07-10-2019
La primavera di Belgrado
La penisola balcanica è un punto nevralgico e strategico d’Europa. Incontro di
civiltà europea ed ottomana, è sempre stata luogo di guerre e scontri per la conquista
una volta degli uni ed una volta degli altri nei secoli.
La ex Iugoslavia ne ricomponeva il quadro geografico e politico, fino alla sua
disgregazione avvenuta a seguito della morte di Tito, da tutti ricordato con grande
stima ed affetto. La disgregazione della ex Jugoslavia ha condotto alla formazione di
6 Paesi oggi indipendenti: la Slovenia, la Croazia, la Bosnia Erzegovina, la Serbia, la
Macedonia, il Montenegro, mentre il Kossovo è ancora oggi territorio conteso.
La Serbia si sta riaprendo al turismo internazionale da pochissimo tempo.
E così non ho voluto mancare a questa bellissima e sorprendente occasione -
prospettatami nella prima settimana di settembre, alle porte del nostro autunno - di
conoscere, o meglio, riconoscere un territorio non frequentato dal turismo italiano.
Nella nuova mappa geopolitica la Serbia, un tempo regione geografica e parte
della Jugoslavia, è infatti oggi un Paese europeo situato nel Sud-Est della penisola
balcanica, caratterizzato a Nord da altipiani e a Sud da montagne e località sciistiche.
Nella capitale Belgrado si trovano numerosi edifici di epoca comunista e il parco
Kalemegdan. Qui sorge la fortezza di Belgrado, usata prima dall'Impero romano, poi
da quello bizantino e infine da quello ottomano. La città vecchia, chiamata Stari
Grad, ospita non solo diversi palazzi del XIX secolo, ma anche il teatro nazionale
Narodno Pozorište, dove è possibile assistere a opere e balletti.
Stupisce parlare di Serbia in questo modo: nel nostro immaginario collettivo
non risalgono a tanto tempo le notizie di guerra che attanagliavano la vecchia
Jugoslavia ed i bombardamenti della NATO sulla città di Belgrado.
Ma c’è una nuova Belgrado.
È tornata la primavera dopo circa 20 anni e le nuove generazioni oggi
passeggiano indisturbate per i suoi viali alberati, mentre sognano e progettano un
prospero futuro per il loro Paese. La città di Belgrado è stata quasi interamente
ricostruita anche se conserva qua e là ferite di guerra, testimonianza di
bombardamenti pesanti sulla città.
Ma le nuove generazioni sembrano non accorgersene più. C'è un grande entusiasmo:
promuovono ed investono in turismo, cultura, arte, religione.
La primavera di Belgrado si sente nell'aria: felici di incontrare turisti italiani, gli amici serbi
vedono il nostro Paese come una meta di buona vita, conoscono le
nostre canzoni e ne condividono le parole, lungo il
percorso di viaggio, imitando i cantanti che hanno debuttato a San Remo,
trasmissione che possono seguire direttamente in tv grazie ad un accordo stipulato con l'Italia,
Mitteleuropea, paragonabile alla attuale vita berlinese, viennese, di Budapest, con
lunghi viali alberati dove i giovani prendono il caffè seduti ai tavolini posizionati
nella grande zona pedonale e sui larghissimi marciapiedi sparsi fino alla piazza
principale di Belgrado, dove si attardano fino a notte ad ammirare gli spettacoli di
giochi di luci e colori che illuminano i palazzi tutt'attorno. Chiacchierano tra loro
mentre rivolgono uno sguardo divertito a quanti di noi proiettano le
sagome sulle luci dei palazzi…
I Serbi mantengono vive le loro tradizioni musicali, pittoriche e culinarie
mentre seguono una vita moderna. Si visita il museo di Nikola Tesla, famoso per
aver inventato la corrente elettrica alternata, il teatro Opera Madlenianum ed il museo dell'arte contemporanea.
E così a circa 20 anni di distanza dai tumulti, la Serbia riparte.
Godersi la Serbia è il massimo che si possa prospettare ad un turista: suite accoglienti,
eleganti, dotate di tutti i confort possibili ed "inimmaginabili" rendono la permanenza in questo Paese
estremamente confortevole, senza alcun ombra di dubbio dove si coniugano tradizioni culinarie serbe
con quelle dei Paesi vicini.
Nel percorso di viaggio lungo il Danubio, si possono ammirare i meravigliosi e
numerosi cigni bianchi che vi abitano da tempi immemorabili.
