Guerra Ucraina-Russia e sue conseguenze in Africa

di Emanuela Scarponi


L'odierna globalizzazione implica una visione globale delle cose, delle circostanze, della storia, delle guerre, della pace, della politica internazionale, economica, sociale della popolazione mondiale nel suo complesso. Non si può più prescindere dalla situazione economica, di una parte del pianeta Terra come una evento scisso da tutto il resto.
Purtroppo la pandemia è stato il primo evento negativo del mondo globalizzato. Infatti, il covid 19 non avrebbe mai avuto modo di espandersi a tutta l’umanità, senza i mezzi aerei a nostra disposizione e senza gli spostamenti continui delle persone e delle cose.
L’evento nucleare di Hiroshima è da considerarsi il primo evento catastrofico a livello continentale che ha coinvolto buona parte del Giappone, delle sue genti, e delle generazioni a venire del genere umano. Infatti, si sono avute conseguenze disastrose sullo stesso sviluppo del genere umano, perché le radiazioni hanno causato grosse malattie genetiche in tutta la popolazione che viveva nei territori limitrofi di Hiroshima alla fine della Seconda Guerra mondiale.
Un altro momento terribile, per l’Europa questa volta, e’ stato Churnobil, un incidente avvenuto nella importante centrale nucleare di Churnobil che negli anni ‘80 ha causato gravi mutilazioni agli esseri umani presenti nei territori limitrofi, causando la morte di persone e causando malattie genetiche che si sono sviluppate nelle generazioni a venire. Le conseguenze dell’incidente di Churnobil si sono risentite persino il nostro Paese perché le radiazioni non conoscono confini e si sono propagate nell’aria raggiungendo l’Italia, provocando malattie alla tiroide di molte donne italiane e quindi impedendo la procreazione di altri esseri umani.
In questo senso, pertanto, la riflessione di tutti, nessuno escluso, è divenuta unanime nello scongiurare lo scoppio di una guerra nucleare, che provocherebbe la morte di tutto il genere umano.
E moltissimi film di fantascienza hanno prefigurato questo mondo distrutto proprio dall’homo sapiens, nato come il più intelligente degli esseri viventi sul pianeta Terra.
Quindi e ben chiaro cosa succederebbe se una guerra nucleare scoppiasse d’improvviso.
Ebbene, la pandemia ha causato grandi problemi economici in tutto il mondo in quanto l’economia mondiale ha subìto un arresto improvviso. I due anni di pandemia causati dal covid 19 ha creato grossi problemi alla società nel suo complesso di tipo sociale, psicologico, educazionale, ed economico. Ma sono soprattutto i problemi economici che hanno portato a situazioni di grande difficoltà estreme.
Ma tutto avremmo potuto immaginare meno che lo scoppio di una guerra mentre si prefigurava la fine della pandemia grazie all’avvento del vaccino, che più o meno funzionante, ha cacciato fuori dal pericolo di contaminazione globale tutta l’umanità.
In questo scenario complesso la Russia di Putin entra in guerra con l’Ucraina. Ciò accade da un giorno all’altro, senza preavviso alcuno.
Da guerra regionale la guerra Ucraina-Russia sta prendendo una dimensione sempre più globale, in quanto gli Stati Uniti restano fermamente intenzionati a proteggere l’Ucraina, cosi come l’Europa, che considera l’Ucraina il granaio d’Europa e non solo.
Cosi da questa delicata situazione scaturisce come prima conseguenza dei gravi rapporti tra Europa, di cui l’Italia fa parte, e la Russia il problema dell’approvvigionamento del gas - proveniente dalla Russia – e dell’energia in genere.
Ma perché l’Italia non si apre all’Africa per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico? Questa e’ una domanda che mi pongo, ma la risposta non c’è.
Ma cosa ha a che fare la guerra Ucraina-Russia con l’Africa? “Ebbene, la Russia sta affamando l’Africa”. Queste le parole di Wole Soyinka, unica voce dell’Africa a dire la verità sul tema. Riprendendo così le sue parole dall’intervista rilasciata ad Alessandra Muglia Wole Soyinka accusa Putin di affamare l’Africa, ed auspica che i leader lo dicano.
Lo scrittore nigeriano, primo africano ad aver vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1986, grida il suo dolore per le guerre, così vome la maggior parte degli africani pensanti ma evidenzia la grande vulnerabilità dell’Africa che è costretta a collaborare.
«La guerra in Ucraina rischia di affamare e destabilizzare l’Africa” sostiene Wole e considera Vladimir Putin un tiranno che sta portando il mondo indietro di secoli.
L’Africa ha provato cosa sia l’imperialismo violento. Ora la Russia si sta comportando come l’America in passato. Ma il mondo dovrebbe andare avanti.
Oppositore e prigioniero politico della dittatura nella Nigeria post-coloniale, Wole Soyinka è chiaro sul punto: ora che gli effetti di questa “ignobile aggressione” si sentono in Africa, dai negozi chiusi a Mogadiscio per i prezzi alle proteste violente a Kampala, in Uganda, contro il caro vita - l’autore dell’opera contro la tirannia kongi’s harvest, 1965, risponde dalla sua casa di Abeokuta, la cittadina nigeriana dov’è nato.
Sostiene che i leader africani si sono mobilitati per evitare il peggio. Non vogliono che si aggiunga la carenza di cibo a quel che già devono affrontare. Dai colpi di Stato in Burkina Faso e Mali alla Nigeria alle prese con quella che chiamo la “trilogia” del terrore: non c’è solo Boko Haram.
Pare sia stato il presidente ucraino Zelensky a sollecitare un incontro coi leader africani e che loro, per non irritare Putin, hanno deciso di recarsi in Russia prima di andare in Ucraina nei prossimi giorni.
L’Africa è succube di Putin?

