SCARPONI. Ho lasciato parlare il documentario - che sarà proiettato dopo gli interventi - e le foto che credo raccontino meglio la realtà della Namibia.

Avrete capito che questo mio percorso di viaggio intellettuale, dopo aver effettuato questo viaggio fisico in Namibia nel 1995, cioè all'alba del nuovo Stato, è stato possibile solo grazie alle persone qui presenti che mi hanno aiutato a completare il mio lavoro e senza le quali non avrei potuto portare a termine questo progetto, che non solo ha avuto inizio ma sta continuando a concretizzarsi anche con grande entusiasmo da parte di tutti, visto che soprattutto i giovani sono qui a seguire questo tipo di conferenze, generalmente relegate a classi specifiche della intellighenzia italiana.

Il mio approccio a tutta questa materia ed alla vita in generale è stato sempre di tipo globale, multimediale come si presenta la mostra.

Oggi esistono vari modi di comunicazione e ne ho usati il più possibile. Il fatto che ognuno degli intervenuti lo abbia fatto in base alla propria esperienza e professionalità aiuterà sicuramente l'Africa e tutti a capire meglio le potenzialità politiche, economiche, sociali e storico-culturali di questo continente edin particolare della Namibia.

Quando ho cominciato ad affrontare queste materie nel 1985 in Italia c'erano ancora meno persone rispetto ad oggi ad interessarsene. Tra l'altro la cooperazione era down, completamente andata....Siamo nel 1987, ad un passo da Tangentopoli....In quel momento l'Italia era completamente dissestata da questo punto di vista. Adesso ci sono le Ong che, con tutti i difetti e pregi che possano presentare, danno la possibilità maggiormente ai giovani di avvicinarsi a questo settore con più facilità.

L'Africa è un continente cui molte persone sono attratte perché di fatto è per me il continente madre di tutti noi dato che dal punto di vista antropologico e paletnologico sono stati trovati i reperti dei primi uomini rinvenuti sul pianeta ad oggi. Mi riferisco alla cosiddetta Lucy, australopithecus afarensis. Questo ovviamente dimostra dove risiedono le nostre radici.

Credo che sia questo in realtà il motivo per cui molti Europei ed Occidentali in genere siano attratti dall'Africa. E' un continente talmente variopinto da tutti i punti di vista, che di fatto richiama l'attenzione di tutte le migliori menti umane, tutte le persone attente alla scienza, all'arte ma anche alla filosofia.

All'inizio ero molto preoccupata perché era molto interessata all'arte primitiva e contemporaneamente all'arte moderna e mi chiedevo il perché. Poi ho scoperto che Picasso aveva fatto qualcosa di me in Mali! Allora ho capito che non facevo altro che proseguire l'iter di alcuni Grandi che hanno aperto la strada ai posteri.

Credo che il documentario dia la possibilità di seguire maggiormente da vicino la Namibia e soprattutto la bellezza della popolazione Himba, di questi himba che all'improvviso appaiono dal nulla e che ci fanno tornare indietro nel tempo per vedere come viveva l'uomo agli albori della civiltà umana, anche se al di là delle apparenze gli Himba sono assolutamente moderni e si può comunicare con loro anche se non parlano affatto l'inglese. Ho comunicato con loro a gesti.

La iniziativa prosegue nella sala della Cassa mutua Prunas che ringrazio per l'ospitalità nella persona dell'ambasciatore Ferraris. Ringrazio la diplomazia italiana e quindi Peter Johannesen che peraltro ho incontrato nel corso di questo lavoro ed ho intervistato nel febbraio scorso. La intervista sarà anch'essa presto pubblicata.


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