I pro ed i contro della flat fax.    di Alessandra Di Giovambattista 

 

24-01-2023

 Al fine di poter essere in grado di formarci un’opinione personale, ma più oggettiva possibile si evidenziano i PRO Ed i CONTRO  supportata da elementi sociali, economici e fiscali.
In prima analisi è opportuno rammentare che l’economia non è una scienza esatta e le sue teorie sono sempre soggette a presupposti e concetti di base dai quali dipende la giustezza o meno della teoria stessa. Ed infatti occorre evidenziare che non esistono ricette preconfezionate, ma ogni nazione, in ragione della congiuntura e delle caratteristiche sociali, di mercato ed economiche (legate essenzialmente alla tipologia e quantità dei fattori della produzione), dovrebbe ragionare in maniera autonoma ed indipendente, traendo piuttosto spunti di riflessione da possibili misure analoghe, implementate in paesi diversi, analizzandone gli elementi di successo o di fallimento.

Icontro sono i seguenti: da diversi soggetti, anche istituzionali (in particolare si vedano i contributi dell’ufficio parlamentare di bilancio – UPB – sul tema) è emerso come un tale sistema possa creare effetti 

distorsivi, frenare la crescita dimensionale delle imprese ed incentivare la sotto-fatturazione e l’evasione. Gli effetti distorsivi, che pongono problemi di equità, si rinvengono quando si parla di redistribuzione di risorse dai contribuenti più ricchi a quelli più poveri; tale obiettivo viene maggiormente conseguito in un sistema impositivo progressivo (così come oggi è l’IRPEF basata sull’imposizione per scaglioni di reddito). Va da sé che un sistema proporzionale così come quello della flat tax non sembra permettere di raggiungere l’obiettivo della redistribuzione, con ciò determinando un maggior peso, in termini di utilità marginale, delle imposte sui più poveri rispetto ai più ricchi.
La soglia degli 85.000 euro entro i quali si può godere del regime agevolativo sembra porre un freno alla crescita in quanto il contribuente pur di rimanere al di sotto del limite massimo può decidere di non espandere la propria attività in modo autonomo e legittimo; ma potrebbe essere anche incentivato alla sotto-fatturazione, con ciò introducendo pratiche non legali di incassi non registrati e non fatturati (c.d. incassi in nero che generano il fenomeno dell’economia sommersa) sempre al fine di non superare il limite che garantisce il regime in esame.
È evidente che in caso si verifichino tali presupposti il gettito per l’erario, a parità di condizioni diminuirebbe, con possibile contrazione delle spese pubbliche tra cui quelle a favore del walfare. Questa considerazione conduce all’aspetto più generale di possibile incostituzionalità di un sistema basato su un’aliquota proporzionale il quale non garantisce il principio per cui “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
Infine, con un semplice calcolo matematico è possibile confrontare i due regimi all’esame, quello della flat tax, cioè imposta proporzionale calcolata su un reddito forfetario (redditi di lavoro autonomo al di sotto della soglia degli 85.000 euro), e l’imposta progressiva per scaglioni (redditi di lavoro dipendente e altri redditi compresi quelli da lavoro autonomo al di sopra della soglia). Con reddito di 50.000 euro il contribuente flat tax con coefficiente di redditività del 40% pagherà IRPEF per 3.000, il contribuente con coefficiente di redditività del 78% pagherà IRPEF per 5.850 euro, mentre un lavoratore dipendente con reddito di 50.000 euro, per effetto degli scaglioni pagherà IRPEF per 14.400 euro (con aliquota media del 28,8%). Si faccia attenzione al fatto che questo semplice calcolo è basato sui soli redditi percepiti, ma guardando l’aspetto fiscale come fenomeno macroeconomico occorre tener presenti anche altre variabili, come dopo vedremo; se queste ultime non vengono considerate adeguatamente, si rischia di rappresentare in modo distorto il problema e di ingigantire il gap fiscale tra i due diversi gruppi di contribuenti.
I punti a favore sono i seguenti: gli argomenti che spingono all’utilizzo di tale tassazione proporzionale sono: una diminuzione della pressione fiscale, il contrasto all’evasione fiscale, e la semplificazione degli adempimenti.
I fautori della tassa piatta sostengono che una riduzione del carico fiscale potrebbe indurre un calo dell’evasione fiscale; in tal modo si avrebbe una compensazione tra perdite di gettito dovute alla diminuzione dell’aliquota fiscale ed incremento del gettito derivante dall’emersione di una parte dell’attuale economia sommersa (evasione fiscale). Nel merito tuttavia occorre evidenziare che le analisi empiriche hanno registrato un effetto netto di perdita di gettito.
Altro aspetto di favore è la notevole semplificazione degli adempimenti fiscali e contabili, rivolta agli imprenditori di piccole dimensioni; in questo senso occorre ricordare i limiti di accesso con riferimento al personale dipendente (20.000 euro lordi). Si ricordi anche che in tale situazione il reddito tassabile non si determina con il metodo analitico, ma applicando delle aliquote di redditività (che vanno di un minimo del 40% ad un massimo dell’86%), per cui i costi sono decurtati a forfait.
La diminuzione della pressione fiscale per famiglie e piccole imprese rappresenta uno degli obiettivi cardine del sistema; il contribuente deve percepire che lo sforzo che sostiene per contribuire alle spese dello Stato è ripagato da un livello di servizi adeguato al carico erariale sostenuto (deve essere garantito un equilibrato rapporto costi/benefici). Tale obiettivo deve però assicurare anche la progressività dell’imposta, per cui a tale diminuzione deve conseguire un ripensamento generale della fiscalità a favore dell’equità fiscale. Per tale ragione al fianco della tassa proporzionale i fautori di essa includono un sistema con una no tax area totalmente esente dall’imposizione, e sistemi di deduzione/detrazione più aderenti alle reali condizioni del contribuente.
Nel prossimo articolo fornirò degli ulteriori elementi di analisi per provare ad aiutarvi nel discernimento.

