DAL BILANCIO SOCIALE AL BILANCIO INTEGRATO
di Alessandra Di Giovambattista
Quando si vuol analizzare sinteticamente l’attività economico finanziaria di un’azienda, qualunque essa sia, si ricorre all’analisi del conto di sintesi per eccellenza: il Bilancio di esercizio. Negli ultimi 50 anni questo documento, che all’origine riportava essenzialmente le risultanze economico-finanziarie, con il tempo si è arricchito di dati ed informazioni in ragione del sempre più complesso grado di approfondimento richiesto sia dalle aziende stesse sia dal mercato e da tutti gli interessati alla gestione dell’impresa (i c.d. stakeholders).
E’ così che la prassi contabile ha individuato diverse forme di bilancio che la dottrina ha esaminato nel tempo: il primo, il più tradizionale, definito come Bilancio di esercizio (strutturato secondo il principio della competenza economica in cui tutti i costi ed i ricavi sono imputati all’esercizio in ragione dei postulati della realizzazione dei ricavi - quando un ricavo si riferisce ad un ciclo della produzione concluso - e dell’inerenza ad essi dei costi) che consente di dare una valutazione sintetica delle più importanti risultanze economico-finanziarie e patrimoniali.
Successivamente è stata posta molta attenzione al Bilancio sociale (si sottolinea che, mentre per le aziende di produzione questo era facoltativo, per le aziende del terzo settore, ora definite Enti del terzo settore, è oggi uno strumento obbligatorio, almeno per quelle che hanno entrate per almeno 1 milione di euro) con il quale, cercando di indagare il comportamento socialmente responsabile delle aziende, si rappresentano strategie e politiche adottate al fine di far conoscere a tutti gli attori interessati alla gestione dell’azienda - quali gli investitori, i dipendenti, i clienti, i fornitori, ma anche lo Stato, gli Enti Locali, le associazioni di diverso tipo, ecc. - gli obiettivi ed i risultati conseguiti nel tempo in termini non solo quantitativi, ma soprattutto qualitativi (quali ad esempio il miglioramento nelle relazioni interne tra personale e direttivo, azienda e sindacati, valore aggiunto prodotto dai dipendenti, strategie per rendere fedeli clienti e fornitori, ore di straordinari e loro costi e benefici, inserimento e formazione di persone diversamente abili, numero di soggetti ritornati alla scolarizzazione, e via dicendo anche considerando i diversi settori di azione delle aziende). E’ pertanto un conto di sintesi che intende evidenziare il valore creato dall’impresa a favore della collettività, con la finalità di tutelare i diritti delle persone ed il valori riconosciuti come meritevoli di tutela.
L’aggregato successivo, indagato dalla prassi contabile, è stato il Bilancio di sostenibilità che offre alle aziende dati ed informazioni che consentono di costruire gruppi di indicatori utili per far conoscere e misurare le proprie capacità in ambito economico, finanziario, sociale e ambientale. E’ quindi un bilancio che cerca di coniugare i diversi aspetti considerati dalle precedenti tipologie di conti di sintesi. Rispetto al bilancio sociale quello di sostenibilità indaga, oltre al comportamento ed alle ricadute sociali dell’azione aziendale, l’ambito della sostenibilità, fornendo una analisi di medio lungo periodo circa la sopravvivenza dell’azienda non solo in termini economico-finanziari, ma soprattutto in termini di miglioramento della società presente sul territorio (mediante la misurazione del valore aggiunto, cioè il valore prodotto da un’azienda, attraverso la vendita di beni e servizi, al netto dei consumi dei fattori acquisiti all’esterno; quindi, secondo un’altra angolazione, lo si può definire anche come un fondo dal quale attingere per remunerare tutti i fattori della produzione, quali il lavoro ed il capitale e comprendendo anche lo Stato, gli Enti di qualunque genere e le banche) e di scelta di azioni che siano compatibili con il rispetto dell’ambiente e dell’utilizzo attento ed efficace delle risorse cercando di escludere produzioni e strategie inefficienti, dispendiose e non ecologiche. E’ ormai noto che gli obiettivi posti dai piani di sviluppo sostenibile cercano di coniugare le diverse dimensioni finora viste, cioè quella economica, finanziaria, sociale ed ambientale, che sono legate ed interdipendenti l’una con l’altra in quanto una scelta effettuata in un determinato ambito avrà necessariamente ripercussioni anche sugli altri in una sorta di azione che si propaga in modo ineluttabile poiché l’azienda si presenta come un organismo che influisce sull’ambiente ma che a sua volta ne è anche condizionata. Come si può pensare che una scelta basata esclusivamente su considerazioni e presupposti economici non abbia ripercussioni anche in termini sociali ed ambientali? Ad esempio, la scelta di una produzione che utilizzi fonti di energia non rinnovabili (perché si presenta più economica rispetto ad un’altra alternativa) potrà avere impatti negativi sulla collettività, in termini di utilizzo di risorse limitate, e sul livello di inquinamento ambientale. In questo senso si può affermare che il bilancio di sostenibilità offre informazioni alle aziende ed aglistakeholders circa l’impatto che una strategia gestionale genera nelle diverse aree di analisi in virtù di un processo di interazione.
