La marimba non venne utilizzata  nella musica orchestrale fino agli anni Trenta; in Europa venne utilizzata in sua vece la xilomarimba. Il primo impiego orchestrale della marimba  si deve a Gustav Holst con la composizione per orchestra Capriccio del 1932.

            Nel 1940 Paul Creston scrisse il Concertino per la marimba e orchestra Op. 21, che divenne un punto fisso del repertorio sia per tutti i concertisti di marimba, sia per l’uso orchestrale dello strumento. Nel 1947-1952 Darius Milhaud compose il Concerto per marimba e vibrafono e orchestra Op. 278.

            E' del 1957 il Concerto per marimba e orchestra di Robert Kurka, del 1958 quello di James Basta.

            Fantasy on Japanese Woodprints di Alan Hovahness è del 1965, il Concerto per marimba, vibrafono, xilofono e orchestra di Sam Raphling  è del 1978. Il Concerto per marimba e archi di Ney Rosauro è stato composto nel 1986, quello di Peter Klatzow nel 1985. Il Concerto per marimba e orchestra di  L. Ptaszynska è del 1986.

           In Europa la marimba venne accolta in orchestra dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma solo dopo il 1950 ebbe un posto stabile nell’orchestra moderna. I primi esempi di impiego si possono trovare in: W. Fortner, La Crèation (1954); P. Boulez, La marteau sans maitre (1954, xilomarimba); M. Arnold, Fourth Sympony (1960); R. Gerhard, Hymnody (1963); L. Dallapiccola, Parole di San Paolo (1964, xilomarimba); Richard R. Bennett, First Symphony (1965); B. Maderna, Concerto per vl. e orchestra (1965, 2 marimbe).

            Tra i più famosi marimbisti che hanno contribuito negli ultimi cinquanta anni all’affermazione della marimba in campo artistico troviamo: i guatemaltechi Jousis e José Bethancourt, i messicani Corazon Borras e David Gomez, gli statunitensi Ruth Steger (solista della prima esecuzione del Concertino per marimba e orchestra di Paul Creston), Terry Applebaum, Vida Chenoweth (interprete della prima esecuzione del Concerto per marimba e orchestra di Robert Kurka), Jack Conners e Doris Stockton (allievi di Musser), Gordon Stout, Leigh Howard Stevens, Michael Rosen, Linda Pimentel, i giapponesi Yoichi Hiraoka e Keiko Abe, l’olandese Robert van Sice, il finlandese Rainer Kuisma, il tedesco Wolfgang Pachla e l’inglese Evelyn Glennie.

 

Concerto per Marimba e orchestra, di Ney Rosauro:

            Questo concerto può essere considerato un esempio completo di impiego della marimba come strumento solista. L’autore, Ney Rosauro, sfrutta al meglio le particolarità timbriche ed espressive di questo strumento e ne affronta ogni possibilità tecnica. Il concerto si divide in quattro tempi: Saudaçao, Lamento, Dança, Despedida.

            Il primo tempo vede subito come protagonista la mano sinistra, che tiene un ostinato quasi aggressivo sotto la linea melodica affidata alla mano destra. Dopo una serie di scambi ritmici con l’orchestra, il solista affronta una sezione molto melodica ma di grande virtuosismo, spostandosi con grande rapidità su quasi tutta l’estensione dello strumento. Successivamente in primo piano passa l’orchestra e la marimba lo accompagna utilizzando colpi morti. Dopo una ripresa della sezione melodica, questo tempo conclude con una riproposta del tema iniziale, sempre sostenuto dalla veloce articolazione della mano sinistra, e con uno scambio ritmico serrato tra il solista e l’orchestra.

            Il secondo tempo cambia atmosfera, presenta un “lamento” molto melodico. Mentre la mano sinistra sostiene con un rullo indipendente un lungo bicordo, la mano destra propone un tema molto espressivo. Nella sezione successiva invece è la mano sinistra che torna in primo piano articolando un tema più mosso. Altra particolarità di questo tempo sono i rulli dell’andante, sempre legati tra loro ma con aperture di intervallo in continuo spostamento.

           Il terzo tempo torna ad essere animato.

