Lunedì, 27 Marzo 2023

     

Accedi

editore: APN ong -

Presidente: Ing. Maurizio Scarponi 

 

Presidente onorario: Prof. emerito Gianluigi Rossi 

 c.f. 97788610588

 sede legale via Ulisse Aldrovandi 16 

 00195 Roma Italia 

 associata UNAR-USPI/CNR 

 Direttore responsabile: dott.ssa Emanuela Scarponi, giornalista 

 

registrato presso Tribunale di Roma - settore Stampa

 n. 111/2019 del 1 agosto 2019

collaborazioni ufficio stampa: Eanela lrace, Maria Pia Bovi, Roberto Pablo Esparza, Andrea Menaglia  Mark Lowe 

 

www.silkstreet.it                            111/2019

www.africanpeoplescientificnews.it        202/2015 2 Dicembre 2015 

Direttore Scientifico: Ing. Maurizio Scarponi, iscritto Albo speciale 

ISSN : 2283-5041

www.notiziedventiroma.it           140/24 ottobre 2019

direttore responsabile:               Emanuele Barrachìa 

 

editorial team 

http://www.africanspeoplenews.it/index.php/editorial

         

 

 

24h PRESS AGENCY AFRICANPEOPLE

Sidebar

Off-Canvas Sidebar

The new Off-Canvas sidebar is designed for multi-purposes. You can now display menu or modules in Off-Canvas sidebar.

  • Home
  • Radio news
  • WebTV
  • AfricanPeople O.N.G.
  • Prima Pagina .

Chi non conosce Vincent Van Gogh? Palazzo Bonaparte – ROMA di Maria Paola Santopinto

Chi non conosce Vincent Van Gogh?

Alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita, dall’8 ottobre 2022 Palazzo Bonaparte ospita la grande e più attesa mostra dell’anno dedicata al genio di Van Gogh. Attraverso le sue opere più celebri - tra le quali il suo famosissimo Autoritratto (1887) - sarà raccontata la storia dell’artista più conosciuto al mondo.

 