Si giunge così, in ultima istanza, almeno per ora, alla determinazione di un Bilancio integrato, meglio definito e conosciuto come Report integrato che ha come obiettivo quello di rendicontare in modo coniugato informazioni sia di natura finanziaria, sia di differente tipologia (come quelle ambientali, sociali e di governo aziendale, c.d. governance). Con questo tipo di rendiconto si vede l’ampliamento, rispetto alle precedenti tipologie di bilancio, delle informazioni che si vogliono evidenziare; infatti il focus è incentrato sul valore che l’azienda genera nel breve, medio e lungo periodo, per garantire la sua capacità di perdurare nel tempo. Tale caratteristica è connessa alle strategie di natura economico finanziaria che devono però essere coniugate alla capacità di generare valore apprezzabile da tutti gli stakeholders in modo da renderli fedeli ai prodotti ed alle scelte di gestione aziendale. Ecco che nella complessità delle informazioni necessarie per rispondere alle diverse richieste dei destinatari dei dati occorre fornire il maggior numero di informazioni (stando però ben attenti a non cadere nella trappola di dare un ingente numero di notizie, alcune volte inutili e non funzionali, che indurrebbe a non centrare l’obiettivo della proficua informazione che si basa sui dati necessari ed attinenti, cioè capaci di dare risposte esaustive alle problematiche che si intende indagare, senza appesantire la rappresentazione conoscitiva), che siano però adeguate alle richieste provenienti dal mercato (rappresentato da fornitori, clienti, enti pubblici, associazioni, dipendenti, azionisti, investitori, ecc) che chiede risposte trasparenti e complete sul valore effettivo dell’azienda e sulle sue capacità di creare valore aggiunto.
Questo report permette di utilizzare le diverse informazioni, prima disseminate in diversi documenti tra loro non integrati, e le rende capaci di risposte sinergiche alle problematiche di conoscenza che il mercato si pone. In particolare si presenta come uno strumento di comunicazione che indaga ambiti che permettono di dare una visione complessiva delle scelte strategiche, dei risultati raggiunti (c.d. performance), degli obiettivi futuri e degli eventuali rischi di gestione ad esse connessi. In termini più concreti il report integrato permette una visione generale dell’attività aziendale fornendo notizie su: come si presenta l’azienda al suo interno e rispetto all’ambiente esterno sottolineando eventuali effetti di intersezione e sinergia; i diversi principi e modi di gestione e le procedure adottate per il governo delle società, che generano delle ricadute sociali (la c.d. governance); le diverse strategie ed i modelli di affari (meglio conosciuti come modelli di business) descrivendo in tal modo le logiche organizzative e strategiche attraverso le quali l’impresa crea, distribuisce e utilizza il valore prodotto cercando di ottenere un vantaggio competitivo non solo in termini finanziari ma anche sociali, ambientali e strutturali; le risorse utilizzate (in particolare per risorse si intendono non solo quelle finanziarie e materiali ma anche, e soprattutto quelle relative al capitale umano, intellettuale, sociale e ambientale-ecologico) e le relazioni che tra esse si intrattengono; gli obiettivi raggiunti (c.d. performance) analizzati come risultati non solo economico-finanziari ma anche di impatto ambientale e sociale.
La scelta del report integrato permetterà alle aziende che lo implementano di raggiungere dei vantaggi; infatti fornire notizie in modo trasparente, evidenziando utilizzi efficienti dei capitali e delle risorse a disposizione, consente di aumentare la fiducia degli stakeholders e di sottolineare la capacità dell’azienda di vivere nel tempo. In tale ultimo ambito un’analisi integrata permetterà di offrire strategie per gestire le sfide sui cambiamenti climatici e sulle disuguaglianze sociali, di indirizzare verso le attività più meritorie le risorse finanziarie messe a disposizione dagli investitori, di evidenziare e meglio dividere il valore aggiunto prodotto dall’azienda, di intraprendere strategie di medio lungo termine che consentano all’azienda di durare e svilupparsi nel tempo attraverso una visione complessiva efficiente ed efficace della gestione dei rischi, delle opportunità e dell’organizzazione di governo interno.
Sul fronte dei vantaggi per gli stakeholders si evidenzia che: gli investitori avranno una visione più chiara e consapevole dell’efficienza degli investimenti effettuati; i dipendenti avranno una visione trasparente della stabilità aziendale e ciò contribuirà allo sviluppo della fedeltà e del senso di appartenenza all’azienda; le società avranno una migliore capacità di comprendere l’uso delle risorse nel rispetto della sostenibilità e dell’ambiente sociale in cui operano.
Questo è un processo non di mero assemblaggio di notizie precedentemente racchiuse nei diversi documenti di sintesi, ma è piuttosto il risultato di un’analisi di dati e di informazioni che permette di trovare rapporti biunivoci e di interazione tra informazioni di diversa natura, finanziaria e non, così da offrire un quadro completo e trasparente sull’impegno futuro, sulle reali attività e sui risultati di impatto dell’azienda al suo interno e nell’ambiente circostante, alla ricerca del rispetto delle necessità sociali, di sostenibilità e di creazione di valore.