24-07-2020

                                                                                                                                                         Sulle invasioni in Africa

         Parlare oggi di Africa è diventato un fatto quasi comune e coloro che ne sanno attrarre l'attenzione per circa due ore rimangono in pochi.
Non sono delle parole severe ma solo delle considerazioni e spunti che ho avuto modo di conoscere con l'illustrazione di un'ampia carrellata di immagini che presentano l'Africa come un illustre sconosciuto nell'esposizione del professor Stelio Venceslai che ha concluso la lezione recentemente poco prima della sera, il giorno 24 maggio scorso.
Le lotte di sterminio di razze hanno sempre caratterizzato il continente a noi più vicino: le cifre sono impressionanti come ad esempio 2.500.000 di watussi trucidati. Per noi Europei, l'Africa appare sempre misteriosa su di un territorio di 30.000.000 di chilometri quadrati al passaggio di quattro meridiani, solcato da centinaia di popolazioni, un migliaio di lingue, 300 chilometri. di mare dall'isola della Sicilia.
Un gigante poco conosciuto che vede tante invasioni fin dal 4.000 a.C. La storia dell'Africa è fatta di primi insediamenti a Nord, lungo il Mediterraneo: i Fenici, i Punici ed i Romani che arrivarono nell'attuale Marocco.
Testimonianza dell'invasione romana è presente dalla Numidia fino a Khartoum.
Scipione l'africano fu il difensore della zona del deserto del Sahel e sfortunatamente venne catturato da una nave pirata cristiana; riuscì a sfuggire e fu fatto di nuovo prigioniero e venduto al Papa che invece lo liberò a patto che continuasse a viaggiare.
Gli Arabi conquistarono l'Egitto e a loro volta vennero cacciati nell'Africa settentrionale. Si imposero con il controllo delle spezie provenienti dalle Indie che vennero impiegate per la conservazione delle carni.
I Portoghesi irruppero in Sudan, in Etiopia, in Tanzania e nel Gabon, toccando il Capo di Buona Speranza e raggiunsero l'Olanda. Gli olandesi si stabilirono con il percorso inverso a Città del Capo e la lingua parlata divenne l'africans mista di elementi francesi inglesi ed olandesi.
         L'Africa venne attaccata dai Boeri e subì le penetrazioni francesi in Marocco, Tunisia e Algeria. Le popolazioni indigene vennero deportate  e vendute come schiavi. La schiavitù divenne un triste esempio di ricchezza.
Con l'avvento della Rivoluzione francese e le leggi per le guerre di secessione americane le cose si modificarono anche se gli Africani hanno descritto le loro sofferenze patite nell'isola di Haiti. Gli africani con i loro canti gospel diffusero il ritmo della musica jazz in America del Nord e nell'America del Sud hanno dato luogo a figure religiose miste. Portoghesi e Francesi popolarono il Madagascar. In Etiopia arrivarono gli Italiani.
La conferenza di Berlino stabilì la composizione dell'Africa da parte delle potenze europee. Le risorse dell'Africa del tempo corrispondevano al controllo delle piantagioni di caffè e di cacao.
Dal 1922 la Libia assiste a presenze italiane e da quella data numerosi Etiopi guardano alla Svezia. Durante la Seconda Guerra Mondiale gli Italiani occupano la Somalia. Arriva a passi scanditi il processo di decolonizzazione dal 1959 al 1965, dando l'indipendenza a più territori. L'Africa multirazziale contraddistinta da diverse religioni a tutt'oggi rappresenta una grande risorsa di persone e di terre ricche di minerali preziosi, teatro di forti tensioni ma anche tentativi di dialoghi conciliativi.

Emanuela Scarponi