“Europa Centrale”

Dal 13 marzo in sala l’opera prima di Gianluca Minucci con

Paolo Pierobon, Tommaso Ragno, Catherine Bertoni de Laet e Matilde Vigna



Giovedì 13 Marzo – Roma - Cinema Farnese ore 21.00

Anteprima con il cast in sala



Uscirà in sala, distribuito da Danubio Film, da Giovedì 13 marzo “Europa Centrale” opera prima di Gianluca Minucci presentato in Concorso alla 42a edizione del Torino Film Festival, prodotta da Danubio Film, Wildside, M74 in collaborazione con Rai Cinema.



Il film, accompagnato da regista e cast, verrà presentato in un tour che toccherà diverse città italiane e che partirà dal Cinema Farnese di Roma, per poi arrivare a Bologna (Martedì 18 Marzo - Cinema Arlecchino, ore 21.15), Milano (Martedì 19 Marzo - Cinema Beltrade, ore 21:30), Trieste (Mercoledì 20 Marzo - Cinema Nazionale, ore 19.00) ed altre città che verranno comunicate in seguito.


Un kammerspiel metafisico sulla lotta politica, il tradimento e la paranoia, ambientato in un viaggio in treno di una coppia di comunisti a cui è stata affidata dal Comintern un’importante missione nell’aprile del 1940. Europa Centrale è una storia di spionaggio paranoide, un dramma profondamente umano collocato in un contesto politico violento ed angosciante, dove gli aderenti alle ideologie dominanti del Novecento (Comunismo Stalinista e Fascismo) finiscono per perdere qualsiasi forma di umanità. La paura, il sospetto, la violenza psicologica e fisica, creano un’atmosfera claustrofobica e psicotica, un cul de sac dal quale non c’è via di scampo.


Il film, scritto dallo stesso Minucci e da Patrick Karlsen, vanta nel cast Paolo Pierobon (Rapito, Berlinguer - La grande ambizione), Tommaso Ragno (Vermiglio, Nostalgia, Siccità), Catherine Bertoni de Laet (De l’amour perdu e Flaminia), Matilde Vigna (La Legge di Lidia Poët, L’Ultima Notte di Amore), Levente Molnar (Il figlio di Saul) e Angelica Kazankova (Orlando). Le musiche originali sono del compositore polacco Zbigniew Preisner, storico collaboratore di Krzysztof Kieslowski (Film Blu, Rosso, Bianco, La Doppia Vita di Veronica, Il Decalogo). La fotografia è firmata da Carlo Rinaldi, i costumi sono di Stefano Ciammitti, sound designer Thomas Giorgi, e il montaggio di Ian Degrassi.

Durata: 85'

 

 

10 marzo 2025

Festa organizzata dall’Ambasciata del Sud Africa in concomitanza con la festa della donna e della fiera delle editrici FEWMINISM 8 FIERA DELL'EDITORIA DELLE DONNE 

 

 

 

 

Ringrazio Jaqueline Ntombentle Mpongoshe  dell' Ambasciata del Sud Africa per avermi invitato in questa sede presso la Casa delle donne che è la casa di tutti noi per festeggiare la festa della donna nel 2025. Ringrazio l’ambasciatrice per aver organizzato questa evento e la Casa delle donne per averci ospitato.

L'agenzia di stampa  Africanpeoplenews conta 300 visitatori al giorno e le notizie vengono prese direttamente dal continente Africano.

l’ong AfricanPeople, di fatto l'editore della testata, organizza convegni, di cui vengono redatti articoli e atti, libri e pubblicazioni.

Ringrazio Jacqueline che ho conosciuto al Vinoforum tanti anni fa per questa opportunità di presentare e approfondire la parte della letteratura del Sudafrica,  il paese africano più occidentale, volente o nolente, di cui gli africani ci raccontano le notizie aggiornate.

Anche l’Egitto è un paese considerato moderno.

