30-07-2020


                                                                                                                                                        Cecil Rhodes

     Cecil Rhodes, son of an Anglican pastor, was born on July 5th, 1853 in Hertfordshire. He arrived for the first time to Natal in 1870, hosted by his brother, owner of a cotton plantation, to treat a lung disease that afflicted him all his life. After a few months he moved to Kimberley, where a real “gold and diamond fever” attracted adventurers from all over the world. Here he demonstrated all his ability as a businessman: he bought mining concessions and made huge profits, so much so that he could afford to finance the railway between Cape Town and Kimberley, facilitating connections between the capital of diamonds and the rest of the British colony. Rhodes was only 23 at the time, but he was already very rich. In the following years, heedless of scandals and gossips, he continued in his successes. With the support of the Rothschilds he managed to defeat all rivals in controlling the diamond shafts and ended up clashing with the rival group of Barney Barnato. It was a fierce struggle, which ended with Rhodes' victory: with a check of 5 million pounds, Rhodes bought the Kimberley mine in Barnato and by merging the two companies - we are in 1883 - he created the De Beers Consolitated Mines, a powerful and active company still today, guided, after Rhodes, by Ernest Oppenheimer and his son Harry. At the age of 35, Rhodes possessed a huge capital: he controlled 90% of the diamonds of the world and a share of the gold thread discovered in the Witwatersrand, near Johannesburg. But diamonds and gold were no longer enough: he wanted a personal empire. In 1889 he founded BSAC, the British South Africa Company, obtained the mining concession in Zimbabwe and financed the railway that reached Bulawayo: above all he paved the way for British troops for the integration of Anglo-Saxon possessions from North to South of the continent and financed the wars against the Boers, thus deleting an whole generation of Afrikaners. With the support of some unscrupulous gentlemen like him, Cecil Rhodes managed to put Beachuanaland, in Botswana, under British control and to persuade Lobenguela, lord of Matabeleland and Mashona territory, the heart of Zimbabwe, to subscribe an agreement with him, the authorization to "dig a well", but, in reality, it was a matter of conferring the mining concession on the whole territory of the kingdom in exchange for a thousand rifles, ten thousand cartridges, a run-down steamship and a hundred pounds monthly salary, until Lobenguela's death. In seven years, Rhodes and his allies occupied all Lobenguela lands, who contracted smallpox and died a year after treaty. Becoming prime minister of the Cape Colony in 1890, Cecil quickly realized his dreams: the British Crown entrusted him with a special mandate that land which then, five years later, in his honour, will be called Rhodesia and included the actual Zambia and Zimbabwe.

      A few years later, however, the setting changed. Rhodes, in late 1895, secretly financed the expedition of one of his men, Starr Jameson, to the Witwatersrand, with the intent to provoke a revolt among the foreigners who worked in the gold mines and to remove this rich area from the possession of the Boer Republic of Transvaal, led by Paul Kruger, his historic enemy. But the attempt failed and the truth got out and Rhodes was forced to resign from prime minister. Rhodes died on March 26th, 1902. He left most of his possessions to the Rhodes Scholarship, a foundation that still today deals with the study of young fellows from all Commonwealth countries at the University of Oxford. By his express will, he was buried on the hills of Matopo, not far from the tomb of King Mzilikazi, Lobenguela father. There are also traces of Rhodes in South Africa: his office in Kimberley, the imposing mausoleum dedicated to him in Cape Town; and also in Zimbabwe: the Rhodes Museum and the Rainbow Nyanga Lodge.
Emanuela Scarponi

