La Giornata dell’Oriente



Il 5 giugno alle ore 16 ha inizio la giornata dell’Oriente, organizzata dalla rivista Silkstreetpress, molti gli astanti fra il pubblico, nella sala Italia dell’Unar in Roma.

Ad intrattenere gli ospiti, il concerto per piano del maestro Piero Marsili, che ha curato con pezzi liberamente tratti, da temi orientali, le tre sessioni.

Il secondo convegno sull’Oriente, dopo quello recente al Festival dell’Oriente.

Apre l’evento, il professor Bruno Grassetti.

Il professore B. Grassetti è un ingegnere impegnato nei suoi sessant’anni di attività lavorativa, caratterizzata anche da rapporti con la Cina, da parte del Governo italiano.

Il leitmotiv del convegno è una festa: un salotto, ed una palestra.

Salotto accogliente per l’evento culturale e palestra che allena le menti per pensieri, riflessioni e punti critici di un gruppo di studio per appassionati, nessuno escluso per chi vorrà cimentarsi con i propri contributi dai diciotto ai novanta anni, con una componente scientifica, storica e filologica, una fruizione per le nuove e future generazioni.

L’Oriente ricco di tradizioni millenarie, tramandazioni e storia ha un fascino ancora da conoscere e divulgare.

Non tutti sanno che il popolo cinese ha compiuto un allunaggio dall’altra parte della luna, quella che non si vede, in questi ultimi giorni. Un segno della avanguardia tecnologica.

FMI e BM danno alla Cina una posizione di leader, per l’economia a parità di potere di acquisto delle monete degli altri Stati.

Nel 1979 le Nazioni Unite, attraverso la costituzione di un fondo per la Scienza e per la Tecnologia decisero

che la Scienza e la Tecnologia non dovessero essere di solo appannaggio dell’Occidente ed inclusero l’Oriente per le strategie del futuro.

Il Professore Grassetti, ingegnere, ebbe un riconoscimento di un titolo nel 1983 e nell’anno 1984 si recò in Tientsin, ben quaranta anni orsono, nel piccolo territorio dove era anche presente anche l’Italia.

Rimanda questa trattazione ad una prossima volta per illustrare la concessione italiana a Tientsin.

Nel 1984 in questi territori vi erano praterie e il compito del professore si sarebbe dovuto svolgere in un ufficio costruito in una delle praterie.

La Cina competitiva nel campo informatico, tecnologico nella contesa con gli Stati Uniti.

Tecnologia, velocità, vettori influenti per la salute del pianeta che rasenta una crisi sull’orlo dei nervi.

Questo momento attuale comporta una lotta, alla drammatica conduzione della nostra esperienza sulla terra.

Dal pubblico il professor Romeo Ciminiello pone una questione dicendo che: “l’America: inventa e costruisce, la Cina copia a tutto spiano e l’Europa regola.

La Cina appartiene alla sua cultura storica e non sappiamo se anche questa sua ultima vicenda di allunaggio sia frutto di una azione di spionaggio”. L’ingegner Grassetti risponde che: “la Cina al momento non fa niente, studia le mosse dell’avversario. Punta alla zona nevralgica del nemico: il profitto”.

“Gravi sacche di povertà gravano sulla Cina che è ancora in un processo comunista” interviene il dottor Piero Musilli. “Il paese grazie al dollaro e all’euro si è risollevato” replica l’ingegnere.

“Gli Stati Uniti d’America si dice che abbiano un debito globale di più 30.000.000 milioni di dollari e pagano gli interessi alla Cina che se decidessero di non pagare più gli interessi alla Cina, spunterebbe un problema non da poco”. Conclude il dottor Piero Musilli. Dal pubblico c’è un’altra domanda in riferimento all’interruzione dei rapporti della via della seta. La Cina a fronte di questa chiusura avrebbe potuto essere con in mano i crediti dalla America e mettere la stessa in crisi. Interessante confronto dal pubblico di due tesi.

Il professore decide di fermarsi, per una pausa e di dare tempo al tempo, per riflettere sugli argomenti appannaggio programmatico per l’intero anno che verrà.

Prima di lasciarsi in anteprima per il prossimo incontro si discuterà sulla concessione italiana di Tientsin come già detto e della penetrazione della Cina in Africa.

Le note musicale del maestro di piano Piero Marsili ci permettono di resettare le menti, pronti all’ascolto delle prossime relazioni.

