"Ganga Mai, Madre Gange, è davanti ai nostri occhi. Impossibile non essere rapiti dal suo richiamo leggendario e struggente. Decidiamo di seguirne il corso a ritroso, come per unirci in un magico afflato al viaggio di chi, dopo avere lasciato il corpo materiale, ha affidato le proprie ceneri alle sue acque. Così, dai fumi che s'alzano dalle pire lungo i ghats di Varanasi, nei cui pressi, a Sarnath, Siddhartha, il Buddha storico, con il suo primo sermone mise in moto nel VI secolo a.C. la ruota del dharma, ci troviamo a ripercorrere un itinerario che ci condurrà lontano, alle pendici della maestosa catena himalayana.


Itinerario: Varanasi - Patna (lungo il Gange) - Bodhgaya-Vaishali - Kushinagar-Shravasti Kapilvastu - Lumbini- Chitwan National Park-Kathmandu (Patan-Bhaktapur).










PARTE I

INDICE

Sommario
Prefazione di Adriano Ottaviani Zanazzo
Introduzione

INDIA

Varanasi

Il fiume Gange

In nave

Sarnath

Ghazipur

Sasaram

Doriganj

Arrah

Ballia

Patna
In treno
Bodhgaya
Vaishali
Rajgir

Kushinagar


In corriera
Shravasti
NEPAL
Kapilvastu
Lumbini
Sauraha:
Chitwan National Park
Kathmandu
La gente
La storia del Nepal
La civiltà Malla
La Valle incantata di Kathmandu
Kathmandu, Patan e Bhaktapur
Il territorio
Il terremoto
L'Unesco
Rapporti epistolari con Subash, la guida nepalese di Kathmandu
Bibliografia

Emanuela Scarponi: “Kathmandu, la Valle incantata”
Diario di viaggio da Varanasi a Kathmandu: sulle orme di Buddha

Prefazione di Adriano Ottaviani Zanazzo
Un diario di viaggio luminoso e vivace attraverso il quale traspaiono, limpidi e freddi, gli incredibili paesaggi dell'India e del Nepal. Da Varanasi sul Gange, il fiume sacro, in India e fino a Patna, per proseguire su di un bizzarro treno dove le scimmie si affacciano a chiedere cibarie mentre cani e topi scorrazzano indisturbati entro i vagoni. E poi si raggiungono Shravasti e Lumbini, Sauraha per arrivare a Kathmandu a bordo di una vecchia corriera attraverso gli itinerari descritti dalla vivace curiosità dell'Autrice. “Ma prima di iniziare ogni giornata si pronunciano, a pieni polmoni e nella posizione del Loto, i suoni ripetuti della OM, la sillaba mantrica per eccellenza; ci si concentra sulla propria energia positiva e si espelle quella negativa”.
Proseguendo...“...Agit, la guida, ci spiega che per rivivere e comprendere il significato delle filosofie orientali si deve ripercorrere la fitta rete dei fiumi, dei sentieri e delle strade che da secoli vengono battuti da portatori, mercanti e pellegrini, nonché dalle popolazioni locali che si spostano dai villaggi alle città; dall'India al Nepal e fino in Tibet...”...“...spiega la visione sacra che gli Induisti ed i Buddhisti hanno del fiume come l'autentica strada che porta alla rinascita spirituale o alla reincarnazione...”....“...Viaggiando si scorgono dal treno antichi villaggi di capanne in legno con animali al centro dove le famiglie si raccolgono per riscaldarsi. Fa un freddo invero che non sospettavamo davvero in questa stagione, ma accogliamo anche questo disagio come una ‘prova’...". All'arrivo in Nepal si nota che il Paese è incastonato tra due imponenti pareti montuose che svettano maestose, mentre in basso resta il verde intricato delle umide giungle delle pianure indiane.