 

Dati tecnici dello strumento:

            Il legno utilizzato per la costruzione delle tavolette della marimba deve possedere una buona risonanza ed elasticità, per garantire un timbro chiaro ed avere una certa consistenza per resistere alle continue percussioni. Come già accennato all'inizio di questo studio, le tavolette delle prime marimbe vennero costruite utilizzando il palissandro del Brasile, materiale che però si rivelò poco resistente; in seguito fu impiegato l’ormigo del Centro America e il palissandro dell’Honduras, detto anche legno di rosa, più brillante nell’aspetto e più durevole. Oggi vengono inoltre utilizzati materiali sintetici come il kelon, adottato dalla ditta “Ludwig-Musser” e dalla “Adams”, e l’acoustalon, adottato dalla “Yamaha”. Solitamente le tavolette sono graduate in larghezza e lunghezza; possono avere larghezze che vanno da 6 a 4cm e lunghezze che vanno da 45 a 19cm.

            La parte inferiore delle tavolette è profondamente incavata ad arco ed in maggior misura nel registro grave. Tale incavo ha due scopi: ridurre la lunghezza della tavoletta per ottenere i suoni più gravi, e permettere la registrazione degli armonici. Infatti, a parità di lunghezza, incavando più profondamente la tavoletta si avrà una intonazione più bassa. E' possibile correggere l’intonazione dell’armonico fondamentale, del 2°armonico e del 3°armonico rimuovendo legno rispettivamente al centro dell’arco sotto la tavoletta, all’inizio dell’arco o appena prima del foro per la cordicella.

            Quando la temperatura aumenta, le tavolette tendono ad abbassare il tono. Questo crea un dislivello con la lunghezza del tubo di risonanza che, a sua volta, diminuisce la risonanza tonale. Se la temperatura invece è bassa il tono risulta crescente. Per ovviare a questi problemi sono stati montati, all’interno della fiancata laterale sinistra, attacchi differenti per poter spostare le casse di risonanza. I migliori risultati si ottengono con una temperatura attorno ai 21 gradi centigradi.

            Le tavolette vengono unite, tramite un filo morbido, attraverso i fori orizzontali praticati nei punti nodali, e disposte in due ordini separati. Sotto la parte centrale delle tavolette vengono poste delle canne di lamina metallica, chiuse da un lato e intonate sulla loro frequenza, che fungono da risonatori.

            Oggi quasi tutte le fabbriche costruiscono intelaiature facili da smontare per rendere più agevole il trasporto.

            La marimba è oggi fabbricata in numerosi formati. Il più comune è quello di 4 ottave e una terza grave, da La1 a Do6; altri modelli comprendono 4ottave e mezza, da Mi1 o Fa1 a Do6, e  4 ottave, da Do2 a Do6. Esistono anche Strumenti di 5 ottave, da Do2 a Do7, e 5 ottave più una terza grave, da La1 a Do7, che hanno le caratteristiche tipiche della Xilomarimba riunendo in uno strumento solo sia lo xilofono sia la marimba. Strumenti che possiedono un’estensione maggiore verso il registro grave e raggiungono il Do1 sono chiamati Marimba Basso. Queste possono avere diverse dimensioni fino all’estensione di 5 ottave, da Do1 a Do6. Inoltre la ditta Adams produce nuove marimbe denominate Junior Marimbas per ragazzi dai 6 ai 16 anni. Dotate di un meccanismo per la regolazione dell’altezza, ha un’estensione da Do3 a Do6.

 

Caratteristiche dello strumento:

            Il suono della marimba è particolarmente caldo, morbido e assai gradevole, in special modo nei passaggi eseguiti con bacchette morbide. Negli accordi tremolati il suono risulta pieno, robusto e prolungato.

            La marimba può essere suonata utilizzando 2 bacchette, con una tecnica simile a quella dello xilofono, o utilizzando 4 bacchette. Nella tecnica a 4 bacchette la numerazione in ordine progressivo può andare da destra a sinistra (in uso in America), o da sinistra a destra (in uso in Italia).

            Può essere suonata con bacchette più o meno morbide ricoperte di filo o di corda, o con bacchette di gomma non troppo dura. Per ottenere dinamiche forti si richiede una scelta assai accurata delle bacchette: quelle con la testa morbida rivestite di filo, feltro o gomma danno un suono più solido e di maggior volume.

