20-06-2020
Organizzazione dell’Unione africana (Oua) e la giornata dell’Africa
Ogni anno il 24 ed il 25 maggio si festeggia tradizionalmente la giornata dell’Africa, in concomitanza con l’anniversario della nascita della OUA, Organizzazione dell’unione africana. Nel 1963 i leader di trentadue Stati africani indipendenti si riunivano ad Addis Abeba per avviare un processo lungimirante di integrazione, libertà e sviluppo, fondando l'Organizzazione dell'Unità Africana.
L'organizzazione dell'Unione africana, con le sue funzioni e la sua evoluzione, è determinante nel processo di autodeterminazione dei popoli dei Paesi dell'Africa in evoluzione, che stanno realizzando il passaggio da regime totalitario a democratico. L'auspicio è che questa organizzazione oggi più che mai sia potenziata di contenuti e di autorità per accompagnare il processo di modernizzazione, in base ad autogoverno, democrazia, frutto del processo di globalizzazione dovuto ai nuovi mezzi di comunicazione di massa quali Internet.
Dal 1963 l'Africa ha fatto enormi passi in avanti. Ma soprattutto negli ultimi venti anni l’Africa ha compiuto uno straordinario salto di qualità. Non è mai semplice individuare una data spartiacque tra la fine e l’inizio di una nuova fase storica.
Ma dal 2002, da quando l’OUA si è trasformata in Unione Africana, l’Africa ha iniziato una radicale trasformazione politica, sociale ed economica. Sotto il profilo economico, nell’ultimo decennio, il reddito reale pro-capite degli Africani è aumentato di più del 30 per cento, gli investimenti diretti esteri sono triplicati e, tra i dieci Paesi al mondo in più rapida crescita, sei sono Stati africani.
Quanto ai riflessi sociali, la classe media è aumentata in maniera esponenziale: sono 300 milioni gli Africani che ne fanno parte. I decessi per malaria in alcuni dei Paesi più colpiti sono diminuiti del 30 per cento e le infezioni da HIV di più del 70 per cento. La speranza di vita è aumentata in media del 10 per cento e il tasso di mortalità infantile in gran parte dei Paesi è diminuito vertiginosamente.
Anche se presenta ancora tante fragilità e contraddizioni, quindi, non possiamo continuare a vedere l'Africa con la lente offuscata dagli stereotipi del passato.
L’Africa è un continente giovane e pieno di opportunità, da cui l’Italia ha anche da imparare. Se è radicalmente cambiata l’Africa, deve radicalmente cambiare anche l’approccio dell’Italia all’Africa. Occorre pertanto un’azione più incisiva rispetto al passato per cogliere i frutti di questa nuova fase in Africa.
Auspico che l'Italia possa, posizionata come è al centro del Mediterraneo, condurre pertanto una funzione guida, tesa a promuovere la cooperazione e lo sviluppo di questi Paesi vicinissimi, affrontando il fenomeno dell'immigrazione clandestina con razionalità ed umanità, trasformandone gli effetti disastrosi in un reale vantaggio per l'Italia, interrompendo questo processo - che sembra irreversibile - di migliaia e migliaia di disperati che rischiano la vita nell'attraversamento del mare con imbarcazioni disagiate.
L'Italia deve promuovere nei Paesi del Nord Africa progetti di sviluppo del territorio che possano finalmente rendere vivibili le zone più aride, con l'apporto dei nostri tecnici e scienziati di ogni settore, su cui certamente l'Italia può contare.
Non ci sono solo luci in Africa, ma anche ombre. Le transizioni nei Paesi dell'Africa sono irte di ostacoli e dense di incognite.
Ed il rischio di strumentalizzazione di forze regressive che perseguono la destabilizzazione è sempre altissimo. E' preoccupante la fascia di instabilità che si estende dall’Atlantico al Mar Rosso, vedi l'ultima crisi nel Tigray.
Per il successo di tutte queste azioni è importante coinvolgere, oltre a governi e parlamenti, i cittadini tutti. Il sostegno dell’opinione pubblica è vitale anche per creare reti di attivisti in grado di promuovere i diritti in altri campi.
Emanuela Scarponi