Il lettore si trova immerso nel documentario e confronta il testo con le molte immagini (accadimenti): "...Giunti al confine con il Nepal, Agit ci saluta e ci affida a Subash..."..."...Egli spiega che ora cammineremo a ritroso il cammino dell'esistenza...".
Alla fine, dopo piccoli villaggi e paesi si arriva alla Valle incantata di Kathmandu: "...l’atmosfera è nitida ma il tramonto arriva improvviso. Rientriamo in albergo; le strade sono buie e non ci sono marciapiedi ma lo spettacolo del cielo notturno è incantevole. Sembra di vivere all'epoca dei Malla, la prima civiltà nepalese...”... si prosegue con la descrizione della popolazione e della sua cultura...“...Il sorriso di questa gente attenua le situazioni più difficili perché calmi, tranquilli e amanti della pace sono i Nepalesi...”...”...Situata al centro della Valle omonima, la remota civiltà Malla, rimasta isolata per secoli dalle alte vette dell’Himalaya, ha mantenuto intatte le sue tradizioni nella Valle di Kathmandu...".
Felicità e amore, infine, emergono dai rapporti epistolari con Subash, la guida nepalese. Si evidenziano i tratti più emozionanti:"...L'edificio Kumari Chowk ospita le bambine, ritenute reincarnazioni della Dea Durga..."..."... Buddha ricerca l'illuminazione aderendo alla comunità dei Sadhu, che considera la razionalità un ostacolo..."..."...La colomba è l'anima che viaggia verso il Nirvana..."..."...In Nepal, un piccolo Paese sconosciuto ai più, terra natale di Buddha, dove si erge la montagna più alta del mondo, l'Induismo ed il Buddhismo si sono fusi in modo unico ed il sincretismo religioso ha portato all'evoluzione di forme culturali proprie che impregnano la vita delle persone...".
L'autrice conclude con queste affascinanti parole: "...Crocevia per i traffici dei mercanti da Est ad Ovest e da Sud a Nord, il Nepal ha assimilato e fatto suoi alcuni tratti della cultura di questi. Ne sono testimonianza le molteplici etnie presenti nelle valli di montagna o nelle foreste di pianura, ognuna con la sua propria lingua e cultura..."..."...le popolazioni, i loro credi e le loro tradizioni hanno dato luogo ad una cultura affascinante ed unica che resterà per sempre nella storia della civiltà umana...".

Da Varanasi a Kathmandu: Réportage di viaggio rivisitato e commentato alla luce del pensiero buddhista
di Emanuela Scarponi



