27-07-2021

                                                                        Johannesburg, città dimenticata

       Situata sull'altopiano del Witwatersrand, è la più grande città del Sudafrica e la terza di tutta l'Africa per numero di abitanti (circa cinque milioni).
Johannesburg, il cui sviluppo va fatto risalire alla fine dell'Ottocento, è oggi considerata il centro finanziario del Paese. Dopo la scoperta della formazione aurifera più ricca del mondo, diventò principale centro sudafricano; nel 1892 venne costruita la ferrovia da Johannesburg a Città del Capo e questo diede ulteriore impulso all'arrivo di stranieri nelle miniere.
       Arrivando nel centro di Johannesburg, di aspetto moderno e occidentale, ci scontriamo subito con le sue contraddizioni urbanistiche, frutto della sua storia molto complessa: grattacieli ultramoderni accanto a case poverissime, parchi favolosi che si alternano alle montagne di rifiuti estrattivi delle miniere d'oro; i pochi edifici di inizio secolo sono sovrastati da modernissime costruzione, rinnovate o ricostruite. Anche lo sviluppo urbanistico intorno al nucleo centrale, quello che ospita gli uffici direzionali ed amministrativi, porta i segni di due tappe storiche dello sviluppo: prima e dopo gli anni Cinquanta. Nella prima fase, infatti, nacquero gli eleganti quartieri residenziali dei bianchi come Houghton, Rosebank, Illovo, Parktown, Forrest Town e a nordest quelli più popolari come Hillbrow e Yeo ville. A ovest, invece, si concentrò la popolazione di colore. Gli anni successivi furono segnati da una razionale espansione urbanistica: al di là dei suburbs nacquero eleganti quartieri residenziali sul modello americano, come Sandton, Randburg, Bedfordview e Edenvaie, contraddistinti dalla funzionalità e dall'organizzazione degli spazi, con parcheggi e grandi shopping centre.
         Il centro resta il polmone finanziario del Paese e si sviluppa intorno alle vecchie strade di fine Ottocento quali Market Street, Rissik Street ed Eloff Street.
Ed è qui, nell'area centrale, che si trovano interessanti esempi di architettura moderna. Dal cinquantesimo piano del Carlton Centre, in Commissioner Street, ad esempio, si apre uno scorcio su importanti palazzi, grattacieli, uffici, fontane e, scivolando con lo sguardo verso ovest, possiamo ammirare l'atmosfera di Hollard Street, il cuore finanziario della città, una via pedonale abbellita da alberi e fontane, dove si trovava un tempo la vecchia Borsa, oggi in Diagonal Street.
       In fondo ad Eloff Street, presso la stazione ferroviaria costruita agli inizi del Novecento, fino a pochi anni fa la via dello shopping, c'è il Railway Museum, che ospita numerosissimi modellini di locomotive e raccoglie la storia delle ferrovie sudafricane. Uscendo dalla stazione, superata la cattedrale anglicana di St. Mary, costruita nel 1926 su progetto dell'architetto Herbert Baker, incontriamo il Joubert Park, il più centrale ed antico parco cittadino, al cui ingresso c'è la Johannesburg Art Gallery: l'edificio, di inizi Novecento, ospita collezioni di pittori dell'Ottocento e Novecento Inglesi, Francesi, Olandesi, fra cui Picasso e Van Gogh.
         Dal centro, spostandoci verso Nord Ovest, altri quattro teatri, due gallerie d'arte, ristoranti, negozi, cui si aggiunge, il sabato, il mercato delle pulci.
Tutt'intorno al centro, si sono sviluppati i quartieri residenziali, molto diversi l'uno dall'altro per atmosfera, architettura e popolazione. Come Brammfontein, con il suo Bensusan of photography, dove abbiamo trovato macchine fotografiche e foto di fine secolo sulla Johannesburg delle origini e sulla guerra angloboera; Parktown, uno dei quartieri residenziali più belli, con giardini e ville del primo Novecento, fra cui Stonehouse, la splendida villa di Herben Baker; Hillbrow, il quartiere popoloso e cosmopolita della J.G. Strjidom Tower, alta m. 269; Yeoville il mitico punto di incontro di artisti ed intellettuali, ideale per lo shopping di giorno. E poi Saxonwold: qui si trova il vasto Hermann Eckstein Park con il Geological Garden, dove gli animali, anziché essere rinchiusi in gabbia, vivono liberi in spazi circondati da fossati.

Emanuela Scarponi