 

Alessandra Di Giovambattista 

 

LA FLAT TAX: UN APPROFONDIMENTO PER IL DISCERNIMENTO di Alessandra Di Giovambattista 

 

 23-01-2023 

 

Il regime della flat tax (tassa piatta o proporzionale) al 15% (applicabile a determinati contribuenti con redditi fino ad 85.000 euro) che prendiamo oggi in esame - e che ha dato luogo a diverse polemiche durante l’esame parlamentare della legge di bilancio per il 2023 per via delle diverse modifiche che poi vedremo nella sostanza – è nato con il preciso obiettivo, così come si legge nella relazione illustrativa al disegno di legge istitutivo contenuto nella legge di stabilità per il 2015, di favorire la nascita di nuove attività economiche e successivamente, con la legge di stabilità per il 2016, di potenziarne ulteriormente lo sviluppo. A latere si osserva che contribuisce in questa direzione l’aver creato un regime che presenta notevoli semplificazioni in materia di IVA e di imposte dirette, nonché l’aver semplificato la normativa previgente, mediante l’eliminazione dei precedenti regimi fiscali . Questa direzione è stata intrapresa anche per effetto delle direttive contenute nella delega fiscale dell’11 marzo 2014, n. 23, il cui articolo 11, comma 1, prevedeva l’introduzione di regimi semplificati per i contribuenti di minori dimensioni, nonché, per i contribuenti di dimensioni minime.

