EU prevede anche lo sviluppo della digitalizzazione nel rispetto della privacy e nella ricerca e nella promozione dell’intelligenza artificiale e delle forme di sicurezza informatica; il tutto finalizzato ad incrementare la cooperazione nel campo dell’evoluzione informatica e dell’istruzione superiore ed universitaria.

Quindi l’Egitto, in prima battuta, risponderà a queste richieste potenziando il settore turistico-culturale attraverso politiche di conservazione e protezione del patrimonio materiale e immateriale al fine di incrementare l’occupazione, le riserve in valuta estera ed in ultima analisi il benessere della società egiziana.

Altro aspetto peculiare nella politica di rafforzamento del partenariato è rappresentato dallo sviluppo degli investimenti e degli scambi di beni e servizi tra mercati, cercando di incrementare quello egiziano nella catena del valore locale e globale. In tal modo la UE e l’Egitto potranno collaborare per presentare strategie comuni e condivise finalizzate al rafforzamento delle relazioni commerciali nel rispetto degli accordi e per consentire il massimo sviluppo del potenziale socio-economico egiziano. Naturalmente in tale ambito verrà potenziato il passaggio attraverso il Canale di Suez che oggi, più che mai, evidenzia la sua importanza per il mercato europeo.

Nell’ambito dell’ecologia saranno diversificate le fonti energetiche per un’economia a basse emissioni di carbonio con particolare attenzione alle fonti energetiche rinnovabili applicabili anche alle diverse forme di mobilità: stradale, marittima, aerea. L’UE sosterrà le strategie egiziane volte ad aggiornare la politica energetica e per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. In questo settore la UE intende sostenere l’Egitto affinché consolidi la sua posizione che, nella regione del nord Africa, rappresenta quella del più probabile candidato a diventare un polo di energia sostenibile e rinnovabile. Quindi i due soggetti del partenariato collaboreranno per effettuare ricerche congiunte in ambito energetico, utilizzando le migliori e più efficaci forme di esperienze e pratiche settoriali, considerando anche la salvaguardia degli ecosistemi marini del Mediterraneo, con la creazione di parchi e riserve naturali e sviluppando forme di ecoturismo.

A ben vedere questi obiettivi sembrano molto ambiziosi e sarebbe bene comprendere quanti di essi saranno davvero raggiungibili avendo a mente l’obiettivo del 2030. Il percorso si presenta arduo e assoggettato a forme secolari di tradizioni familiari e socio-culturali; molto probabilmente un decennio scarso non sarà sufficiente a modificare usi e costumi, a meno di prevedere una interruzione forte e determinata dell’attuale situazione che blocchi un processo di evoluzione endogeno forse appena iniziato e non ancora pienamente sentito o voluto.