06-02-2021

                                                                                                                       Santa Maria extra moenia ed il suo Battistero ad Antrodoco

        Provenendo dalla Salaria, se si percorre la via parallela, che passa per il piccolo borgo sul Velino, dal nome appunto di Borgovelino, ci appare il maestoso complesso della chiesa di Santa Maria extra moenia ed il suo Battistero.
È situata al centro del grandioso prato con alle spalle la parte cimiteriale e le montagne dell’Appennino abruzzese con l’austero Monte Giano e Monte Nuria.
Sono evidenti i rifacimenti fatti nel passato.
       Edificata sembra nel V secolo, costituiva un punto di riferimento per i Cristiani della valle, guidati da Severo che presumibilmente fu il suo primo parroco, come ricorda Gregorio Magno nei suoi scritti.
Nella primitiva chiesa sono stati utilizzati materiali presi dagli edifici di epoca imperiale: colonne, capitelli, cornici di marmo, lastre sepolcrali; una seconda fase di lavori tra l’ottavo, il nono ed il decimo secolo, è riconoscibile grazie a frammenti scultorei, murati sia all’esterno che all’interno della chiesa. Risale invece al 1051 l’atto ufficiale della rinascita della medesima e si fa menzione della stessa in due bolle papali: l’una con Anastasio IV e la seconda col Papa Lucio Terzo. Nel frattempo, essendo costruita una nuova chiesa all’interno delle mura nell’abitato di Antrodoco, Santa Maria assume la denominazione di “extramoenia“ cioè fuori le mura per distinguerla dall’altra. La facciata è a capanna semplice, asimmetrica per la presenza del campanile; al centro di essa c’è un elegante portale proveniente forse da una chiesa aquilana, ornato di colonnine lisce e tortilì, in cima due sculture di animali ed un tralcio di uva con due uccelli che beccano gli acini.
        Al centro campeggia l’“agnus dei“ con una croce, vessillo di vittoria. Alzando gli occhi, vediamo il bel campanile con monofore centinate, bifore, trifore, con l’inserzione di mattoni rossi ed anche un eccellente affresco che ricorda la figura del Cristo “pantocrator“ sulla parete che dà sulla Via Salaria. L’abside, piccolo esempio di costruzione romanica, è ispirata ai modelli benedettini, ed è di forma semicircolare con tre monofore, ed una finestrella a forma di croce per l'illuminazione.
Le tre finestre vogliono richiamare i misteri fondamentali della fede cristiana: la Trinità e il mistero pasquale di Cristo  Nell’interno l’edificio è a tre navate; nella parte destra ci sono due porticine che facevano parte di un pulpito più ligneo che marmoreo mentre nella parte sinistra ci sono colonne sormontate da semplici blocchi di pietra.
        Gli affreschi sono molti ma ridotti in pessime condizioni: si notano figure di profeti, il Cristo giudice e salvatore, tondi con figure di pontefici e “velarium” decorato con animali e piante. Ci sono poi l’affresco con la Santa Vergine, quello di Santa Caterina d’Alessandria, quello di San Giovanni Battista, quello con il matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, quello con il Cristo in gloria e molti altri, di cui alcuni databili. Accanto alla Chiesa si trova il Battistero, un edificio a pianta esagonale, collocato nella parte destra della medesima; molti studiosi hanno rilevato una particolare originalità, sia per la collocazione sia per la struttura, sia per i suoi affreschi.
Sono rari i battisteri a pianta esagonale. Ce ne sono alcuni nella zona Nord-centro-adriatica; forse anche questo proviene da modelli adriatici arrivati dalla Salaria fino ad Antrodoco.
Il Battistero antrodocano rappresenta una rarità e potrebbe risalire all’epoca paleocristiana: forse fondato dal presbitero Severo che divenne anche Papa, anche la sua porticina laterale, ben visibile all’interno, non ha neppure traccia all’esterno, quindi è difficile datare il tutto.  Il numero dei lati va rintracciato nei testi biblici: Dio creò il mondo e l’uomo in sei giorni, anche Sant’Agostino interpreta così i brani biblici e così via.
Questo edificio divenne in seguito un oratorio frequentato dalla Confraternita di San Giovanni Battista ed, entrando, si scopre che tutte le pareti erano ricoperte di affreschi.
        I più recenti restauri hanno ripristinato gran parte delle immagini, alcune databili alla prima metà del 400, altri nel 500 come La Fuga in Egitto, La Strage degli Innocenti, Il giudizio di Erode, Le storie del Battista, Il battesimo di Cristo, Il giudizio finale, Cristo giudice, San Michele, le rappresentazioni dell’Inferno e del Paradiso, San Giovanni Battista e la pietà, l’affresco dei Santi, Santa Caterina d’Alessandria, San Martino, Santa Lucia, Santa Apollonia e Santa Margherita, San Cristoforo, San Leonardo e San Giuliano, la crocifissione e la salita al Calvario; gli altri due attribuiti a Bartolomeo Torresani, importante pittore dell'epoca.
        Al “Maestro di Antrodoco“ l’anonimo artista del Trittico si deve l’opera più importante della decorazione ad affresco del Battistero, forse commissionata dalla Confraternita di San Giovanni Battista, pertanto egli merita di essere ricordato anche se a volte emerge la sua limitata capacità nella prospettiva e nelle proporzioni. Guardando entrambi gli edifici, si nota alla sinistra del portale della Chiesa una colonna sormontata da una sfera metallica con una lapide: esse ci ricordano che ci troviamo presso l”Umbilicus Italiae”, “Centro d’Italia”, titolo attribuito dai cartografi al paese nel passato.


Emanuela Scarponi