Si rammenta che la legge di stabilità per il 2015 ha introdotto il nuovo regime forfetario, a favore degli operatori economici di dimensioni piccole. Tale regime ha subito modifiche successive, in particolare con la legge di stabilità per il 2016. Tale modalità di imposizione prevede semplificazioni in termini di IVA e a fini contabili permette di determinare forfetariamente il reddito da assoggettare ad una imposta sostitutiva che prevede l’applicazione di un’unica aliquota a fronte del vigente sistema di tassazione per scaglioni per le persone fisiche (IRPEF) e con aliquota proporzionale del 24% per le imprese (IRES); agevolazioni, opzionali, sono stabilite anche in ambito contributivo per le imprese. Tale regime, che non prevede una scadenza legata ad un numero di anni di attività, è quello naturale per le persone fisiche che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale e purché presentino i requisiti richiesti per accedervi . Sono poi individuate diverse cause di esclusione dal regime forfetario riconducibili ad esempio, a particolari regimi speciali IVA, alla residenza dei soggetti per cui sono esclusi i non residenti in Italia, nella UE e nello SEE, all’opzione per il regime della trasparenza fiscale, ecc. E’ inoltre disciplinato il caso in cui il regime forfetario cessi di avere efficacia qualora venga meno anche uno solo dei requisiti di accesso previsti o qualora si verifichi una delle condizioni di esclusione. Al reddito, determinato utilizzando dei coefficienti di redditività differenti per ogni tipologia di attività (individuata secondo i codici ATECO) si applica un’unica aliquota di imposta sostitutiva nella misura del 15%; tale aliquota scende al 5% per i primi 5 anni di attività qualora il contribuente non abbia esercitato nei tre anni precedenti attività artistica, professionale o d’impresa, oppure l’attività non costituisca semplice prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, o l’attività rappresenti il proseguimento di un’attività svolta precedentemente da altro soggetto.

La legge di bilancio per il 2023 ha apportato delle modifiche, con anche la finalità di ridurre la pressione fiscale, in particolare:
- ha elevato a 85.000 euro la soglia dei ricavi e compensi, conseguiti nell’anno 2023, a cui si applica il regime fiscale forfetario in esame; il vecchio limite era di 65.000 euro ed era stato individuato con la modifica al comma 54 dell’originaria legge di stabilità per il 2015, contenuta nell’articolo 1, comma 9, lettera a) della legge di bilancio per il 2019 (L. 145/2018). Ai fini dell’applicazione del regime in argomento è contestualmente necessario non aver sostenuto spese per un importo complessivo superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, dipendente e assimilato.
- Il regime in esame cessa immediatamente - e si rientra nel regime ordinario ed è dovuta l’IVA sulle operazioni in eccedenza rispetto al limite degli 85.000 euro - senza pertanto aspettare l’anno fiscale successivo, qualora i soggetti abbiano conseguito compensi o ricavi superiori a 100.000 euro; qualora i maggiori compensi o ricavi siano all’interno dell’intervallo compreso tra 85.001 e 100.000 euro si uscirà dal regime in esame a partire dall’anno successivo a quello di sforamento.

Rimane invariata l’aliquota del 15% sostitutiva delle imposte sui redditi, addizionali e IRAP, così come previsto dalla normativa previgente, nonché le norme relative alle cause di esclusione e di cessazione dal regime agevolato in argomento. Le semplificazioni IVA riconosciute per questo regime riguardano:
-la non applicazione dell’IVA (non si addebita l’IVA in fattura ai clienti e non si detrae l’imposta sugli acquisti);
-l’esonero dalla presentazione della dichiarazione annuale IVA e della liquidazione e versamento periodici;
-la non registrazione delle fatture emesse, dei corrispettivi e degli acquisti;
-il non obbligo di fatturazione elettronica; in caso di sola fatturazione elettronica (qualora, ad esempio, la fatturazione avvenga esclusivamente nei confronti della pubblica amministrazione) è previsto un regime premiale per il quale il termine di decadenza per gli avvisi di accertamento si riduce di un anno passando dagli attuali 5 a 4 anni.
Restano invece soggetti agli obblighi di numerazione e conservazione delle fatture di acquisto e delle bollette doganali; di certificazione dei corrispettivi; di integrazione delle fatture per le quali risultano debitori di imposta, senza diritto a detrazione; di fatturazione elettronica nei confronti della Pubblica amministrazione.
Le semplificazioni previste a titolo di imposte sui redditi, riguardano:
- esonero dagli obblighi di registrazione e tenuta delle scritture contabili di natura tributaria;
- esclusione dall’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA);
- esonero dall’operare le ritenute alla fonte, nonché esonero dall’assoggettamento a ritenuta d’acconto in relazione a ricavi o compensi percepiti.