Si dice che l’Egitto da un lato e il Sudafrica dall'altro tirino  gli altri Paesi d'Africa ma adesso che ho visitato l’Egitto non c’è alcun dubbio nel ritenere che è il Sudafrica, il paese più moderno ed occidentale  di tutta l’Africa, nel bene e nel male.

Il Sudafrica d’altronde viene occupato dai Bianchi sin dal 1600, dalle esplorazioni europee cui sono seguiti poi i colonizzatori che hanno sfruttato le risorse naturali del territorio, cacciando i locali al punto di arrivare in Sudafrica alla creazione dell’apartheid, una vergogna per tutto il mondo andata avanti fino al 1993.

Io mi mi sono laureata proprio in letteratura Africana in lingua inglese ed ho studiato alcuni autori del Sudafrica tra cui Thomas Mofolo. Ma oggi Jacqueline è qui a ricordarci che la letteratura del Sudafrica è andata avanti e ci presenta alcuni nuovi scrittori.

La collaborazione con l’ambasciata del Sudafrica nella persona di Jacqueline Momphongo va avanti da qualche anno ed insieme infatti abbiamo organizzato il Mandela day con la figlia di Nelson presso la Commissione dei diritti umani del Senato della Repubblica.

Dal punto di vista letterario, dobbiamo pur rilevare che ovviamente questi scrittori sono il risultato della storia del Sudafrica e dell’apartheid. Si tratta della generazione di scrittori del 1961, che hanno vissuto l’apartheid  che finisce appunto nel 1993.

La loro attività artistica nasce soprattutto dalla vita difficile che questi stessi autori vivono in concomitanza con il forte razzismo che impediva loro di vivere in libertà. Gli africani sono stati reclusi nelle township che oggigiorno si visitano.

La prima scrittrice è Phillippa Yaa de Villiers che, come si può vedere, è di origine francese.

Lei scrive quest’opera d’arte che si chiama Original skin: era figlia di una madre australiana e di un padre ghanese e poi fu adottata e cresciuta da una famiglia di bianchi nel Sudafrica durante l’apartheid. Quando ha ritrovato il suo padre biologico le  ha detto dove e quando era nata ed il suo nome reale.

un’altra poesia è The unemployed, anche questo tema ricorrente in un Sud Africa con l'apartheid. 

Nel 1960 a Cape  town la scrittrice .....vive in una capanna fatta di un solo spazio e sua madre era una Coloured. Nell’apartheid ci sono cinque categorie di pensione bianchi, indiani, coloured, neri ed i bustards e c’è una chiusura anche tra i  neri e colorat e bustards.

quindi questa donna viene rifiutata sia dagli unici dagli altri e cerca la sua identità.

Io reciterò la poesia dell’unico uomo di questo gruppo MASA MBATHA-OPASHA.  di cui oggi si commora  la sua morte. Anche lui nasce nel '61 nel corso dell'apartheid. 

E' un tenore, vince una borsa di studio per venire in Italia ed è il primo a vivere a Roma. Nasce  a Durban in Sudafrica il 5 gennaio 1961, è un tenore lirico, cantautore, autore di testi poetici e letterari ed è un vincitore di sei borse di studio internazionali e di ghospels.

Nel 1981 canta con l’orchestra armonica di Durban, poi dopo prosegue gli studi di canto e e oltre a fare il tenore inventa i Voices of Glory.

Nel '91 inizia la sua collaborazione artistica con i new Platters che durerà per tre anni e poi vince il premio letterario per la poesia Roma città e poesia organizzato dal centro culturale e letterario del Lazio. continua a ricevere il premio Amico della FAO e così via del 91 debutta come cantante direttore artistico con i suoi Voices of Glory nel Duomo di Amalfi e nel Tempio valdese.

e oggi commemoriamo la sua morte con la poesia;