Rare sono le persone che non hanno mai visitato una mostra dedicata a Van Gogh. In tutto il mondo nelle città metropolitane, ma anche in quelle meno importanti questo genio della pittura ha fatto la sua comparsa e non poteva mancare alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita, un’ulteriore rappresentazione di alcune sue opere. Fortunatamente qui a Roma, ancora una volta nell’autorevole Palazzo Bonaparte, è stata ospitata questa grande mostra, attesa da tempo.
Sono presenti 50 opere dell’artista provenienti dal prestigioso Museo Kröller Müller di Otterlo dei Paesi Bassi, situato in un villaggio compreso nel Comune di Ede in Gheldria, al centro del parco nazionale De Hoge Veluwe.
Il nome del museo - come viene ampiamente descritto dal documentario comodamente visibile nella prima sala della mostra - deriva da Helene Kröller-Müller, grande collezionista d'arte, moglie di un ricco industriale e tra i primi a riconoscere il genio di Van Gogh e ad acquistare i suoi dipinti, collezione che nel 1935 donò ai Paesi Bassi.
I quadri descrivono i periodi ed i luoghi dove egli visse, come capita spesso nelle pennellate dei pittori, e sono accompagnati da commenti ben articolati e dall’audioguida.
Quindi, oltre ad ammirare lo splendore della sua arte visiva, chiunque può godere e trascorrere bei momenti nelle varie sale, coadiuvati da spiegazioni autorevoli e facili da seguire. Si riesce così ad entrare nella vita di Van Gogh, nel suo amore per la pittura e per i suoi colori che sulla tela si trasformano e si trasformano in opera d’arte.
Come si dice spesso nell’arte, l’opera diviene essa stessa viva, trasmettendo all’esterno le grandi emozioni che il pittore prova nel guardare un paesaggio, prima quello industriale, come nel caso del “Tessitore al telaio”, un dipinto olio su tela, realizzato nel 1884, poi quello contadino come nel caso del “Seminatore al tramonto”, dipinto da Vincent nel 1888, il quale si concentra su personaggi umili, quelli mai guardati dai grandi pittori dell’epoca.
E lui in quei momenti diviene “grande”, facendo divenire protagonisti coloro che fino a quel momento erano stati lasciati da parte, un po’ come accaduto a lui stesso.
Questo è il suo punto di vista rivoluzionario, antesignano di un modo di dipingere irripetibile per la sua bellezza, per la movimentazione dei colori, dell’atmosfera, dei paesaggi rurali, che diventano tutt’uno con i personaggi illustrati, mentre lavorano la terra, arano i campi, fino a divenire indistinguibili ad un primo sguardo, grazie all’aiuto dei colori usati con maestria, perché quello deve essere l’effetto visivo che vuole Van Gogh, secondo la sua visione irrazionale del mondo che ci circonda.
Van Gogh descrive in un suo modo unico il cielo, le stelle, la terra, come un tutt’uno, in continuo movimento. Ed è questo il carattere unico dei suoi meravigliosi dipinti realizzati nella sua maturità artistica.
E cosi via via, mentre si resta incantati ad ammirare i suoi dipinti, nelle splendide sale che si susseguono all’interno del Palazzo, si entra nel personaggio dimenticando Roma, Piazza Venezia, per recarsi con la mente nelle campagne che Van Gogh voleva rendere immortali, e ripercorrere la vita artistica del nostro, che dai disegni in bianco e nero poi passa ad utilizzare e fare suoi i colori, il giallo in particolare, il blu stellato del cielo notturno, il verde ed il marrone della terra arata dai contadini dei Paesi Bassi, e poi tutti assieme, in un unicum dove spazio e tempo smettono di esistere distintamente.
Infatti noi spettatori, in contemplazione, entriamo senza accorgercene, con lo sguardo attraverso i suoi dipinti, nel suo cuore, nella sua anima errante e triste, come se il Nostro fosse lì presente assieme a noi, e diveniamo tutt’uno con lui e con i suoi personaggi: l’arte compie il suo viaggio e raggiunge il visitatore.
Può succedere che, avendo visto in passato i suoi fiori, le iris, le ninfee, le nature morte, i ritratti degli amici di questo celebre pittore, il comune pensare può, errando, ritenere superfluo visitare questa mostra.
Non è così.
Essa si pone come obiettivo un ulteriore passo avanti nella conoscenza di questo grande pittore, mostrando al pubblico una parte meno conosciuta della sua produzione artistica, a parte ovviamente il suo famosissimo autoritratto, cui è dedicata una sala a se stante.