 


TEATRO GHIONE 14 e 15 gennaio 2023

“VI PRESENTO MATILDE NERUDA” di Liberato Santarpino

 

 

 

Rientrare per me al Teatro Ghione dopo diverso tempo è stato un momento di grande emozione e piacere. Per anni ci hanno allietato i diversi spettacoli e gli incontri che venivano rappresentati in questo storico teatro.
L’idea di Liberato Santirpino di portare in palcoscenico la storia di Matilde Urrutia, una cantante cilena, con cui Pablo Neruda inizia una relazione e che dopo diversi anni sposò, è stata veramente interessante.
Il grande oltre ad essere un diplomatico politico cileno, Neruda, pseudonimo di Riccardo Eliécer Neftaltì, Reyes Basoalto, fu considerato il più grande poeta del XX secolo e tra gli scrittori più rappresentativi del tempo. Le sue opere ci hanno accompagnato in gioventù, le sue poesie cariche di emozioni o sentimenti vengono lette e studiate in tutte le scuole ed in tutte le parti del mondo.
In questa rappresentazione abbiamo rivissuto la situazione sociale e politica del Cile, la sua amata patria con le sue numerose vicende.
Il regista, Sebastiano Somma, attore e autore di tanti eventi, racconta e rappresenta con particolare maestria la vita del poeta e gli ideali di Pablo Neruda, grazie alla sua bravura e alla sua capacità interpretativa, alla sua eccellente figura.
Pablo Neruda, giovane scrittore cileno, grande osservatore della gente in particolare dei poveri, degli oppressi che abitano non solo nel suo Paese ma anche nelle altre parti della Terra, racconta fatti, usanze, tendenze, vite e sente profondamente i grandi problemi politici e sociali del mondo moderno.
Si sentono, però, nei suoi versi tutte le angosce della vita ma prevale sempre una fiera fiducia nella saggezza dell’uomo.
In questo spettacolo Sebastiano Somma, nelle vesti del poeta cileno, ci presenta e ci racconta la grande storia d’amore con la sua amata Matilde, giovane donna da lui incontrata in Messico, quando si ammalò costretto da latitanze, esili a vivere in luoghi molto angusti e lontano dalla sua terra.
Sono emozionanti e stupende le parole, le frasi che rivolge a questo suo immenso amore. Egli ci descrive la figura di Matilde, interpretata da Morgana Forcella, come la donna meravigliosa, capace di essere la sua massima fonte di ispirazione e la sua musa, osannando la sua dolcezza, la sua sensibilità e la sua bellezza.
Il tutto è intercalato da ritmi e passi di tango dei ballerini Enzo Padulano e Francesca Accietto, con musiche e canzoni cilene per poi terminare con il magico tocco di piano violoncello,  sax, bandoneon, con l'interpretazione della meravigliosa musica del film “Il postino” di Massimo Troisi, lasciando il pubblico estasiato e soddisfatto per aver trascorso momenti carichi di emozione molto intensi.


Maria Paola Santopinto

 

 

Davide Bomben viene nominato  Direttore Internazionale
 
del premio "Protector Tarrae Matris, ad Magnam Naturam
 
Conservationem Opus", e premierà la Delegazione del
 
Senegal in visita in Italia nel mese di febbraio 2023. La
 
Benemerenza Internazionale "Protector Tarrae Matris", ad
 
magnam  naturam conservationem opus, è il massimo
 
riconoscimento Accademico per la protezione
 
dell'Ambiente e le attività nel Sociale.

 

 

Emanuela Scarponi  

 

 

 
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Nuova Accademia delle Arti, Scienze e Professioni
Presidenza e Delegazione Nazionale Italia
Official Website nuovaccademia
contatto Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

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“Lucio incontra Lucio” TEATRO GHIONE

 

Giovedi e venerdi 12 e 13 gennaio 2023 il regista Sebastiano Somma ha presentato al Teatro Ghione “Lucio incontra Lucio”, in scena sul palcoscenico da 7 anni ormai.

