Il mercato del lavoro deve contare sulle forze giovani, deve cercare di fidalizzarle al sistema Italia e forse una tassazione più generosa, almeno all’inizio dell’attività, potrebbe sicuramente aiutare al fine di consolidare il lavoro nel nostro Paese. Inoltre le attività professioni, artigianali ed imprenditoriali, creano a loro volta lavoro in quanto attività che generano strutture capaci di utilizzare fattori della produzione volti all’utilizzo efficiente ed efficace delle risorse, perché solo così l’azienda sarà capace di perdurare nel tempo.

La paura che tale regime possa incrementare l’evasione fiscale va forse ricondotta al problema molto più ampio dei controlli. Il sistema dei controlli in generale e di quelli fiscali in particolare, oggi si basa esclusivamente sulle posizioni fiscali conosciute dal fisco, mentre molto di più si dovrebbe fare analizzando il territorio, così come spesso fa la Guardia di finanza. Gli strumenti informatici e tecnologici oggi a disposizione degli uffici finanziari dovrebbero aiutare a sconfiggere le sacche di economia sommersa, così come l’elusione. Quest’ultimo aspetto induce anche ad una riflessione più profonda circa la chiarezza e semplicità, principi alla base della scienza delle finanze, che il sistema fiscale dovrebbe incarnare.

Inoltre gli uffici finanziari dovrebbero usare ed incrociare di più le informazioni che possono dedursi dai codici fiscali, dai dati INPS ed INAIL, dalle informazioni in possesso dei Comuni e del sistema sanitario. Pertanto ripensare il sistema fiscale verso un alleggerimento della pressione iniziando proprio dalle attività produttive che nascono al fine di rendere autonomi, vivi e produttivi i nostri giovani che rappresentano lo sviluppo e la crescita del Paese è, secondo me, un buon inizio e deve rappresentare un primo livello per studiare un nuovo sistema fiscale equo e più efficiente, lasciando alle spalle un sistema oggi pesante caotico e che crea disordine e sacche di elusione.

Questi aspetti riconducono alla necessità di affrontare il problema della riforma fiscale nell’ambito della tassazione personale; in particolare dovrebbe crearsi una zona no-tax per tutti i lavoratori dipendenti e pensionati, basata almeno sulla soglia di povertà, perché in caso di perdita di lavoro il problema riguarderebbe tutti i lavoratori e dovrebbero entrare in gioco delle forme di ammortizzatori sociali, mentre i pensionati per l’aumento delle difficoltà di vita vedono giocoforza diminuire il potere di acquisto delle proprie pensioni.

Alessandra Di GIOVAMBATTISTA