"una preghiera per un mondo senza guerre" 

o dolce potenza.-

tu che ci fai hai fatto nascere

tu che ci hai fatto conoscere questa vita

portaci fuori da ciò che ora è troppo per noi

portaci indietro in un tempo fatto di semplicità

portaci avanti in un futuro senza guerre

Fa che il giorno ci sembri meno breve

prolunga la notte con la nebbia.

 incanta la terra con il profumo di pace

fa che dimentichiamo il sapore delle lacrime

fa che camminiamo in piena serena libertà.

basta con le statue delle tombe esposte le intemperie

basta con le case che non sono più case

basta con i paesi che non sono più paesi

basta con le nazioni che non sono più nazioni

basta con le guide, la cui intenzione sia di perderci.

Facci un’allegra canzone come eravamo una volta

e su come potremmo essere

facci bere da questo calice d’amore per renderci sani al di là dell’errore

tu che hai iniziato tutto

consacraci per sempre alle verità che noi continuiamo a riscoprire,

ma soprattutto fa che nessun bambino che nasce oggi conosca la guerra o il dolore della Guerra.

non credo che sia troppo.  

 

 

 

Gruppo editoriale

silkstreetpress

 

 
 
                 25 aprile 

ore 13 

 

dott.ssa SCARPONI EMANUELA, direttore responsabile della rivista Silkstretpress 

apre la sessione festival dell’Oriente 2025

 

 

“Srilanka” “Tra storia e tradizione”. 

 

ore 14 

 

Ing. BRUNO GRASSETTI, presidente ICID: “Italia tra Est ed Ovest” “Italia nel Nuovo Ordine Mondiale”

 

ore 15

 

Ferrara Maria Bruna, presidente WOM: “Viaggio in Cina” “La Cina attraverso i secoli”

ore 16 

 

Libera Ceccarelli: Presidente dell'Ass. Radici d' Amore, titolo: Postura come biglietto da visita dell’Anima” sottotitolo ”danza afrocontemporanea a confronto”.

 

ore 17 

 

dott. Piero Musilli, documentarista: “Il cielo stellato del Nepal”. “L'osservazione del cielo stellato nel Nepal a due passi dall'Everest".


Ore 18 

dott.ssa Giovanna Canzano, scrittrice: “Ebraismo in Medio Oriente”. Sottotitolo: “Israele oggi”.

 

 

26 aprile 

 

ore 13

 

 

Emanuela Irace, socia Ismeo: “I curdi in Turchia oggi” “La prospettiva politica curda in Medio Oriente”

 

ore 14 

Relatore: Roberto Di Vito:  regista: “foto e documentario del festival dell’oriente negli anni” attraverso gli occhi del regista Roberto Di Vito 

Sottotitolo 

“Silkstreetpress ed il Festival  Dell’oriente”

ore 15

Maria Grossi, insegnante, associazione culturale Ikigai: “Atha” 

sottotitolo "La presenza mentale nello yoga".

A.P.S. IKIGAI (la nostra associazione).

 

Ore 16

 

relatore Victor Nunzi: Titolo “Analisi nel contesto preclassico del rapporto tra Occidente ed Oriente” sottotitolo:“ Occidente ed Oriente a confronto dal passato ad oggi”.

 

Ore 18

 

relatrice Michelina Gabriè Sunquest, Console onorario dello Zambia in Italia e Guida turistica: “Il Buthan”. “La famiglia reale del Buthan”

 

27 aprile 

Ore 16 

Relatrice: Dott.ssa Claudia Polveroni: “I Bonzi”. "I Monaci buddisti"

 

LE CARTELLE CLINICHE ELETTRONICHE (EHR) PER UNA MEDICINA INFORMATIZZATA

di Alessandra Di Giovambattista.        15 febbraio 2025

 