L'autrice a Varanasi


Introduzione
Da 25 anni sognavo di atterrare nelle lontane terre d'Oriente, viaggio da sempre rinviato per via dei monsoni d'agosto: unica data possibile per me fine 2014-inizio 2015. E così riesco a partire durante il nostro Natale.
Il tragitto del viaggio prevede la risalita del fiume Gange e dei suoi affluenti fino a raggiungere le sue sorgenti in Nepal, situate sulle cime della catena montuosa più imponente della Terra, l'Himalaya, che conta la più alta vetta del mondo, l'Everest di 8.000 metri.
Pochi realizzano infatti che le sorgenti del Gange nascono dallo scioglimento dei ghiacciai eterni dell'Himalaya: uno scintillante blocco bianco azzurro a 3900 metri sull'Himalaya scende tumultuoso tra burroni e picchi e le acque fredde e gelide si gettano impetuose nella antica Valle di Katmandu, ai piedi delle sottostanti montagne, e formano il fiume sacro Bagmati che bagna la mitica città- Stato, campo base di tutte le spedizioni alpinistiche.
Ci troviamo nella terra delle leggende e della scienza (lo Yeti), della religione e meditazione (Induismo e Buddhismo), della natura e dell'uomo che si mescolano in un unico afflato secondo una visione globale dell'esistenza umana; laddove gli uomini lasciano traccia issando una bandierina sulle vette più alte mai raggiunte, intraprendono un viaggio per affrontare le più difficili sfide che la natura pone loro davanti come ultimo traguardo oltre l'impossibile...secondo il desiderio innato dell'Uomo di arrivare là dove nessuno è mai giunto prima per ricomporre il puzzle dell'esistenza, di cui ancora oggi non conosciamo che pochi frammenti...
Le antiche filosofie buddhiste ed induiste sono sopravvissute al disastroso terremoto dell'aprile 2015, che ha raso al suolo l'antica città-stato di Kathmandu.
Con esse, sono sopravvissuti i monaci che continuano a pregare nei monasteri isolati sulle montagne, di cui si narrano misteriose e mitiche leggende in ogni angolo del nostro Pianeta Terra.
Ancora oggi la meditazione viene praticata come modo di vita: s'incontrano lungo il cammino uomini piccoli e magri con le mani giunte, le gambe incrociate e gli occhi chiusi in posizione yoga, a meditare immobili sotto l'albero sacro della Bhodi, antico fico sacro.
Con la sola forza del pensiero - spiega il Buddhismo - i monaci in meditazione si distaccherebbero dal corpo, fuoriuscendone e viaggiando per il cosmo in un'altra dimensione, priva di barriere temporali o spaziali, confondendosi in un unicum pluridimensionale e perdendo cognizione della realtà circostante.
Oggi tutto questo viene attentamente studiato dalla fisica quantistica, che tenta di dimostrare la veridicità di questi fenomeni dal punto di vista matematico. (VEDI: Amit Goswami, Ph, D. The quantum activist; Teodorani Massimo, La mente di dio).
"The Quantum Activist" racconta la storia di un uomo, il fisico nucleare indiano Amit Goswami (professore di fisica all’Università dell’Oregon per oltre 30 anni) pioniere di questa nuova rivoluzionaria prospettiva che, sfidando le convenzioni, invita l’umanità a ripensare le proprie nozioni di esistenza e realtà.
Con un'ampiezza di pensiero paragonabile a quella di Einstein, Goswami spiega la sua visione incentrata sul potere illimitato della coscienza come terreno di formazione dell’esistente e strumento concreto di cambiamento per il genere umano.
Partendo dalle domande sollevate dagli insegnamenti religiosi della sua infanzia, Goswami cerca nel corso della sua vita le risposte nella fisica quantistica, rivelando in questo viaggio di scoperta delle leggi che regolano l’universo, le possibilità di un nuovo inaspettato incontro tra Scienza e Mistica.
"La mente di dio" di Massimo Teodorani si basa sullo studio delle religioni e delle molte filosofie che hanno dato per scontato la presenza vera ed operante di una “energia”, di un “quid, di un pleroma, di un “soffio vitale” chiamato spirito o anima (qui non facciamo differenza dei due termini spesso usati in accezioni diverse); tale essenza avrebbe doti per sopravvivere anche alla fine del proprio involucro fisico che la ospita.
***

I
l réportage, frutto d’immagini scelte e del diario di viaggio di seguito narrato, vuol essere un tributo a Subash, la nostra guida nepalese, rimasta miracolosamente incolume con la sua famiglia e suo figlio al terremoto di Kathmandu del 25 aprile 2015, in cui hanno perso la vita più di 8.000 persone; alla città di Kathmandu, che resta un mito per tutti noi viaggiatori; ai musicisti ed ai danzatori nepalesi che ci hanno accompagnato durante il viaggio con manifestazioni artistiche sacrali in un vertiginoso carosello di feste tradizionali medievali, che celebrano rituali e danze in maschera per esorcizzare i demoni del male; infine ai miei coraggiosi compagni di viaggio con i quali ho condiviso questi unici ed indimenticabili momenti; al nostro capogruppo.
Rivisiterò la mia esperienza in queste Terre d'Oriente, cercando di meditare sugli insegnamenti di Subash ed Agit, le nostre guide locali, cogliendo il significato più profondo delle filosofie induiste e buddhiste, concentrandomi sulle sensazioni provate strada facendo e meditandoci su. Proverò a trasmettere i miei apprendimenti, facendo rivivere la mia medesima esperienza di viaggio e di vita ripercorrendo secondo flash e dejàvu il mio percorso, traslato dalle immagini che di quel mondo surreale e di quella mia vita errante, ho scelto di conservare e che porterò per sempre vivo nel mio cuore ora che non c'è più

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