traduzione

Cecil Rhodes, figlio di un pastore anglicano, nacque il 5 luglio 1853 nell'Hertfordshire. Arrivò per la prima volta nel Natal nel 1870, ospite dal fratello, proprietario di una piantagione di cotone, per curare una malattia polmonare che lo afflisse tutta la vita. Dopo alcuni mesi si spostò nel Kimberley, dove una vera e propria febbre dell'oro e dei diamanti aveva attirato avventurieri da ogni parte del mondo. Qui dimostrò tutta la sua abilità di uomo d'affari: comprò concessioni minerarie e realizzò ingenti guadagni, tanto che potè permettersi di finanziare la ferrovia tra Città del Capo e Kimberley, agevolando i collegamenti tra la capitale dei diamanti ed il resto della colonia britannica. Rhodes aveva solo 23 anni a quell'epoca, ma era già ricchissimo.
Negli anni successivi, incurante di scandali e chiacchiere, continuò nei suoi successi. Con l'appoggio dei Rothschild riuscì a sbaragliare tutti i rivali nel controllo dei pozzi diamantiferi e finì per scontrarsi con il gruppo rivale di Barney Barnato. Fu una lotta feroce, che si concluse con la vittoria di Rhodes: con un assegno di 5 milioni di sterline, Rhodes comprò la miniera di Kimberley di Barnato e fondendo le due società siamo nel 1883 creò la De Beers Consolitated Mi nes, società ancora oggi potente ed attiva, alla cui guida, dopo Rhodes, vi furono prima Ernest Op penheimer e poi suo figlio Harry.
A soli 35 anni, Rhodes possedeva un capitale enorme: basti pensare che controllava il 90% dei diamanti di tutto il mondo ed una quota del filone d'oro scoperto nel Witwatersrand, nei pressi di Johannesburg. Ma i diamanti e l'oro non gli bastavano più: voleva un impero personale. Nel 1889 fondò la B.S.A.C., la British South Africa Company, ottenne la concessione mineraria nello Zimbabwe e finanziò la ferrovia che raggiungeva Bulawayo: soprattutto aprì la strada alle truppe inglesi per l'unificazione dei possedimenti anglosassoni dal nord al sud del continente e finanziò le guerre contro i Boeri, cancellando così un'intera generazione di afrikander.
Con l'appoggio di alcuni gentiluomini privi di scrupoli quanto lui, Cecil Rhodes riuscì poi a mettere sotto il controllo britannico il Beachuanaland, in Botswana, ed a convincere Lobenguela, signore del Matabeleland e del Mashona land, le due aree che rappresentano il cuore dell'attuale Zimbabwe, a sottoscrivere un accordo con lui.
Nell'accordo si parlava dell'autorizzazione a “scavare un pozzo”, ma, in realtà, si trattava del conferimento della concessione mineraria su tutto il territorio del regno in cambio di mille fucili, diecimila cartucce, un malandato battello a vapore ed una rendita di cento sterline al mese, da quel momento fino alla morte di Lobenguela. Il risultato fu che nell'arco di sette anni, Rhodes e i suoi alleati, riuscirono ad occupare tutti i possedimenti di Lobenguela, che per altro morì prematuramente di vaiolo un anno dopo aver firmato quel trattato.
Divenuto primo ministro della Colonia del Capo, nel 1890, Cecil riuscì in breve tempo a realizzare i suoi sogni: la Corona britannica gli affidò con un mandato speciale quella terra che poi, cinque anni più tardi, in suo onore, prenderà il nome di Rhodesia e che comprendeva gli attuali Zambia e Zimbabwe.
Alcuni anni dopo, però, lo scenario cambiò. Rhodes, verso la fine del 1895, finanziò di nascosto la spedizione di un suo uomo, Starr Jameson, nel Witwatersrand, con l'intento di provocare una rivolta tra gli stranieri che lavoravano nelle miniere d'oro e sottrarre questa ricca zona al possesso della Repubblica Boera del Transvaal, guidata da Paul Kruger, suo storico nemico. Ma il tentativo fallì e la verità venne a galla e Rhodes fu costretto a dimettersi dalla carica di primo ministro.
Rhodes morì il 26 marzo del 1902. Lasciò gran parte dei suoi beni alla Rhodes Scholarship, fondazione che ancora oggi si occupa di far studiare i giovani borsisti provenienti da tutti i Paesi del Commonwealth all'università di Oxford. Per suo espresso volere venne sepolto sulle colline di Ma topo, non lontano dalla tomba del re Mzilikazi, padre di Lobenguela.
Tracce di Rhodes ci sono anche in Sudafrica: il suo ufficio a Kimberley, l'imponente mausoleo a lui dedicato a Città del Capo; ed anche in Zimbabwe: il Rhodes Museum ed il Rainbow Nyanga Lodge.