La digitalizzazione delle cartelle cliniche diventa un obiettivo di razionalizzazione dei dati sanitari, di più Paesi, a partire dal 2009 con l’emanazione negli Stati Uniti d’America della legge sulle Tecnologie dell’Informazione Sanitaria per la Salute Economica e Clinica (HITECH act - Health Information Technology for Economic & Clinical Health) al fine di incoraggiare, mediante incentivi erogati dal Dipartimento della salute e dei servizi umani statunitense, – di cui fa parte l’agenzia per l’attuazione dei piani sanitari americani “medicare” e “medicaid (i Centers for Medicare and Medicaid Services (CMS)) - gli operatori sanitari e tutto l’indotto ad adottare tecnologie informatiche in ambito sanitario. Gli obiettivi della legge sono il miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria dei pazienti attraverso metodologie informatiche nel rispetto della privacy e con la garanzia di sicurezza delle informazioni mediche condivise con gli altri operatori sanitari. A tale scopo la legge ha previsto che l’ufficio per i diritti civili statunitense possa irrogare sanzioni in caso di violazioni delle norme sulla privacy e sulla sicurezza dei dati. Per attivare questa rivoluzione informatica in medicina la legge HITECH ha previsto che tutti i fornitori di servizi sanitari utilizzino le cartelle cliniche elettroniche (EHR – electronic health record), sistemi di prescrizione elettronica ed altre tecnologie informatiche in ambito medico. I vantaggi della legge risiedono nel miglior accesso all’assistenza sanitaria e al coordinamento delle cure con un’attenzione particolare alla garanzia della sicurezza dei dati dei pazienti. Inoltre i sanitari avendo a disposizione tutto il quadro clinico dell’assistito possono scegliere le migliori cure, ridurre gli errori medici e i costi per l’assistenza sanitaria. Si è trattato indubbiamente di una legge complessa e costosa che ha coinvolto molti operatori sanitari che hanno dovuto rispettare i requisiti previsti per ottenere gli incentivi e hanno cercato di muoversi al meglio tra le complesse norme sulla privacy e sulla sicurezza.

Dall’introduzione delle cartelle cliniche elettroniche il mondo medico ha compiuto passi da gigante nell’uso dell’informatica e di alcuni prodotti dell’Intelligenza Artificiale (IA) per cercare di ridurre i costi e migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria. Tuttavia dopo 10 anni dal loro utilizzo non si era riusciti ad avere prove concrete a favore del preventivato impatto economico positivo della cartella elettronica, pur non disconoscendone la validità rispetto al cartaceo. Infatti secondo le previsioni del governo USA la sua introduzione avrebbe dovuto ridurre drasticamente la spesa sanitaria di importi tali che avrebbero più che compensato gli investimenti stimati in circa 22 miliardi di dollari necessari per introdurre ed utilizzare il canale informatico. Di fatto nelle sua versione originale l’innovazione non aveva prodotto il tanto sperato risparmio e la sua effettiva utilità aveva fatto sorgere dubbi in quanto le cartelle elettroniche ricalcavano i contenuti di quelle manuali senza migliorare le performancemediche e ottimizzando solo la funzione contabile per i rimborsi assicurativi.

Così, per correggere il tiro, negli ultimi anni sono stati inseriti nelle cartelle elettroniche dei software che rappresentano dei sistemi di risorse di supporto alle decisioni dei medici al fine di rendere più efficace l’assistenza sanitaria, basati o su conoscenze passate (si invia un insieme di dati clinici del paziente che opportunamente elaborati attraverso degli algoritmi restituiscono delle informazioni mediche al professionista) o su sviluppi di tecnologie di IA, come la machine learning (che permette ad un sistema informatico di imparare da esperienze pregresse o di trovare specifici schemi medici attraverso i dati clinici inviati). Ed infatti sono stati incorporati nei programmi delle cartelle elettroniche degli strumenti di supporto alle decisioni cliniche i c.d. clinical decision support sistem (CDS) che rappresentano degli ausili per il personale sanitario sulle cui indicazioni essi possono trarre spunti per prendere delle decisioni basate sulle evidenze cliniche, ottimizzando i risultati per i pazienti e migliorando la qualità delle cure. È evidente che la partita si gioca sulla validità dello strumento offerto al medico per supportare le proprie scelte diagnostiche e terapeutiche nonché sull’effettiva volontà del professionista sanitario di avvalersi di questi strumenti confidando nelle risposte fornite dai prodotti informatici. In tale ultimo senso i medici sottolineano che un CDS, per essere affidabile, deve dare accesso rapido a indicazioni accurate ed aggiornate su diagnosi e trattamenti terapeutici nonché rendere disponibili informazioni rilevanti, attendibili e facilmente accessibili, affinché si possa offrire la migliore assistenza al paziente. Il tutto deve inoltre essere di facile fruibilità consentendo la consultazione della cartella elettronica mediante l’uso dei diversi dispositivi mobili. Integrare le risorse dei CDS nelle cartelle elettroniche accresce l’efficienza e l’efficacia delle terapie raggiungendo il massimo dei risultati medici ed anche economici e ridà speranza alla promesse che erano contenute nei programmi iniziali di sviluppo informatico.