Interviene la dottoressa Alessandra DIgiovambattista, presentata dalla giornalista Emanuela Scarponi, autrice tra l’altro di un libro su: “Katmandu la Valle incantata”. Emanuela Scarponi si sofferma per l’interesse e lo studio che suscita l’Oriente, fonte inesauribile dalla quale attingere informazioni, culture usi e costumi.

Alessandra Digiovambattista pone in risalto l’azione pregevole di donne riunite in gruppo, nel Bangladesh con l’intento anche di dar luogo ad un ciclo produttivo economico.

Spicca il nome di Edmund Strother Phelps considerato capostipite dei neo keynesiani. Per la sua comprensione di modelli economici, strettamente legati, al territorio di appartenenza.

Premio Nobel della pace del 2006. Grazie alla sua spiegazione sulle relazioni tra gli effetti a breve e a lungo termine delle politiche economiche. Importante fare un passo indietro in questo momento e recuperare l’immagine di Ernst Friedrich Schumacher, nato in Germania nel 1911.

Schumaker studia in Inghilterra conosce i più importanti economisti. Durante il periodo critico della seconda guerra mondiale fugge dalla Germania e viene relegato in una fattoria in campagna in Inghilterra, lo possiamo considerare padre della green economy. Fautore del pensiero orientale ed inizia ad osservare la natura ed il territorio e come siano determinanti per l’economia. Il problema del vulnus dell’Occidente è: il profitto, con la pubblicazione del suo testo: “Piccolo e bello”, mette in risalto la carenza di rispetto considerazione e condivisione dell’ambiente.

Phelps studia in Occidente e diventa professore ed insegna economia in considerazione della sua formazione e si sente come un interprete sul palcoscenico. Torna sul suo territorio e cerca capire le persone che sono in estrema povertà.

Quarantadue persone cercano di avviare una attività economica, commerciale e non riuscendo a decollare, si rivolgono ai ricchi del paese, accade che si sentono strozzati dagli interessi.

Phelps li finanzia dopo un accordo con la banca riesce a riscattare i suoi clienti, persone povere che a fronte di piccole rate daranno, la restituzione del dovuto.

Phelps fonda una banca e costituisce un gruppo per accoglienza e solidarietà che fà fronte a chi per tempo non riuscirà a restituire la somma che gli era stata dovuta, chi di converso riuscirà a fronteggiare il debito potrà diventare socio bancario per condividere l‘utile. Phelps punta l’indice contro L’Occidente che alimenta la forbice tra ricchi e poveri. L’uomo sembra essere appiattito nelle sue risorse.

Phelps ha analizzato le donne del suo paese più capaci di fare gruppo sono più solidali e sono prudenti non buttano i soldi né al gioco né al vizio dell’alcool, per essere maggiormente autonome ed in condivisione.

Come può accadere che un economista sia stato insignito del premio Nobel in sintesi è: quel particolare senso di attenzione e cura del mondo circostante, della natura, del territorio.

Ciascun modello di appartenenza è di difficilissima esportazione, se funziona da una parte di una area territoriale non è provato che possa funzionare da altre parti.

Rispetto e tradizione degli altri paesi e non si possono impiantare industrie inquinanti e lasciare che i ragazzi siano da noi, per studiare ma fondare Università nei luoghi di provenienza di quei ragazzi che lasciano per forza maggiore la propria terra. Alcuni paesi sono seduti su risorse auree e questo è esempio di scarsa innovazione.

Phelps viene espulso dalla banca e all’inizio del 2024 viene messo in prigione per reato di evasione fiscale e mancanza di osservanza di regole lavorative. L’azienda vive e subisce nell’ambiente lo stesso esperimento che ha funzionato in Oriente in India, in Bangadlesh non è sicuro funzioni in Africa. La conoscenza del territorio è basilare per il controllo sociale, anche a livello di reputazione ognuno controlla se stesso e questo migliora l’economia.

Phelps ha basato il suo modello articolato su diciassette punti ed ha, accuratamente, studiato il fenomeno demografico.

Alessandra DIgiovambattista è stata, In un recente viaggio, in Arabia Saudita il nuovo Principe ha permesso alle ragazze di guidare l’auto, di frequentare l’Università. Con l’intento di restituire alle donne libertà e dignità, sapendo usare una normale diligenza e gradualità.

