24-04-2021
Il Vietnam e la sua storia recente
Quella dei Vietnamiti, una intelligente e laboriosa popolazione discesa in Indocina dalla Cina, prima dell'era cristiana, da duemila anni cercarono di costruirsi un Paese libero dalle dominazioni straniere. L'Impero cinese esercitò un diretto controllo sul Vietnam per un millennio, dal I secolo a.C. al X d.C.. In seguito, sebbene ritiratisi, i Cinesi continuarono a mantenere una pressante influenza sul Vietnam, diviso sotto la signoria di più famiglie, tra cui emersero gli Nguyen, nel Centro Sud, ed i Trin, nel Nord finché arrivarono i Francesi che sottomisero l'intera regione tra il 1858 ed il 1884. Durante la Seconda Guerra Mondiale si ebbe l'occupazione giapponese.
Caduto l'Impero del Sol Levante, con la Conferenza di Potsdam, nell'estate 1945, le grandi potenze divisero il Vietnam in due parti: il Nord sotto la guida di Ho Chi Min che, fondatore nel 1941 del movimento Viet Minh "Lega per l'indipendenza del Vietnam" che nel 1945 traghettò il Paese verso l'indipendenza. Ma la strada verso il riconoscimento internazionale dell'indipendenza era ancora lontana.
Nel '46 infatti la Francia cercò di imporre di nuovo con le armi il suo dominio. La guerra durò fino al maggio 1954, quando l'esercito francese subì una disfatta a Dien Bien Phu.
Con la conferenza a Ginevra, fu quindi sancita la divisione al 17esimo parallelo tra i due Vietnam e Ho Chi Min fu acclamato Presidente della Repubblica democratica del Vietnam del Nord. Guidò la nazione fino al 1969, anno della sua morte.
Tra le potenze mondiali, la Cina e l'Unione Sovietica si schierarono con il Nord, mentre gli Stati Uniti appoggiarono il Sud. Nel 1957 ebbe inizio così una vera e propria guerra.
Dunque, in queste distese d'acqua, tra le risaie e le paludi alimentate dalle acque del fiume Mekong e dalle abbondanti acque monsoniche, si sono impantanati molti eserciti stranieri: i Francesi colonialisti fino al 1854, i Giapponesi durante la Guerra Mondiale e l'esercito americano per 15 anni circa dal 1960 al 1975.
Infatti, il clima, la foresta pluviale, ed i numerosi villaggi isolati nel territorio vasto hanno reso estremamente difficile il combattimento fra le varie parti. Ciò è facilmente visibile ancora oggi. Abbiamo cognizione di quanto accaduto in Vietnam dai film che si sono susseguiti e dalle immagini riportate quotidianamente dai notiziari di tutte le tv del mondo. Chi non ricorda le riprese dell'elicottero che lascia l'ambasciata americana di Saigon, mentre veniva occupata?
Molti film americani hanno raccontato la tragedia vissuta sia dai soldati americani sia da quelli vietnamiti, senza distinzione di origine. La guerra del Vietnam è stata fonte di ispirazione anche di tristi canzoni in quanto persero la vita molti giovani americani.
Dopo quasi quindici anni di guerra durata dal 1960 al 1975, infatti, gli Stati Uniti, lacerati da forti contrasti interni alla classe dirigente e all'opinione pubblica riguardo alla guerra in Vietnam, dopo una serie di rovesci militari e l'avanzata dell'esercito Vietcong nel Sud, dovettero improvvisamente ritirare le proprie truppe dal Paese, lasciando dietro di sé una nazione distrutta ed oltre un milione di morti, feriti, fucili, armi, carri armati abbandonati lungo le strade, dove rimasero per lungo tempo.
Nel 1976 il Vietnam fu ufficialmente riunificato sotto il controllo del governo del Nord con il nome di "Repubblica Socialista del Vietnam" e Saigon venne rinominata Ho Chi Min, col nome della sua guida politica. Oggi la città è disseminata di monumenti in suo onore ed è rispettato tutt’oggi come un padre ed un eroe nazionale.
Le strade di Saigon sono affollate di auto e di una infinità di bici e l'ambasciata americana non è più visibile, poiché i suoi cancelli sono stati sostituiti da un muro.
Il Vietnam si estende oggi per oltre 2000 km lungo la costa della penisola indocinese. Confina con la Cina, il Laos, la Cambogia e si affaccia sul Mare Cinese meridionale.
Grazie alla sua posizione ed al periodo di pace e tranquillità oggi vive un'epoca di benessere anche grazie all'afflusso di turisti.
Emanuela Scarponi