Si arriva così, anche in Italia, nel 2013 a meglio definire la natura di un documento informatico, la sua conservazione e gestione e la firma digitale, iniziando così un percorso verso l’introduzione delle cartelle cliniche elettroniche, accreditate ormai come strumento fondamentale per la modernizzazione di tutti i sistemi sanitari e posto come obiettivo anche dall’Unione Europea. Esse comprendono tutti i dati dei pazienti consentendo così agli operatori sanitari di poter monitorare i propri assistiti, le loro patologie, prescrivere screening preventivi o vaccinazioni, tutto in tempo reale. Inoltre i dati contenuti in esse sono interscambiabili tra più professionisti al fine di fornire assistenza coordinata, efficiente ed efficace, riducendo il rischio di errori di trattamento e migliorando i risultati complessivi per i pazienti. Lo scambio di dati di natura sanitaria dovrebbe garantire ricadute positive anche in ambito amministrativo ottimizzando i flussi di lavoro, riducendo le attività burocratiche e le liste di attesa e rendendo la documentazione meno deteriorabile rispetto alle cartelle cartacee.

In più il paziente si sente molto più coinvolto nel processo terapeutico divenendo esso stesso un attento osservatore della propria condizione di salute e così contribuendo al miglioramento dei risultati di efficacia ed efficienza della terapia medica. Molti Paesi del mondo hanno ormai implementato le cartelle cliniche elettroniche con l’obiettivo di incrementare la medicina personalizzata e di precisione che ha alla base l’analisi di grandi insiemi di dati per approfondire trattamenti specifici per ogni paziente; in più il progresso ha integrato le cartelle cliniche elettroniche con sistemi di apprendimento automatico e tecnologie riconducibili all’IA che migliorano i processi predittivi e coadiuvano le scelte terapeutiche. Sembra proprio che il futuro sia proiettato verso il miglioramento dell’elaborazione dei dati medici da parte degli operatori sanitari al fine di personalizzare e migliorare le cure e rendere quindi più efficace ed efficiente il sistema sanitario.

