21-10-2020
Incontro con i San nel deserto del Kalahari
Prima colazione e partenza verso la più grande massa di sabbia della Terra, il Kalahari Desert. I Boscimani lo chiamano Anima del Mondo, un modo caloroso ed emotivo per descrivere queste terre sconfinate abitate da una varietà incredibile di antilopi, piccoli mammiferi, insetti e rettili che rendono il deserto del Kalahari un ecosistema speciale e unico. Pranzo in corso di viaggio, cena e pernottamento al Aoub Lodge; serata tranquilla: assistiamo ad una matrimonio tra due coloured...si chiamano così gli appartenenti ad una etnia mista, tra i misti! Un'altra etnia, una via di mezzo tra bianchi e neri....e sì che sono strani....
Al mattino, arrivo e trasferimento allo Zebra lodge. I compagni di viaggio partono ed io, che non ho resistito al fascino dell'Africa, resto nel deserto del Kalahari per incontrare i San.... !!!
I componenti del gruppo scendono dal camion per un ultimo saluto prima di ripartire. Io ed il cameraman, veniamo prelevati da una jeep per scomparire dopo breve dietro un cancello del nulla, situato nel mezzo della sabbia rossa del deserto del Kalahari e scomparire.....dietro la collina.
Il richiamo per me è troppo forte....voglio incontrare quelli che sembra siano i più antichi Uomini del mondo...e presto accadrà. Una volta depositate le valigie in questo splendido lodge, mi precipito per incontrare i pochi uomini San rimasti vivi al mondo...
Improvvisamente dal nulla appaiono sei giovani San, ricoperti solo da una gonnellino poggiata sui fianchi fatta di pelle di antilope.... resto esterrefatta....
Sono veloci, istintivi, attenti, intelligenti, muniti di un bastone con cui solo soliti cacciare..... raggiungono il lodge..... Assieme a loro il traduttore di lingua click-inglese!!! Salutano, parlano, si presentano.....non so più cosa fanno: ....cantano, parlano, suonano, guardano.....perdo il senso della razionalità.... mi emoziono...li guardo esterrefatta!
Non so più se guardarli o ascoltarli...resto immobile a guardare i loro volti...simili ed al contempo diversi dal mio di donna moderna......ma c'è di più... Sono creature meravigliose...non sono molto alti; anzi.. Sono uomini in miniatura e vivono di caccia, come l'Uomo viveva in natura; sono dotati di una saggezza antica, tesa alla sopravvivenza nel deserto, e così di padre in figlio oralmente hanno tramandato la loro cultura, e miracolosamente sono arrivati fino a noi, mantenendo un aspetto arcaico, un po' differente dal nostro.
Infatti, al nostro incontro ridono....perché la differenza non è poca. Inoltre sanno di sembrare molto più giovani di quello che in realtà sono... sembrano avere il dono della giovinezza. Sembrano tutti adolescenti. Mentre non è così ed il loro capo di 34 anni ha il volto triste. Poi gli chiedo il perché di un tatuaggio che prontamente fotografo sul suo braccio: ha lasciato sua moglie e suo figlio al villaggio e ne sente la mancanza. Così ha si è fatto il tatuaggio ed ha portato sua moglie con sé.
Io ho imparato a parlare con lui con il mimo. Ho messo la mano sul cuore mostrando il battito....per esprimere il sentimento di amore e ho indicato la statura di un bambino.... ha capito perfettamente il mio mimo.... e mi ha sorriso....ebbene si!
Sono riuscita ad entrare in contatto con loro e ad avere il loro rispetto....ora possiamo interagire alla pari.... Talmente emozionata, ho immortalato con più scatti che potevo le loro voci, i loro visi, i loro gesti mentre ho lasciato la telecamera fare il suo lavoro coadiuvata dal treppiedi un po' sbilenco. Non ho mai visto niente di simile. Pongo ulteriori domande attraverso il traduttore - per la prima volta nella mia vita - e mi sembra di parlare ai miei antichi progenitori....ascolto e guardo il traduttore in attesa che i loro suoni siano tradotti in inglese. E' molto difficile ripetere i sette suoni che sono alla base della loro lingua: in un intervallare di sensazioni ed emozioni.