            La miglior zona di percussione di tutte le tavolette è verso il centro, mentre nei passaggi rapidi con alterazioni il punto che si deve colpire è il bordo, vicino all’angolo dove si ottiene una maggiore pienezza del suono.

            Il timbro della marimba si armonizza bene con quello della maggior parte degli strumenti a fiato, in particolare i legni. Essendo un tipo di suono poco penetrante, si dovrebbe evitare di usare lo strumento in scritture troppo fitte e dense come in un “tutti” orchestrale, ma in passaggi di tipo cameristico o in un “a solo”, per i quali lo strumento è molto adatto.

 Effetti particolari della marimba:

Tremolo o Rullo.

           In sessant’anni circa dalla sua introduzione in orchestra il rullo o tremolo sulla marimba ha avuto pochissimi cambiamenti. Recentemente, grazie anche al virtuoso di marimba Leigh Howard Stevens, ci sono state delle innovazioni.

           Il tremolo a due note, una bacchetta per mano, può essere eseguito con facilità su tutta l’estensione della tastiera; con quattro bacchette l’efficacia del tremolo dipende dalla disposizione degli intervalli e dal tipo di tremolo impiegato.

            Ne esistono diversi tipi.

           Indipendente singolo verticale: si esegue con una bacchetta per mano, alternando i colpi in modo casuale e libero. E' più adatto utilizzare l’indicazione di trillo (tr);

           Alternato singolo verticale: si esegue con una bacchetta per mano, alternando i colpi in modo preciso secondo il segno di abbreviazione (lineette oblique);

            Doppio simultaneo verticale: si esegue con quattro bacchette, due per ogni mano che si alternano in modo verticale. guatemalteco: effettuato da quattro bacchette che colpiscono simultaneamente le tavolette. Il nome è dovuto appunto all’origine dell’America Centrale.

            L.H.Stevens suggerisce una notazione con lineette oblique con due frecce ai bordi: a mandolino, si esegue con due bacchette per mano, poste una sopra e l’altra sotto la tavoletta.    Viene impiegato soprattutto per i tasti diatonici. Stevens lo indica con due cerchietti separati da una lineetta.

            Doppio alternato laterale indipendente: le 2 bacchette si muovono autonomamente in ogni mano. Sfruttando la rotazione del polso, creano due rulli indipendenti simultanei. Stevens suggerisce una notazione con un’ellisse sopra la nota.

            Doppio laterale alternato: le 4 bacchette non sono mai simultanee ma si alternano sempre nello stesso modo. Le possibilità possono  essere diverse. Utilizzando la numerazione americana l’ordine può essere: 4-3-2-1, 4-3-1-2, 3-4-2-1, 3-4-1-2, 2-1-4-3, 2-1-3-4, 1-2-3-4, 1-2-4-3, 4-2-3-1, 4-1-3-2. Può essere utilizzata una notazione con la lettera S o Z sulle note.

            Misto di colpi laterali doppi e verticali simultanei: la mano destra può effettuare colpi laterali doppi e la sinistra colpi simultanei, o viceversa. Musser flop: è un altro tipico tremolo a 4 bacchette nel quale la bacchetta interna è tenuta più in alto e colpisce la tavoletta con un leggero ritardo rispetto a quella interna.

            Il glissando si produce facendo scivolare sulla tastiera la testa della bacchetta, dalla nota di partenza a quella di arrivo. Può essere  ascendente, discendente o a zig-zag, a note singole o a note doppie. Per ottenere un maggior volume sonoro si deve aumentare la pressione delle bacchette.

Smorzamenti: si ottiene premendo la testa della bacchetta contro la tavoletta subito dopo la percussione. Si può anche utilizzare lo smorzamento con le dita o con una bacchetta diversa da quella della percussione. Inoltre esistono anche colpi detti Colpi morti, nei quali la percussione della bacchetta smorza completamente il suono. In questo caso può essere utilizzata come notazione una crocetta + o una x sopra la nota.