A tutto ciò però fanno da contrappeso degli aspetti da tenere in considerazione per il buon esito della nuova metodologia clinica. Intanto l’applicazione di queste tecnologie implica dei costi di realizzazione relativi non solo alla strumentazione ma anche, e soprattutto, di formazione del personale medico, sanitario ed ausiliario; infatti è su di essi che grava l’accuratezza dell’inserimento dei dati nelle cartelle cliniche elettroniche. Alla base di una scelta diagnostica e terapeutica efficace ed efficiente è indispensabile che i dati consultabili all’interno delle cartelle siano accurati ed affidabili; ma per garantire ciò occorrerebbe diminuire, se non annullare, gli errori che potrebbero verificarsi per i più disparati motivi. In tale ultimo senso le sviste più comuni possono ricondursi ad errori di immissione delle informazioni (errori di battitura o codici errati; ad esempio l’indicazione inesatta di un dosaggio di un farmaco potrebbe compromettere la terapia, se non, all’estremo, mettere in pericolo la vita del paziente), di duplicazione o sovrapposizione di dati con possibili indicazioni tra loro contrastanti, di immissione di informazioni identiche ma inserite in modo diverso perché non individuate con codici univoci (c.d. standardizzazione), di mancanza di coordinamento tra sistemi informatici (per cui il sistema delle cartelle elettroniche potrebbe scartare dati provenienti da sistemi non riconosciuti perché non resi compatibili; c.d. interoperabilità), di qualità dei dati immessi (dati incompleti, obsoleti). Tutte queste tipologie di inesattezze hanno come diretta conseguenza di produrre, con elevata probabilità, problemi di accuratezza e di veridicità dei dati con possibili conseguenze in temini di errori di diagnosi e/o di terapia. Pertanto i costi di formazione del personale, che deve essere continua ed aggiornata con riferimento anche agli sviluppi dei software, nonché il tempo necessario per i controlli di routinedelle cartelle cliniche, per verificarne l’esattezza dei dati, si rendono elementi necessari per garantire la qualità del processo di informatizzazione.

Un altro aspetto da non sottovalutare, posto all’attenzione sin dall’inizio del processo di informatizzazione delle cartelle cliniche, è quello relativo alla privacy ed alla sicurezza dei dati; in effetti tutti gli strumenti informatici sono vulnerabili ad attacchi e violazioni (non ultimo il caso degli attacchi al sistema informatico della regione Lazio nel 2021 e nel 2024 che hanno coinvolto anche i dati sanitari) e pertanto va rafforzata la tutela dei dati per garantire protezione e sicurezza dei pazienti.

Dal punto di vista dell’accettazione, da parte del personale sanitario, delle cartelle cliniche elettroniche è bene evidenziare che alcuni operatori potrebbero essere resistenti al cambiamento o non essere del tutto convinti circa l’efficacia del nuovo sistema informatico rispetto al cartaceo; in tal senso diversi soggetti ritengono che il processo di immissione dei dati porti via molto tempo ed interferisca con il lavoro ordinario e probabilmente, almeno in una fase iniziale, questo corrisponde alla realtà. Il problema invece più delicato riguarda la sindrome da “burnout” che è caratterizzata in un insieme di sintomi derivanti da stress persistente associato ad un contesto lavorativo che viene percepito come logorante dal punto di vista fisico e psicologico. Lo stato di prostrazione psicofisica può portare il personale sanitario ad una riduzione della soddisfazione professionale con perdita di interesse ed aumento degli errori medici. La compilazione delle cartelle cliniche elettroniche può richiedere più tempo e più attenzione, incrementando il carico di lavoro che il personale sanitario percepisce peraltro di natura amministrativa. La loro consultazione può essere avvertita come un’interruzione del flusso di lavoro medico causando un senso di frustrazione ed inefficienza; inoltre la ricerca su più schermate dei dati necessari potrebbe indurre facilmente in uno stato di sovraccarico cognitivo. Infatti il grande numero di dati che possono generare le cartelle elettroniche, che potrebbero anche essere inutili nell’ambito di una visita (ad esempio in una visita di controllo), potrebbe di fatto interferire negativamente nel rapporto medico-paziente che risentirebbe della riduzione del tempo per le relazioni con l’assistito a causa delle consultazioni informatiche.

Esito di tutto ciò, se si vuol cogliere l’aspetto positivo dell’informatizzazione sanitaria, è la logica ed il buon senso che dovrebbero aiutare a: scegliere dati davvero utili al personale sanitario, senza sovraccaricarlo di questioni burocratiche da far risolvere al personale amministrativo; garantire la privacy e la sicurezza dei dati; fornire sistemi facili da consultare e compilare, che vadano incontro alle reali necessità del personale sanitario, tenendo fuori gli interessi delle aziende informatiche e quelli della politica.