La regia è di Sebastiano Somma, il testo scritto da Liberato Santarpino, il tutto accompagnato dalla musica con Marco De Gennaro al pianoforte, Gianmarco Santarpino al sax, Aldo Vigorito al contrabbasso, Giuseppe La Pusata alla batteria, Lorenzo Guastaferro al vibrafono e con le voci di Alfina Sforza, Elsa Baldini, Paola Forleo, Francesco Curcio, lo spettacolo si segue tutto d’un fiato senza smettere mai di godere della ottima interpretazione dei brani dell’uno e dell’altro autore a confronto mentre il commento rende fruibile al pubblico lati rimasti nascosti della vita dei due cantautori, nel primo caso di Lucio Battisti e della sua malattia che presto lo ha portato via, nel secondo caso dell'afffetto e stima che provava per Lucio Battisti tanto da proporgli un concerto assieme e rifutato da Battisti che si era ritirato a vita privata in cerca di nuove esperimenti musicali. Lucio Battsiti cioè cercava di interpretare nuove tendenze e nuovi bisogni del pubblbico.
Erano anni particolari gli anni '70. Il mondo da lì a poco sarebbe cambiato. E questi cantautori ne sono la testimonnianza.
Erano gli anni di piombo in Italia, quando il Paese, uscito dalla guerra, si trasformava da agricolo ad industriale vero e proprio. Il '68 incombeva sulla storia del nostro Paese. Mentre Lucio Dalla raccontava la storia della povera Marinella, Battisti narrava di storie d'amore disperate, dove le donne facevano da padrone del suo cuore. Eppure ancora Milano rappresentava la svolta e la modernità, dove un ragazzo semplice che proveniva da Poggio Bustone in Provincia di Rieti sbarcava per fare strada. Ho avuto modo di visitare alcuni dei luoghi amati da Battisti, luoghi dove ha trasorso la sua giovinezza, luoghi che hanno ispirato le sue canzoni: la littorina che collega l'Umbria all'Abruzzo, il lago di Paterno dove abitava suo zio, luoghi dove questo ragazzo un po' triste era solito passare il suo tempo, ispirato dalla bellezza delle acque trasparenti e pulite, e dal treno che passava alle 7,40 …
Durante lo spettacolo di un’ora e 35 minuti sono stati eseguiti i seguenti brani di Lucio Dalla e Lucio Battisti: 4 marzo 1943, Pensieri e parole, Mi ritorni in mente, La casa in riva al mare, Il mio canto libero, Il gigante e la bambina, Acqua azzurra acqua chiara, Piazza Grande, Emozioni, Come è profondo il mare, La canzone del sole, L’anno che verrà, Amarsi un po’, Futura, Con il nastro rosa, Caruso, L’arcobaleno.
Nati a distanza di 24 ore l’uno dall’altro Lucio Dalla e Lucio Battisti, uno il 4 marzo 1943, l'altro il 5 marzo 1943, rappresentano le due Italie a confronto: l’Italia conservatrice e l’Italia progressista. Due modelli di cantautori che sono messi a confronto stretto sotto l’aspetto musicale ma anche storico e sociologico.

Ma chi di noi non prova emozioni nell'ascoltare le canzoni dei due cantautori più bravi d'italia? Chi di noi non è cresciuto ispirandosi alle loro parole, ai loro ideali, alla loro poesia entrata nelle nostre vite di adolescenti senza neanche accorgercene? Fanno parte delle nostre vite, della nostra esistenza senza neanche rendercene conto: i due Luci saranno per sempre dentro di noi!
La poesia e la musica li unisce in una armonia che solo il passare del tempo ha potuto subliminare fino a cancellare i pregiudizi di parte, per godere infine delle loro canzoni, delle loro parole, delle loro note, che si sono fatte poesia.
EMANUELA SCARPONI

                                                                                                                                              Roma, 16 Ottobre 2022

Ripensare la città.

Ciclo di conferenze a cura della scuola di formazione

“La Fenice Urbana”

 

La città dell’incertezza.

 

Il professore Alessandro Bianchi introduce la tematica: L’urbe ha diverse componenti.

Connotazioni storiche, geografiche, filosofiche ed economiche e per progettare le città ci vogliono esperti e professionisti.

La contaminazione dei saperi tra loro diventa necessaria. Conoscere più punti vista per arrivare alle soluzioni.