             Legato, staccato: l’effetto di legato sulla marimba si ottiene sfruttando la dinamica e il ritmo, avvicinando cioè il più possibile l’attacco di un suono alla risonanza del suono precedente. Ovviamente più quest’intervallo di tempo aumenta, tanto più delicata deve essere la seconda nota. I polsi dovranno essere quanto più rilassati e la bacchetta deve rimbalzare velocemente dalla tavoletta per far durare maggiormente la risonanza. Suoni staccati si ottengono invece tenendo strettamente le bacchette e colpendo le tavolette tenendo i polsi più rigidi.

       Colpi particolari: si può ottenere un particolare effetto sonoro percuotendo le tavolette con i manici delle bacchette tenendole per la testa, oppure tenendole normalmente e percuotendo con la parte dei manici che va dalla metà alla testa.

            E' possibile anche utilizzare colpi simultanei con il manico e la testa delle bacchette. Si ottengono suoni del tutto particolari che fondono il timbro ligneo leggero del manico e il suono normale prodotto dalla testa della bacchetta. L’effetto è facilmente ottenibile su tutti i tasti diatonici.

            Esistono anche esempi di applicazione di colpi sui nodi, cioè nei punti in cui le vibrazioni sono ridotte al minimo, e di colpi dati con i polpastrelli delle dita o con le unghie.

            Suoni armonici: il metodo più conosciuto per produrre degli armonici molto chiari e senza il suono fondamentale consiste nel premere leggermente un dito nel centro di una tavoletta e nel percuoterla tra questo e il bordo. L’altezza dell’armonico risulterà due ottave sopra il suono fondamentale. Per ottenere una buona risonanza bisogna togliere il dito subito dopo la percussione. Le bacchette dure producono i migliori risultati.

Tecnica di presa delle quattro bacchette:

             L’utilizzo della marimba  come strumento solista ha fatto sì che negli ultimi tempi la tecnica delle 4 bacchette si sia sviluppata moltissimo. Attualmente si adottano quattro sistemi di impugnatura.

            Impugnatura Tradizionale: i manici delle bacchette sono incrociate nel palmo della mano, con il manico della bacchette esterna sotto quella interna. L’impugnatura agisce in base al principio di tensione a molla, con il quarto e quinto dito che tengono le estremità dei manici e le altre tre dita controllano l’apertura tra le bacchette.

            Impugnatura Musser: la bacchetta interna è controllata da pollice, indice e medio. La bacchetta esterna, posta tra anulare e medio, è controllata da anulare e mignolo. Questa presa è definita indipendente perché i manici delle  bacchette  sono tenuti  in parti separate  della mano.

            Impugnatura Gary Burton: le bacchette sono incrociate sotto il palmo della mano con il manico di quella esterna sopra quella interna. La presa agisce in base al principio del perno assiale, in cui il medio o l’anulare sopra il manico della bacchetta esterna hanno una funzione stabilizzatrice. Le dita anulare-mignolo e pollice-indice hanno un ruolo importantissimo regolando l’apertura  e la  chiusura  dell’intervallo.  L’aspetto  ottimale  di  questa  presa  è   la maggior precisione e intensità  del  suono  dovuta  a  due diversi  movimenti  del  polso, che rendono indipendenti le bacchette.

            Impugnatura Howard Stevens: questo sistema di impugnatura è un adattamento della presa Musser e consente una grande apertura delle bacchette rispetto alle altre prese; con la mano tenuta in posizione verticale le bacchette raggiungono un’apertura orizzontale di circa110-120°. Inoltre è possibile una notevole velocità nei cambi di intervallo. Il fatto che le bacchette non siano incrociate nella mano e non si tocchino fa sì che esse svolgano un ruolo indipendente. 

            Per   ottenere   intervalli  più ampi la tecnica Stevens  utilizza bacchette con manici  di legno  più  lunghi  di quelli  normali e quindi  non  flessibili  come  quelli   di  giunco  o   malacca.  Questo  è   un  sistema  ideato  per sopperire alle difficoltà tecniche  che  si incontrano  nella letteratura  per marimba solista e che  non si possono superare con le impugnature tradizionali.