Visitiamo la casa che ha ospitato il più grande scienziato dei nostri tempi Albert
Einstein, all'epoca sposato con Milena Maric, fisica serba, nella cittadina Novi Sad
lungo il Danubio. Vengono i brividi dall'emozione...forse là tra le pareti di quella
casa, mentre aspettavano la nascita dei loro figli, Albert Einstein e sua moglie
studiavano la teoria della relatività... ponendo le basi di quella che oggi è la ultima
frontiera scientifica... la scoperta dei buchi neri, dove la luce viene inghiottita dal
buio più profondo, dove le linee dello spazio e del tempo (passato e futuro) si
confondono...assottigliandosi sempre più...
Durante la cena, ascoltiamo ottima musica, di giorno incontriamo cormorani lungo il fiume Drina
mentre ci si addentra nel Parco naturale
Tara, sulle cui montagne si possono ammirare gli orsi bruni. Il fiume Drina segna il confine naturale
tra Serbia e Bosnia.
La crociera è splendida: si effettua nel silenzio armonioso del fiume tra le
montagne ricoperte di alberi sempreverdi: sembra di volare sospesi a mezz'aria
insieme agli uccelli acquatici che si divertono a saltellare sulla superficie delle acque
chete del fiume, sfiorandole: esse ospitano pesci di piccole dimensioni che i
cormorani si accingono ad acchiappare mettendo d'improvviso il becco in acqua...per
poi scappare vibrando nell'aria, creando le onde che raggiungono la riva del fiume...
Lungo il fiume Drina si giunge al confine con la Bosnia Erzegovina dove
vivono in maggior parte popolazioni di religione musulmana, ma vi sono ancora oggi
monasteri cristiani ortodossi.
Entrare in Bosnia è sicuramente emozionante: a testimonianza di quanto ci
viene spiegato, ci attende la visita di un monastero Cristiano ortodosso posizionato
proprio sul confine lungo il fiume Drina, vicino ad un monumento ai caduti in guerra
dell’una e dell’altra parte. I monaci parlano in bosniaco. Infatti si
considerano bosniaci cristiani ortodossi.
Oltrepassato nuovamente il confine, raggiungiamo la stazione di Mokra Gora.
Non capita tutti i giorni, viaggiando a bordo di un treno, di provare le stesse
emozioni che regala il treno di Šargan. Un breve tratto della antica ferrovia che un
tempo collegava Belgrado a Sarajevo, quindi la Serbia alla Bosnia-Erzegovina, è oggi
riservato ai turisti, per un autentico ritorno al passato. Inaugurato nel 1925, fu
dismesso nel 1974 perché considerato obsoleto e poco economico. Soltanto nel 2000,
l’intero impianto è stato rinnovato e rimesso in funzione per dar luogo all’attrazione
turistica così come la vediamo oggi.
Dalla stazione di Mokra Gora a Šargan-Vitasi il percorso è della durata di
circa due ore, e vi si accede acquistando presso la
caratteristica stazione ferroviaria di Mokra Gora il biglietto che permette di salire a
bordo del treno Nostalgija o più comunemente Ćira (nome con il quale i Serbi
indicano il treno di Šargan.
Lungo il percorso si ammirano bellissimi villaggi in legno, in perfetto stato di
conservazione ed in perfetta sintonia temporale con l'antico treno che - a dir la verità -
fa fare un balzo indietro nel tempo e tale da immaginare le dame dell'800 vestite in
abiti dell'epoca mentre guardano dal finestrino il panorama circostante e si dirigono
verso la loro destinazione lontana.
Negli hotel come del resto in tutta la Serbia la serata in musica è cosa
scontata: nelle splendide sale abbellite, per servire la cena agli ospiti, le donne si
dilettano ballando. A ben vedere la cultura turca si fa sentire nelle danze... Infatti
l’influenza dell'Impero ottomano è rimasta, testimoniata non solo dalla presenza
delle moschee visibili...al di là del fiume ... che sicuramente fanno un certo effetto in
mezzo all’Europa...si sente anche nel cibo e nei dolci tipici della Turchia e del Nord
Africa, nel caffè turco, versato nei tipici bicchierini dorati turchi. I riti e le movenze
tipici della danza del ventre si risentono nei balli attuali, con cui tutte le donne serbe -
alte e chiare di carnagione - si muovono...E così noi italiane cerchiamo di imitarle
ripetendo i loro movimenti sensuali e cercando di farli nostri...
La loro passione e la grande accoglienza ci commuovono nel profondo. Tanto
calore e tanto affetto riempiono la nostra esperienza di viaggio in esperienza di vita,
di amicizia, di scambio. Ancora una volta il viaggio si fa sacro, creativo; la conoscenza uno
strumento di approfondimento e di legame profondo tra persone di diverse nazionalità.
Emanuela Scarponi