Il professore Alessandro Bianchi presenta il professore Giuseppe Roma, laureato in architettura, urban planner, social economics analist  ex direttore del Censis e professore a contratto  in materia di gestione urbanistica in due Università  della città, vice Presidente del Touring Club Italiano.

Il prof. Giuseppe Roma inizia la conferenza, in riferimento a due testi.

“La Società del rischio” un saggio del 1986 del sociologo tedesco, Ulrich Beck. Verso una seconda modernità.

“La Società dell’incertezza” del 1999 di Zygmunt Bauman, che ci mostra una società che rifiuta la stabilità,  la durata e preferisce la società delle apparenze.

Le cose che ci sorprendono ogni giorno e che avvertiamo non sono da ora.

Le conseguenze di ogni scelta possono determinare incertezza.

Seguendo i matematici l’incertezza non si può misurare con le probabilità.

 La situazione instabile, a rischio invece apre a più soluzioni, riferimento scientifico.

Le città sono luoghi dove si manifestano maggiormente le incertezze.

La logistica, la casa per i poveri provenienti dai paesi alla città, per sopravvivenza.

Luoghi di lavoro, di divertimento, di servizi, complessità ancora più incerte.

Una popolazione fluttuante caratterizza le città. 

La demografia non è in evoluzione nemmeno tra i migranti.

L’effetto demografico è antropologico e è dovuto da fattori individuali.

La maggior parte degli italiani vive in case poco funzionali. Uno edificio è funzionale e due no.

Il risparmio energetico è una necessità per tutte le città, edifici scolastici compresi.

Non esiste uno stato della città.

Il nostro patrimonio artistico, storico, e culturale che forse a volte dimentichiamo, impone una continuazione. 

Decenni di lassismo hanno data una incertezza di previsione della spesa.

Assistiamo ad una crescita poderosa nelle città, Roma non è a pari passo con Milano.

Lo smart working è un padigma delle nuove generazioni, modello di lavoro, modello di svago e modello sportivo.

La smart city, città dei quindici minuti e la città delle prossimità sono un panorama lontano.

Le città efficienti sono solo in minima parte: confusione, traffico caotico e mezzi a due ruote.   

La progettazione eco-working diventa una soluzione.   

Progettare per pianificare, prendiamo ad esempio santa Giulia, area residenziale e terziaria, quartiere smart, progettato dall’architetto Norman Foster e con altri  architetti, per la costruzione di singole case a nord-est di Milano.

Mancano progetti per quartieri più definiti e per rendere vivibili le periferie.

La mobilità punta alla città per uscire dalla crisi e ricerca posti occupazionali.

La città è luogo delle differenze. La civiltà rurale, la città industriale, le stratificazioni storiche e geografiche sono luoghi differenti che possono dare incertezze.

La città mosaico, di piccole città e delle diseguaglianze. 

Roma è in una dimensione poco organizzata.

Il circuito dell’acqua si perde al 42% uno spreco intollerabile, l’acqua potrebbe essere carente ed altri problemi ambientali potrebbero essere ad effetto crisi.

Alcuni luoghi all’interno della città, sono caratterizzati da una concentrazione naturale spesso evidenziata attraverso le acque dei fiumi.

Il Verde diventa un elemento prezioso. I lavori degli scavi che vanno ad incidere sul patrimonio arboreo, potrebbero essere a rischio.

Il fiume Tevere è la centralità del fiume richiede progetti di micro e macro progettazione e di misurazione delle azioni umane.

Parigi, Vienna, Bruxelles Barcellona, hanno costruito luoghi per la conservazione del patrimonio cittadino.

Molte le voci dagli astanti, progettare, pianificare per le variabili che il cittadino manifesta.

Per i progetti è seguire il ciclo dall’inizio, delle cinque fasi: studio, esecuzione, monitoraggio e obiettivi.

Solo una analisi, senza omissione di nessuna delle fasi, può garantire l’esclusione da insidie.

Città incentrate sull’uomo, cambia l’idea di famiglia. e le aspirazioni nello spazio temporale, per la vita cittadina.

 

 

A cura di Claudia Polveroni

Apn Publisher