Questi quadri meno conosciuti, nuovi al pubblico, alcuni dei quali in bianco e nero, suscitano nel visitatore un fascino ed un piacere tali da rimanere sconvolti , come sempre.
Insomma, è una scoperta ammirare questi dipinti, meno noti alla platea, che appaiono una novità imperdibile per chiunque: da essi trapela la vita del Nostro, impregnata di angosce, tristezze, tragedie ed anche di delusione, e della speranza di salvarsi, anche dopo essersi sparato all’addome.
Ma quello che arricchisce la mostra sono anche le didascalie, riportate in forma molto particolare, concernenti la sua vita, nei suoi vari periodi artistici, vissuta nelle diverse città europee; quindi i suoi soggiorni, le sue amicizie, i suoi incontri, i suoi difficili amori. Sconvolgenti sono, inoltre, le sue lettere al fratello Theo Van Gogh, riportate fedelmente su schermi posizionati tra i quadri; scritti sublimi, carichi di sentimenti, di affetto, di nostalgia per suo fratello, a cui era molto legato, e grande punto di riferimento per la sua intera vita.
Theo Van Gogh è sicuramente il suo affetto più caro, a cui si rivolge in ogni attimo della sua esistenza. Si avverte in questi scritti una immensa commozione in ogni sua parola, in ogni riga, commozione tradotta poi nelle sue meravigliose pennellate di mille colori.
E’ per tutto questo che la visita di questa originale mostra dovrebbe essere obbligatoria per tutti e per le scuole di ogni ordine e grado in particolare, per permettere a tutti i giovani di conoscere questo pittore straordinario, considerato il più celebre della storia dell’arte. Fu anche il più incompreso, tanto da arrivare prima a tagliarsi un orecchio e poi da arrivare al suicidio, avvenuto fortunatamente per noi, solo dopo aver completato la sua più grande opera artistica, mentre era ricoverato presso l’hôpital Saint-Paul de Mausole a Saint-Rèmy-de-Provence, dove giunge nel 1889 - a seguito di una violenta crisi quando Paul Gaugin lascia la sua casa di Arles - e vi resta fino al 1890.
Alla fine, infatti, cedendo di fronte al pregiudizio di tutti i paesani si fa rinchiudere volontariamente, ritenendosi pericoloso per sé e per gli altri.
E’ proprio dentro la sua piccola stanza d’ospedale che conosce il periodo più intenso dal punto di vista artistico, realizzando circa 150 dipinti e numerosi disegni.
La sua mente, infatti, non smette di viaggiare ed i suoi giardini - da lui frequentati quotidianamente, non potendo uscire - divengono essi stessi fonte di ispirazione per realizzare meravigliose scene, che nelle sue mani e con le sue pennellate rilevano la movimentazione delle forme, delle foglie, dei fiori, degli alberi, della natura che ci circonda che sfuggono al comune mortale, tra cui la “La Notte stellata” e “Le Iris”.
Tra i dipinti più interessanti si evidenziano: Il seminatore (1888), Contadine che zappano patate (1885), Tessitore e bambino su seggiolone (1884), Testa di contadina (1885), Vialetto nel giardino pubblico (1888).
Vale certamente la pena visitare la mostra anche per leggere le sconvolgenti lettere, le parole profonde intrise di emozioni, che si fanno poesia; brani psicologici e letterari, poco conosciuti fino ad oggi riguardanti il nostro Vincent: la Lettera di Vincent van Gogh ad Anthon van Rappard, Hague, 5 marzo 1883; Lettera di Vincent van Gogh ad Arnold Koning, Arles, 30 maggio 1888; Lettera di Vincent van Gogh ad Arnold Koning, Arles, 22 gennaio 1889; Lettera di Vincent van Gogh a Joseph Ginoux, Saint-Rémy-de-Provence, 2 febbraio 1890; Lettera di Vincent van Gogh ad Albert Aurier, Saint-Rémy-de-Provence, 10 febbraio 1890.
Completa la visita una sala meravigliosa, ricca di luci, colori riflessi su specchi illuminati e variopinti dove, quasi ad imitare il gioco di Van Gogh e le movimentazioni dei suoi punti di vista pittorici e grafici, vengono riprodotti i suoi dipinti, le scene, e i fiori; le figure dei suoi più grandi capolavori, con un sottofondo musicale che fa atmosfera.
E’ qui che il visitatore diventa esso stesso protagonista dell’arte di Van Gogh, rispecchiandosi anche lui in mille sfaccettature tipiche di questo labirinto giocoso, che fa girare la testa fino a perdere il senso di sé.
Maria Paola Santopinto