Dovremmo anche in questo caso tornare alla Seconda Guerra mondiale ed alle sue conseguenze sulla divisione del pianeta tra le due potenze mondiali di allora, Russia ed America.
Ma oggi le cose sono cambiate.
L’Asia é il vero terzo polo economico del mondo.

Soyinka continua: «Noi africani siamo emersi da decenni di lotte contro il colonialismo e l’apartheid e ora facciamo fatica a prendere posizione contro i prepotenti. Ma la maggior parte delle persone pensanti che ho incontrato nel continente sono inorridite per questa invasione, per l’enorme distruzione, le atrocità e la grande quantità di sfollati causate non da alluvioni o terremoti ma dal potere di un prepotente chiamato Vladimir Putin. E questo la leadership africana dovrebbe enfatizzarlo».
Il presidente di turno dell’Unione africana Macky Sall non ha menzionato il blocco dei porti ucraini da parte dei russi come causa della crisi del grano ed a Bruxelles ha puntato il dito sulle sanzioni.
E' notizia dell'ANSA-AFP di KIEV dello scorso 16 agosto: la prima nave umanitaria noleggiata dalle Nazioni Unite per trasportare cereali ucraini è partita oggi dal porto di Pivdenny, nel Sud dell'Ucraina, con un carico di circa 23.000 tonnellate di grano destinato all'Africa. Lo ha reso noto il Ministero delle infrastrutture ucraino.
"La nave Brave Commander con grano per l'Africa ha lasciato il porto di Pivdenny. Questa mattina il cargo è partito per il porto di Gibuti, dove il carico sarà consegnato all'arrivo ai consumatori in Etiopia", ha dichiarato il ministero su Telegram.
Il continente non è autosufficiente economicamente e questo problema va affrontato attraverso la collaborazione interafricana. Deve raggiungere un livello minimo di autonomia che consenta di poter intraprendere azioni indipendenti nel mondo. Quindi sì, l’Africa è vulnerabile.
Concludiamo con le stesse parole dello scrittore così da avere una chiara idea sulla posizione dell'Africa nel merito: “Apprezziamo il contributo dato dall’Urss nella lotta per l’indipendenza africana ma non possiamo dimenticare che anche il periodo della Guerra fredda è stato segnato da opportunismo e sfruttamento, a iniziare dal saccheggio di materie prime, sia da parte dell’Occidente sia da parte della cosiddetta progressista Urss. I giovani africani che andavano a studiare nell’Urss erano vittime di razzismo allo stesso modo che in Occidente. Quindi non abbiamo debiti di gratitudine verso Mosca, soprattutto la Mosca di oggi».