24-01-2021                                                                                                                          Gonarezliou National Park, the elephant refuge in Zimbabwe 

 

           In Eland kingdom, about 150 kilometres from Mutare, near Chimanimani village, along the slopes of the Nyamzure hill (commonly called Pork Pie Hill, Hill of the Pie Pie), there is the Chimanimani Eland Sanctuary & Nyamzure, where many specimens of alkine antelope are used to live. Extraordinary powerful and majestic animal, the eland is the largest antelope in Africa: it has a light brown coat, can weigh up to 600 kilograms and 2 meters tall. The park, 8 square kilometres large, is also inhabited by jumping antelopes, duikers, swamp cobe, zebras and baboons and is also a paradise for botanists, with giant ferns, orchids and six varieties of proteins.
Gonarezliou National Park is the elephant refuge.
           The name means "elephant refuge", because more than 7,000 pachyderms lived in the 5,000 square kilometres Gonarezliou National Park, covered by trees and savannah. The connection with the etymology may not be so evident. Starting from the 70s, in fact, the delicate and precious ecosystem of the park was tested and largely compromised by the reckless action of unscrupulous people: by the Mozambican guerrillas, for example, who used it as a source of fresh meat supply, or by the groups of poachers, looking for ivory, the white gold paid at a very high price.
           Between 1990 and 1994, a terrible drought swept the country: a lot of Loxodonta Africana - whose this area was so populated that Harare government did not subscribe the international ivory bloc- died of thirst and destroyed the few areas with water and food. It was only with Ele-evacuation - operation availed of a loan of $ 20,000, the surviving specimens could be saved: the 750 surviving elephants were asleep and transferred to protected areas (essentially converted farms to wild conditions).The park was then reopened in the late 1990s and the elephants today are among the largest number in Africa.

Emanuela Scarponi

 

 

 


Traduzione

Nel regno degli Eland

A circa 150 chilometri da Mutare, nelle immediate vicinanze del paesino di Chimanimani, lungo i versanti dell'altura Nyamzure (chiamata comunemente Pork Pie Hill, Collina del Pasticcio di Maiale), si apre il Chimanimani Eland Sanc tuary & Nyamzure, dove vivono numerosi esemplari di antilope alcina. Straordinario animale, possente e maestoso, l'eland è l'antilope più grande di tutta l'Africa: ha il mantello marrone chiaro, può raggiungere i 600 chilogrammi di peso e i 2 metri di altezza. Il parco, che si estende per 18 chilometri quadrati, è abitato inoltre da antilopi saltatrici, duiker, cobi di palude, zebre e babbuini e costituisce un paradiso anche per i botanici, con felci giganti, orchidee e sei varietà di protee.
Il Gonarezliou National Park è il rifugio degli elefanti. Il suo nome significa “rifugio degli elefanti”, perché nei 5.000 chilometri quadrati di alberi e savana del Gonarezliou National Park vivevano fino alla metà del secolo scorso più di 7000 pachidermi. A dire il vero, però, a leggere la sua storia negli ultimi decenni, il collegamento con l'etimologia può non risultare così evidente. A cominciare dagli anni 70, infatti, il delicato e prezioso ecosistema del parco venne messo alla prova ed in gran parte compromesso dall'agire sconsiderato di gente senza scrupoli: dai guerriglieri mozambicani, ad esempio, che lo utilizzarono come fonte di approvvigionamento di carne fresca, o dai gruppi di bracconieri affamati di avorio, l'oro bianco tanto ricercato e pagato ad un prezzo salatissimo. A questo si aggiunse, tra il 1990 e il 1994, una terribile siccità in tutto il paese: i Loxodonta Africana, questo è il nome della razza che contava nel paese numerosissimi esemplari talmente numerosi che il governo di Harare non reputò necessario aderire al blocco internazionale dell'avorio - in gran parte morirono di sete e distrussero le poche aree che offrivano acqua e cibo. Fu solo con quella che venne definita l'operazione Eieevacuazione, avvalsasi di un finanziamento di 20.000 dollari, che gli esemplari superstiti poterono essere salvati: i 750 elefanti sopravvissuti vennero addormentati e trasferiti in aree protette (essenzialmente fattorie riconvertite a condizioni di natura selvaggia). Il parco venne poi riaperto alla fine degli anni Novanta e gli elefanti che oggi lo abitano sono fra i più grandi dell'Africa.