Segue la dottoressa Emanuela Irace, giornalista, con la sua relazione sui Curdi ha considerato il ruolo dominante, della donna Curda.

“Le radici Ebraiche nel pensiero di Kafka”, scritto da Giovanna Canzano chiude la rassegna del Convegno, per la giornata dell’Oriente del cinque giugno.

Comprendere le problematiche che Giovanna attraversa con il suo testo ci consente una visione più ampia del significato dell’esistenza per, Franz Kafka.

Luisa Gasparri illustra aspetti salienti dell’opera letteraria di F. Kafka analizzando alcuni passi, centro della narrazione.

Il termine kafkiano è un aggettivo che illumina il concetto di cui vogliamo parlare come il felliniano racchiude la comprensione della situazione alla quale, ci vogliamo riferire.

Kafka ha esplorato l’ansia e l’incomunicabilità dell’individuo nella società moderna, tuttavia non si discosta dal concetto di arte e natura. Attinge dalla cultura dell’Europa e dalle antiche radici della sua famiglia di origine ebraica e descrive nelle sue opere, l’epoca di un crollo delle grandi certezze.

Si riferisce all’ebraismo e si riferisce al sionismo. C’è un portato storico, ed è quello che dice parlando della nuova cabala è un qualcosa che abbraccia i caratteri dell’ebraismo.

Anche Thomas Mann scrittore decadente dove con: “Giuseppe e i suoi fratelli” estrapola un modo di riappropriarsi della spiritualità ebraica, senza sfiorare il sionismo.

Kafka non trova conforto nel Cristianesimo, il suo rapporto con l’ebraismo è molto fondato.

Ricordiamo che il rapporto con l’ebraismo è qualcosa di connesso con la cabala che dà luce in una situazione complicata che pervade l’animo umano.

La sua intransigenza ci lascia incredibilmente delusi, passi in cui si elencano una serie di fallimenti e come l’unico elemento salvifico sia: la scrittura, intesa come preghiera.

Lo spirito ebraico è capzioso, Dio: la distanza è incolmabile.

Il ponte del collegamento descritto in un racconto. Il ponte si gira, si rompe, cade e scopre la vulnerabilità innanzi all’inaccessibilità del divino. Non nel dormire, dove è impossibile scegliere Dio in comunione perché si è in stato di sonno.

Dan Larsen, poeta continua a parlarci del libro

Kafka viveva nella magica città di Praga, bagnata dal fiume Moldau.

Città imbibita di arte. Nel quartiere ebraico molti aneddoti, misteri e siti storici: piazza dell’orologio, ponte Carlo, la casa di Kafka. Lo scrittore, un tipo strano, frequentava i bordelli, conosceva i segreti di Praga e apprezzava tra i suoi interessi: gli indiani d’America.

La teoria della metamorfosi, parte interessante del libro.

Come nasce l’idea di organizzare eventi culturali da parte di Giovanna Canzano chiede D. Larsen.

Nel 1983 anniversario del centenario di Kafka, Giovanna ha organizzato un evento e da quel giorno ha tratto l’ispirazione per laurearsi con tesi di discussione con lo stesso titolo, del libro.

Alessandro Denti ci parla di un filosofo e di uno psicanalista, che avevano scritto su Kafka. Dopo che Luisa Gasparri ci ha parlato del mondo ebraico. Forse, si vedono persone che avvertono fastidio per l’elemento ebraico.

Oggi occorre recuperare questo ebraismo anche wallstreet ci rafforza in questo imprinting.

Se parliamo di cabala parliamo della via mistica, l’idea della riconquista del tempo. La Cabala centra molto con libro di Giovanna.

Alessandro Denti con vivace interpretazione trova qualcosa in comune con l’autore, Mordecai G. Langer che scrisse: “Le nove porte. I segreti del chassidismo”.

Il testo ambientato fra le atmosfere della Francia del Nord ed il caldo afoso di Panama, ci consente di addentrarci nel buio e chiaro regno dei chassidim, nucleo di quell’universo disperso.

Dal particolare mondo occluso ed anacronistico delle comunità chassidiche nelle gelide pianure orientali, non si eleverà più un suono.

Termina qui, il convegno della Giornata dell’Oriente del 5 giugno 2024.





A cura di Claudia Polveroni Apn Publisher per African People news, rivista Silkstreet.