Dettagli
Emanuela Scarponi logo
06 Febbraio 2023

Pier Giuseppe Morone: modelli verso una transizione” di Claudia Polveroni

Martedì 20 gennaio alle ore 17,00 il professore ordinario di politica economica Pier Giuseppe Morone ha tenuto una lezione: “Nuovi modelli verso una transizione”, al l’Università Unitelma, Roma.
Mutamenti climatici, migrazioni, sprechi alimentari e scarti avranno un peso sulla terra.
La ricerca di modelli per una transizione è un passo necessario.
Nei prossimi trent’anni nel 2050 si andrà verso una condizione demografica in crescita. La popolazione da otto miliardi sarà di dieci miliardi di persone.
Il trend si esaurirà fino al 2100, la popolazione sarà di due miliardi in più.
L’Europa è quasi a crescita zero, negli Stati Uniti d’America la crescita è limitata.
Si prevede una crescita fortemente concentrata in Africa.
Nel futuro nell’area Subsahariana ci sarà un raddoppio della popolazione, anche in termini migratori.
Il sud est Asiatico ha un continuo aumento della popolazione, come del resto in tutti i paesi Asiatici.
Di pari passo all’aumento demografico ci sarà un innalzamento del livello del reddito economico.
In generale, le disuguaglianze di reddito sono cresciute dopo la crisi valutaria dei primi anni ’90, per poi definirsi prima della crisi finanziaria del 2008-09 e della crisi degli anni seguenti 2011-2013. Nel periodo delle due crisi la diseguaglianza nella distribuzione del reddito è sensibilmente aumentata.
Il reddito mondiale salirà tra i vari ceti. I più ricchi avranno un reddito più alto. Si avrà un’ulteriore crescita della ricchezza mondiale ed in particolare nel Nord America e Cina. Nuovi modelli di transizione sono i pilastri dell’economia.
Nel 1975 avevamo un primo, secondo e terzo mondo. Nel 2015 è avvenuta l’esplosione del ceto medio.
In questi cinquanta anni, una fetta nuova della popolazione mondiale è cambiata.
Siamo in un’economia di consumo,
Il ceto medio è in India ed il conseguente potere di acquisto.
Una nuova accelerazione della domanda sui beni di acquisto.
La crescita demografica, economica e il nuovo ceto medio determinano problemi che diventeranno pressanti.
Si richiedono più proteine animali che provengono, in linea di massima, da allevamenti intensivi.
La produzione dei beni alimentari non sempre sufficiente per tutti.
Problema di salita economica, la società di massa si espande, il ceto medio domanda beni di consumo e manufatti
Gli effetti di questo andamento ricadono sui global e local pollutants.
Tutti questi aspetti sono la complessità del panorama che viviamo ogni giorno.
La Cina insieme a Stati Uniti d’America e India sono i tre paesi emettitori maggiori nel mondo di C02.
Se volessimo dimezzare le emissioni di C02 di India e Cina potremmo raggiungere un buon obiettivo, in linea con il livello di emissioni di C02 degli Usa.
Se volessimo usare il target per dimezzare le stesse in ogni paese del mondo, in India paradossalmente potrebbero aumentare.
Indossare abiti per tre volte e buttarli o in alternativa destinarli al Sud del mondo, una abitudine dei paesi occidentali. L ’80% dei pacchi finisce nelle discariche dei paesi più poveri.
Gli effetti delle scelte di modelli di consumo producono local and global pollutants.
Problemi nascosti si presentano.
Gli effetti della local pollutants incidono sulla salute di molte persone.
L’aria troppo inquinata da sostanze nocive. Nuove strategie per la condizione di vivibilità della città.
Razionalizzare il più possibile e difendere il ruolo della città.
La temperatura media tende salire di cinque gradi l’anno.
Un modello di consumo per una economia circolare.
Lasciare lo sviluppo del modello lineare sull’impiego dei fossili e puntare al modello dell’economia circolare delle biomasse.
Se si bruciano le bio masse si esce dal modello dello spreco,
Gli sprechi alimentari sono inquinanti.
Il maggior spreco alimentare avviene nei paesi più ricchi.
Nei paesi più poveri avviene nelle coltivazioni e nel trasporto degli alimenti avvolti nella plastica, destinati ai supermercati. alimenti impacchettati due volte fino a casa.
Ogni anno vengono gettati fino 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti.
Oltre ad un problema morale c’è un impatto enorme sull’ambiente.
Utilizzare gusci di uova, di noci e bucce di banana per ecoplastica sono strategie per migliorare lo spreco alimentare per cibo non edibile.
L’impiego del legno con oggetti ed utensili migliora l’assorbimento degli C02.
Ridurre lo spreco alimentare. Individuare le variabili del sistema.
Modello complesso che mi consente lo studio di una variabile fissa, per costruire un sistema.
Nuovi orizzonti dello studio delle variabili complesse, su adozione di una variabile semplice per limitare gli sprechi alimentari e l’impatto circa l’uso dei materiali inquinanti.
Si afferma che due variabili: A e B sono correlate quando i valori dell’una tendono a seguire i valori dell’altra. Il rapporto che ne consegue rappresenta l’adattabilità di una variabile di cambiare in funzione dell’altra.
La presenza di persone, delle istituzioni private e pubbliche che studiano e propongono modelli di transizione sostenibile induce i cittadini a comportamenti virtuosi.
Ruolo delle variabili, comportamento verso una direzione a salvaguarda del cibo contro lo spreco.
Lo studio di fattibilità e l’analisi di sostenibilità danno possibilità di nuovi scenari.
C’è sostenibilità ambientale, c’è sostenibilità economica. Situazione complessa che dà soluzioni alternative.
Dal pubblico il professore Alessandro Bianchi pone l’accento sull’uso delle bio masse come alternativa.
L’impatto sociale: ripensare la città per tentare di lenire gli aspetti negativi.
La maggior parte della popolazione vuole stabilirsi nelle città.
I dati in aumento della popolazione corrispondono ad una popolazione urbanizzata.
Nel 2050, sei miliardi di persone vivranno le città.
Le bio masse: capacità energetiche: economiche, ambientali e nelle aree periurbane.
La transizione per la sostenibilità, una società aperta alla comunità e agli interessi collettivi
Stefano Aragona, ingegnere e ricercatore in Urbanistica.
Pone a confronto le città con il territorio.
Il territorialismo una tematica aperta per una sostenibilità.
Nuovi modelli per la sicurezza dei cittadini.
Uno sviluppo di risorse non solo per l’ottimismo delle singole volontà.
In conclusione il benessere economico è non solo quello che io posseggo, soprattutto è quello di cui ho accesso.

 di Claudia Polveroni Apn Publisher

 

 

 

Dettagli
Emanuela Scarponi logo
04 Febbraio 2023

CAMBIAMENTICLIMATICI E MIGRAZIONI 2 CONDERENZA 11-2.23 UNAR