26-01-2020
Islanda: orsi polari
Dopo aver attraversato il villaggio di Kirkjubaejarlaustur, proseguiamo lungo la costa meridionale verso il Parco Nazionale di Skaftafell, un’oasi verde fra le lingue di ghiaccio che precipitano dai ghiacciai Oraefajokull e Vatnajokull fino all’oceano, per perdersi nella laguna glaciale di Jokulsarlon.
Qui gli iceberg galleggianti creano un’atmosfera magica poiché capita che trasportino orsi polari provenienti dalla lontana Groenlandia, naufraghi sulle coste islandesi a bordo di "scialuppe" di ghiaccio. Ciò accade a causa del surriscaldamento del Pianeta Terra e dello scioglimento dei ghiacciai eterni.
Sono immagini per me nuove di un paesaggio incantato, lontano dalla nostra vecchia Europa: siamo vicini al Polo Nord ed assistiamo al miracoloso spettacolo del tramonto artico, visibile solo grazie ad un fortunoso cielo splendente, fenomeno assai raro a queste latitudini.
Cielo e acqua si incontrano in un susseguirsi di gradazioni del colore blu, che sembrano richiamare le infinite sfaccettature dell'animo umano, dal celeste del cielo al blu profondo del Mare Artico, nel quale sono numerose le foche che nuotano e che smuovono acque altrimenti immobili, e sullo sfondo del quale un orso silenzioso e quieto le attende mimetizzato. Il paesaggio è surreale e ricorda l'ambientazione propria delle antiche Saghe Vichinghe.
Comincio a scattare fotografie senza sosta, come un vero esploratore che d'improvviso si perde nell'immensità della bellezza del paesaggio celestiale che ha di fronte, abitato da fate, elfi, gnomi e folletti.
Come in un incantesimo mi sento sospesa tra cielo e acqua, sorretta dai ghiacciai eterni sotto di me, su cui sosto immobile, e dai trasparenti iceberg delle forme più variegate, che galleggiano elegantemente sulle acque fredde, scolpiti dai venti forti del Nord e dal calore del sole che, penetrandoli, creano meravigliosi giochi di luci e di ombre: su di essi puntello le mie scarpe da trekking per andare un po' più in là....e camminare sulle fredde acque del Mare Artico, timorosa di scivolare e perdermi per sempre nel blu profondo sotto di me.
A tratti, in questo paesaggio artico, si intravede il colore marrone intenso della nostra amata terra...
Ma, ad una osservazione più attenta, propria di una antica cacciatrice vichinga, che le mie fattezze ricordano secondo Margaret, la mia guida islandese, emerge - immobile come roccia - un enorme animale dalla coltre pelliccia marrone a chiazze più chiare e più scure....è l'orso polare!
Si volta, probabilmente tormentato dal flash della mia macchinetta fotografica, ed il suo muso scuro finisce per rispecchiarsi nelle acque limpide ed immobili del mare sottostante, a distanza ravvicinata dalle foche che nuotano indisturbate, ignare della presenza del loro predatore.
Una lunga ed ampia distesa di ghiacciai eterni sullo sfondo, situata tra antichi vulcani e terre desolate e piatte, ricoperte di lava innevata, fa da cornice a questo paesaggio incantato...siamo al Polo Nord!
Un ultimo scatto prima di lasciare questo paradiso incantato....presto
il sole tramonterà dietro l'orizzonte polare e la leggendaria stella Vega si ergerà luminosa per guidare i viaggiatori nella lunga notte artica, forse per ricordarci che non esistono confini nel ricercare la vita e l’amore e le bellezze nelle molteplici forme e sembianze in cui si manifestano, sul nostro pianeta come su altri.
Mentre tutto sembra acquietarsi nella lunga notte artica, ecco d'improvviso l'aurora boreale colorare di verde smeraldo la volta del cielo, effetto dei venti solari che attratti dai poli magnetici terrestri, rendono il paesaggio artico incantato.
Emanuela Scarponi