L’evoluzione della moda in Tunisia.

La Tunisia è esempio di una datata tradizione del tessile. I costumi antichi vengono indossati durante le cerimonie in alcuni matrimoni.
Se si parla di luoghi caratteristici ci si riferisce alla parte centrale della città: “Il Souk” che pullula di negozi dalle stoffe colorate, meta di molti turisti.
Tra le visite più interessanti va ricordata l‘Acedemic jeune créateur Sidi Bou Said, dove quaranta ragazzi riuniti, in una classe, apprendono l’arte del cucito e a confezionare gli abiti.
Strettamente connessa alla griffe è la fantasia del creativo e al cambiamento nel tempo.
Come testimonia Roland Barth nel suo libro: “Il sistema della moda”, la società si mostra e comunica.
C’è un sottile filo che unisce le grandi firme del Sud Europa e del Nord Africa.
La risposta è nel Mar Mediterraneo, come interpreta un noto stilista franco-tunisino, della scena nordafricana.
Stilisti italiani e tunisini ciascuno con il proprio bagaglio di esperienze si sono ritrovati in un unico canale insieme.
Il mare accoglie anziché allontanare, pensare ad una zona comune più che a micro cosmi isolati, dove aria e sole dominano.
La moda si esprime nei colori in Tunisia ad esempio il bianco spicca tra tutti, con la consueta Jebba, abito lungo, per donne e uomini.
La stoffa pregiata del lino è nella riedizione dei caftani, richiama una moda comoda ed elegante.
Negli ultimi venti anni si fa strada l’idea di una moda che è un punto di incontro tra le varie esigenze e che studia nuove soluzioni della vita di ogni giorno.
Un forte richiamo al vintage ed al riciclaggio tradizione di origine tunisina consente minor spreco e migliore condizione ambientale. Una nota designer tunisina ha presentato la sua nuova collezione sulla base della moda etica a supporto della sostenibilità.
Emerge anche nel paese NordAfricano, il movimento Fashion Revolution.
Numerose imprese da tutte le parti del mondo convergono in Tunisia
Il movimento incentra l’industria della moda che valorizzi: persone, ambiente, creatività e profitto.
Espressione di questo movimento è la Tunisia, dove l‘interesse alla sostenibilità è in relazione alla “Rivoluzione della dignità” del 2011.
L’azione viene rivolta ai giovani con metodo pedagogico, i formatori impartiscono agli studenti della scuola della moda, nuove tecniche di eco-design sulla base di zero rifiuti, riciclo e ricostruzione degli indumenti.
Un modo di ottimizzare sulle risorse, adeguandosi ai cambiamenti climatici, da destinare alle generazioni future.
La Tunisia paese di una certa competitività per la produzione del tessile e per la riduzione dei costi.
Si contano numerose le aziende europee che in ambito di una crescente espansione produttiva tra le due sponde del Mediterraneo realizzano capi di abbigliamento, a costi tendenzialmente bassi. Di cui le imprese italiane occupano il secondo posto tra gli investitori.
977 imprese sono a partecipazione straniera, circa 415 sono europee a capitale al 100% straniero.
Le aziende off-shore operanti sul mercato per la qualità media e medio alta possono vendere sul mercato locale, solo il 20% della loro produzione.
Molta della produzione tessile ha marchi conosciuti in Italia ed in Europa, sono presenti vari punti vendita locali ed in più di un supermercato sono venduti beni di abbigliamento e prodotti tessili per uso domestico.
Circa l’import si sono localizzate catene di franchising nella capitale e nelle maggiori città costiere.
Dislocate su territorio tunisino sono le produzioni di abbigliamento di tre marche locali, destinate alla media borghesia.
La partecipazione dei capitali esteri investiti, in quasi mille imprese tunisine, l’operatività di imprese conosciute ovunque nel mondo consente alla Tunisia una migliore competitività, sia il costo contenuto sia per una migliore fruizione dei beni e prodotti tessili, con un risultato di una certa rispondenza all’evoluzione dei tempi e del mercato.
La presenza di griffe internazionali ha consentito un costante richiamo per la popolazione più ricca e per la moda occidentale per la qualità e per il design, come segno di distinzione.
Molto diffusa su territorio tunisino è l’arte della lavorazione del cuoio e dei pellami. Per il settore della manifattura delle scarpe, delle borse e degli accessori.
L’Italia rappresenta per le calzature e pelletterie il maggior punto di riferimento per l’export che ammonta a quasi il 60% del totale delle esportazioni.
In crescente espansione in Tunisia per la moda persona è il mercato dei cosmetici. Favoriti dall’importazione da paesi come Francia, Italia e Spagna.
Una menzione particolare è rivolta ai profumi, della piantina aromatica del rosmarino ed all’essenza dei fiori di arancio.
Non mancano le creazioni gioiello, per la pesca del corallo rosso di Tabarka.
Data la notoria tradizione della lavorazione dei gioielli in Italia, ci si auspica una collaborazione tra i due partners, sia per il corallo tunisino che per la produzione di oggetti preziosi nel nostro Paese.


Claudia Polveroni Apn Publisher