Speciale “Cobweb”, vincitore della 22° edizione del FKFF
Uno dei film più attesi al Florence Korea Film Fest era Cobweb, del noto regista Kim Jee-woon con attore protagonista Song Kang-ho, conosciuto per il ruolo recitato in Parasite. Il film è stato proiettato in prima visione italiana sabato 23 marzo in prima serata, registrando uno straordinario afflusso di pubblico. Che il fortunato binomio Kim Jee-woon-Song Kang-ho, alla sua quinta collaborazione nell’arco di 27 anni, fosse oggetto di grande interesse lo si era compreso già al mattino, con il sold out della masterclass loro dedicata.
“Cobweb” è un film emblematico dello stile coreano, la cui caratteristica saliente è la capacità di alternare nello stesso film diversi registri, capacità di cui Kim Jee-woon, regista eclettico alla continua ricerca del nuovo, è maestro. Per realizzare con successo un film satirico d'epoca, che si trasforma da melodramma a thriller, da film catastrofico a horror, descrivendo la situazione ironica del protagonista, il regista ha voluto l’attore Song Kang-ho, con cui ha girato “The quiet family” (1998), “The foul King” (2000), “Il buono, il matto, il cattivo” (2008) e “The Age of Shadows” (2016).
Un sodalizio prezioso, perché, come ha spiegato il regista durante la masterclass, Song Kang-Ho ha una straordinaria capacità di gestire l’atmosfera del momento, riuscendo a “gelare con uno sguardo” una stanza per poi, subito dopo, riportare l’atmosfera a temperature più miti, e questo consente di passare brillantemente da un genere all’altro nello spazio di uno sguardo.
“Cobweb” racconta del regista Kim Yeol, il cui personaggio, ha confessato il regista Kim Jee woon, “è frutto di un assemblaggio di tanti modelli di regista veramente esistenti e che ammiro molto”. Kim Yeol intrattiene un rapporto difficile con la critica (“la critica è la vendetta di chi non sa fare arte”) ed è ossessionato dall'idea di rigirare il finale del suo ultimo film per renderlo un capolavoro. Riesce ad ottenere due giorni per poter riprodurre le scene necessarie e procede nonostante il veto della censura, dovendo gestire il caos generato dalle crisi e dai problemi personali di un cast esausto e per nulla collaborativo, che torna sul set controvoglia, in un susseguirsi di incidenti, discussioni e colpi di scena. Ambientato negli anni Settanta, il film differenzia le scene del presente da quelle del film in lavorazione alternando colore e bianco e nero e restituisce uno spaccato di vita sul set che per alcuni aspetti ricorda la pièce di “Rumori fuori scena”, con uno sguardo al difficile contesto storico in cui il cinema coreano produceva negli anni Settanta.
Il regista Kim Jee-woon ha raccontato di aver avuto tra le mani il progetto di realizzare Cobweb durante la pandemia, un periodo “difficile per tutti”. “La mia preoccupazione era che un mezzo audiovisivo potente e popolare come il film potesse sparire dalla nostra vita e potessimo restare senza”. Racconta il regista. “Ho fatto tante riflessioni: quanto amo il cinema, quanto amo i film, cosa significa per me fare film. E in quel momento ho avuto in mano Cobweb”. “Non credo di essere stato l’unico regista che ha avuto questi pensieri, riguardo alla sorte del cinema” - aggiunge - “perché tanti registi hanno fatto riflessioni durante la pandemia”.
“Quando ci sono difficoltà e crisi, mi chiedo sempre come reagirebbero i grandi artisti degli anni ‘70 e come risolverebbero la situazione” prosegue Kim Jee-woon “Quando si vivevano tempi molto bui per la società coreana ma era il periodo d’oro del cinema coreano”.
Circa i ruoli femminili del film, “all’epoca i ruoli femminili erano in funzione della evoluzione del ruolo maschile” ha spiegato Kim Jee-woon “mentre adesso stiamo cercando di ridisegnarli e rappresentarli in maniera più realistica”. Ha poi aggiunto: “In realtà, non è che avessi avuto intenzione di parlare dei ruoli femminili, ma è venuto fuori un drama avantgarde” rispetto alla tradizione, dal momento che nei “film di genere horror e thriller, solitamente i ruoli femminili sono vittime”. “Mi sono chiesto: cosa succede se diamo al ruolo femminile ambizione e potere?” Dall’intenzione di voler cambiare totalmente gli schemi precedenti è scaturita la trama di “Cobweb”.
Alla domanda: il film parla di un regista che vuole rivedere il finale del suo film, ha mai pensato che un suo film potesse avere un finale diverso? Kim Jee-woon ha risposto: “Si, l’ho pensato diverse volte, però il finale è il risultato di un lavoro e di tante scelte precedenti. Quindi se adesso si potrebbe anche immaginare di far meglio, questo è frutto del miglioramento progressivo che si è avuto nel tempo”.
Dal canto suo, l’attore protagonista di “Cobweb”, Song Kang-ho ha affermato che il film “riflette l'umorismo esilarante e spiritoso di Kim Jee-woon”, confessando poi che gli è piaciuto interpretare il suo primo ruolo da regista: "Mi è piaciuto stare dietro la telecamera e dare indicazioni agli altri attori. Ho interpretato il ruolo a modo mio”.
Song Kang-ho ha poi detto che “A livello personale, il fatto che il film fosse ambientato negli anni ‘70 non ha inciso molto, mi sono piuttosto concentrato sulla passione e le ambizioni del protagonista. Si parla di un set cinematografico, ma è solo una rappresentazione simbolica di dinamiche che avvengono anche al di fuori di quel contesto”. E poi, ha aggiunto, “Il regista vuole cercare se stesso attraverso la riscrittura del finale del film, il focus è più su questo aspetto”.
Alla domanda: cosa penserebbe il suo regista della k-wave e del successo oltrefrontiera che il cinema coreano sta avendo? Kim Jee-woon ha risposto: “credo potrebbe pensare che la k-wave sia un periodo pieno di prosperità, reso possibile grazie al lavoro dei nostri predecessori, che hanno dato il loro contributo alla cinematografia”