            Negli ultimi anni importanti solisti hanno escogitato nuove tecniche per l’impiego di più bacchette, arrivando ad utilizzare cinque o sei bacchette. L’impugnatura delle sei bacchette può essere effettuata con i sistemi Musser, incrociata e Burton.

Danza: nelle tradizioni popolari di tutti i Paesi e popolazioni del mondo la danza, così come il canto, rappresenta un momento importante di socializzazione e di celebrazione. Danza e canto, a loro volta, sono intimamente legati all'uso degli strumenti musicali.

            In Africa, fin dai tempi più remoti, la danza, insieme alle altre espressioni di musicalità dei popoli africani, ha avuto molte funzioni: da quella di accompagnare cerimonie religiose a quella di festeggiare particolari avvenimenti (matrimoni, nascite, cerimonie di iniziazione, feste per il raccolto, conflitti eccetera) ed è stata praticata anche nei villaggi più sperduti e nascosti delle immense foreste o degli altipiani.

            Attualmente vi sono molti complessi africani che trasferiscono anche sui palcoscenici di città di tutto il mondo le proprie esperienze musicali, anche se la tradizione continua, inalterata e genuina, in tutti i Paesi del grande continente africano.

            La "danza" si sviluppa con una continua articolazione delle 4 bacchette, presentando un ottimo esempio di colpi doppi laterali alternati e di colpi. La sezione successiva invece è costituita da una fuga dove mano destra e sinistra si sovrappongono indipendentemente presentando soggetto e controsoggetto. Dopo un periodo “molto mosso” in cui la marimba si muove imitando la tecnica a due bacchette dello xilofono, questo tempo si conclude con una ripresa del tema iniziale di danza.

            Il quarto tempo si intitola “despedida” cioè conclusione. Il tema è proposto dalla mano destra, che si muove spesso con due note in ottava, e si appoggia sulla ritmica costante tenuta dalla mano sinistra. Il centro di questo tempo è la cadenza; vengono ripresi frammenti di tutto il concerto, ognuno con il proprio particolare aspetto tecnico. Il tempo si conclude con la ripresa del tema iniziale e con note ribattute molto veloci.

Il significato della musica della marimba :

            Il conclusione, la marimba nell'Africa australe si pone come trait-d'union tra passato e presente e risulta adatto a riprodurre testi tradizionali animisti e dell'attuale moderna società africana.

            La musica gioiosa e piena di energia prodotta dalla marimba infatti ha le sue radici nella musica dello Zimbabwe e del Sud Africa. I modelli ripetitivi caratteristici producono melodie e ritmi che insieme evocano emozione e divertimento nel cantarli.

            Lo studio di questo unico stile di musica offre molti benefici, ivi incluso una forte focalizzazione del ritmo, della capacità di ascolto e di riproduzione. Le basi sono facili da imparare, quando le bacchette sono grandi. Una volta apprese le conoscenze di base, i pezzi possono essere abbelliti ed arricchiti per creare ritmi interscambiabili,melodie che rendono divertente suonare, riprodurre e ascoltare la musicaMentre si studia questa musica, si prende coscienza della cultura del popolo.   

            Alcuni pezzi  suonati con la marimba sono basati sulla musica mbira. Questo strumento è molto antico e appartiene alla tradizione Shona. È composto di una tavola di legno che si tiene mano cui sono attaccate bacchette di metallo, e una grande zuccaviene usataper l'amplificazione. Molta della musica suonata con questo strumento è stata a lungo utilizzata nelle cerimonie tradizionali. Recentemente è stata utilizzata anche per intrattenimento e molti pezzi tradizionali sono stati arrangiati per la marimba o altri strumenti. I ritmi tendono ad essere complessi ed il sentimento dei canti va dal meditativo e triste in crescendo fino all'esuberante.   

 

I Namib Marimbas sono un gruppo musicale namibiano.

Tutti  i componenti del gruppo dei Marimbas provengono dall'Odjupa Art-Creation & Music CC. Alcuni di loro sono ancora studenti: provengono da Walvis Bay e Swakopmund, altri studiano o lavorano a Windhoek, la capitale della Namibia. I Marimbas namibiani operano nel Dipartimento musicale statale sotto la direzione di Ferdinand Hengombe e del suo assistente, Anrich Geingob.

 

 


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