Se io sono qui è grazie a loro, penso dentro di me!!! Chiedo se vogliono vivere all'Occidentale. Mi dicono che non hanno più scelta. Non possono più cacciare. Allora ne deduco che i territori sono tutti privatizzati e divenuti proprietà delle farm. Ma ho intervistato nel merito il Presidente della Repubblica Sam Nujoma il giorno successivo all'incontro ed il Ministro dell'economia del Governo della Namibia, due giorni dopo.
Pongo la medesima domanda ad entrambi: lo dovevo ai San ed agli Himba e mi sono fatta portavoce dei loro bisogni presso i loro capi politici. Entrambi sottolineano l'esigenza di mandare a scuola i bambini Himba e San come gli altri e diventare parte attiva della Namibia, in quanto loro nazione. Non devono vivere emarginati, come ora - costoro pensano - dal resto del mondo.
Esiste a sentir loro un problema di tasse! Sembra che debbano pagare le tasse per cacciare. Il Governo namibiano sta fronteggiando tale problema perché i cittadini locali ne pagano troppe!
Questo problema l'ho già sentito...e stanno prefigurando un sistema di tipo proporzionale: le tasse verranno pagate in base al reddito!
Una fortuna per i San e per gli Himba che come reddito hanno solo le mucche e gli orici...
Onestamente, i punti di vista sono diversi e la situazione è molto complessa. Per me devono essere loro a decidere. Ma questa è la mia umile posizione.
Dono loro con semplicità il mio libro..... non sanno leggere, figuriamoci la lingua italiana, ma sanno guardare le figure....si riconoscono nelle pitture rupestri fotografate....eh sì.
I San non lo sanno ma sono famosi nel mondo per le splendide pitture rupestri presenti in tutta l'Africa australe da oltre 6.000 anni fa disegnate dai loro antenati. Hanno scritto intere enciclopedie sul mondo animale ivi presente e sugli uomini e le loro tradizioni, abitudini e piante tanto da far diventare inquietante l'interpretazione degli antropologi della famosa Dama bianca della Namibia che ha messo in ginocchio generazioni di scienziati..... Grazie ad essi, sappiamo del processo di desertificazione che ha avuto luogo in Africa. ...non solo.... le pitture rupestri sono vere e proprie opere d'arte....
E così i San ci insegnano a cacciare, a bere, a mangiare, ad avvelenare gli animali ed a nutrirsi... Mimano, suonano, schioccano la lingua, parlano...sono un incanto! Ho registrato tutto. Seguirà un documentario solo ed esclusivamente su di loro. Non sappiamo quanto ancora queste popolazioni sopravviveranno alla civiltà occidentale.
Mi sento davvero fortunata ad aver avuto la possibilità di incontrarli. Mi hanno detto che è molto importante che si parli delle loro tradizioni e delle loro abitudini.
E così imparano a volermi bene, anche se non sono come loro. Ho espresso il mio desiderio di imparare la loro lingua! Mi hanno risposto che ci vuole tempo e che in tal caso io dovrei vivere un po' di tempo con loro e condividere la vita in un loro villaggio!!!
Forse un giorno.....In verità, io il salto nel vuoto non sono mai riuscita a farlo...e così inspiro tutto l'ossigeno che posso quando vivo queste realtà e lo trattengo. Sognando l'Africa, per tutto il tempo che mi separa dalla stessa, ricordo spesso tutte le sensazioni provate nel mio percorso di viaggio.
Un ultimo brindisi al tramonto africano, in cima ad una duna rossa, dopo aver avvistato una coppia di leoni del deserto del Kalahari, mentre riposavano tra la sterpaglia: sono più spettinati degli altri.....e più selvaggi forse a causa dell'ambiente ostile.
Emanuela Scarponi